Cuba

Una identità in movimento


Especial Fidel (1)

Autori Vari — Varios Autores


Messaggio di Fidel al popolo di Cuba e agli amici nel mondo

Fidel Castro Ruz


    Randy Alonso (moderatore della Tavola Rotonda Informativa): "Vorrei iniziare questa Tavola Rotonda, informandovi che pochi minuti prima di cominciare questa trasmissione abbiamo potuto conversare con il Comandante in Capo Fidel Castro, e ci ha chiesto di trasmettere a tutto il nostro popolo il seguente messaggio".

    Fidel Castro: "… Io non posso inventare buone notizie, ci ha detto il Comandante, perché non sarebbe etico e se le notizie fossero cattive, l'unico a trarne vantaggio sarebbe il nemico".

    "Nella situazione specifica di Cuba, per i piani dell'impero, il mio stato di salute si trasforma in un segreto di Stato, che non può essere costantemente divulgato e i compatrioti devono comprendere questo".

    "Non posso cadere nel circolo vizioso dei parametri di salute che variano costantemente durante il giorno. Posso dire che è una situazione stabile, ma un'evoluzione reale dello stato di salute ha bisogno del decorso del tempo".

    "Quello che potrei aggiungere è che la situazione si manterrà stabile per molti giorni, prima di potere dare un giudizio. Sono molto grato per tutti i messaggi dei nostri compatrioti e di molte persone nel mondo".

    "Mi dispiace avere causato tanta preoccupazione e tanto disturbo agli amici del mondo. Di animo — ha detto il Comandante — mi sento perfettamente bene, è importante che nel paese tutto vada e continui ad andare perfettamente bene".

    "Il paese è preparato per la sua difesa da parte delle Forze Armate Rivoluzionarie e del popolo, i nostri compatrioti sapranno tutto al momento giusto, come è avvenuto per la mia caduta. Bisogna lottare e lavorare".

    Randy Alonso: "Così ci ha chiesto il Comandante in Capo di trasmettere a tutto il nostro popolo".


Mensaje de Fidel al pueblo cubano y a los amigos del exterior

Fidel Castro Ruz


    Randy Alonso (Moderador de la Mesa Redonda Informativa): Quisiera comenzar esta Mesa Redonda, informándoles que minutos antes de comenzar esta emisión pudimos conversar con el Comandante en Jefe Fidel Castro, y nos pidió transmitirles a todo nuestro pueblo el siguiente mensaje:

    Fidel Castro "... Yo no puedo inventar noticias buenas, nos dijo el Comandante, porque no sería ético y si las noticias fueran malas, el único que va a sacar provecho es el enemigo".

    "En la situación especifica de Cuba, debido a los planes del imperio, mi estado de salud se convierte en un secreto de Estado, que no puede estar divulgándose constantemente y los compatriotas deben de comprender eso".

    "No puedo caer en el círculo vicioso de los parámetros de salud que constantemente a lo largo del día se mueven. Puedo decir que es una situación estable, pero una evolución real del estado de salud necesita el transcurso del tiempo".

    "Lo más que podría decir es que la situación se mantendrá estable durante muchos días, antes de poder dar un veredicto. Estoy muy agradecido por todos los mensajes de nuestros compatriotas y de muchas personas en el mundo".

    "Lamento haberle causado tanta preocupación y molestias a los amigos del mundo. De ánimo — dijo el Comandante — me encuentro perfectamente bien, lo importante es que en el país, todo marcha y marchará perfectamente bien".

    "El país está preparado para su defensa por las Fuerzas Armadas Revolucionarias y el pueblo, nuestros compatriotas lo conocerán todo a su debido tiempo, como pasó cuando mi caída. Hay que luchar y trabajar".

    Randy Alonso: Así nos pidió el Comandante en Jefe que le transmitiéramos a todo nuestro pueblo.


Siempre con Cuba y con Fidel

Associazione Nazionale Amicizia Italia Cuba. Circolo di Roma Centro


    El Círculo de Roma de la Asociación Nacional de Amistad Italia-Cuba, todos sus companeros y companeras hacen llegar al heroíco pueblo de Cuba, a su Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz, a Raúl Castro Ruz, a todo el gobierno de la República de Cuba, a todas sus organizaciones de masas, nuestro saludo de hermanos solidarios y nuestro anhelo de que la salud del compañero Fidel evolucione favorablemente momento a momento.

    Estamos al lado del pueblo de Cuba y al pueblo de Fidel que esta a lo largo y ancho del planeta.

    Todos los companeros de la Asociación, siempre mira con optimismo todo lo que acontece en la mayor de las antillas.

    Nuestro corazón, nuestro sentimiento, palpita y se emociona. Fidel solamente hizo una breve entrega de sus trincheras y confía en su pueblo y en sus lideres.

    El nunca abandona la lucha. En estos momentos esta luchando por su salud para bien de todos los pobres del mundo. Estamos con Fidel, estamos con Cuba, estamos con Raúl y estamos con su pueblo.

    Las amenazas de Estados Unidos se encontraran siempre con la férrea unidad del pueblo de Cuba y de la siempre militante solidaridad de todos los pueblos del mundo.

    Adelante Fidel, que Cuba siempre premia tu heroísmo.

    El Directivo
    Círculo de Roma
    Asociación Nacional de Amistad Italia-Cuba


I nostri auguri di pronta guarigione al comandante Fidel Castro

Associazione Nazionale Amicizia Italia Cuba. Circolo Camilo Cienfuegos di Napoli


    L'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba esprime la propria più profonda e fraterna solidarietà al compagno Fidel Castro che ha dovuto subire un intervento chirurgico in queste ore. La solidarietà italiana con Cuba augura un pronto ristabilimento del Presidente della Repubblica cubano che gli consenta di poter di nuovo tornare a guidare il processo rivoluzionario cubano.

    Destano stupore e riprovazione le grida di gioia lanciate dalla comunità cubana di Miami, che tutti sanno essere mafiosa e finanziatrice di innumerevoli azioni terroristiche contro Cuba sostenute e supportate dal governo statunitense.

    Respingiamo, inoltre, con nettezza le false affermazioni di Maria Burani di Forza Italia che afferma che esistono migliaia di persone dissidenti e torturate addirittura da Raul Castro in persona. Alla signora Burani, visto anche il suo incarico in Commissioni esteri del Senato, raccomandiamo di leggere e informarsi in modo maggiormente appropriato rispetto a Cuba e non riproporre logori e ormai incredibili stereotipi sulla Repubblica cubana che non le fanno certamente onore.

    La nostra manifestazione nazionale del 30 settembre prossimo a Milano sarà una volta di più l'occasione di manifestare la nostra piena solidarietà e vicinanza con il Presidente Fidel e con il processo rivoluzionario cubano.


Speculazioni cercansi!

Aldo Galvagno


    È ultimora: Fidel Castro si è dovuto operare d'urgenza per seri problemi intestinali con possibile emorragia interna. Ha delegato il fratello Raul a capo di stato, mentre Carlo Lage si occuperà della Rivoluzione energetica e Esteban Lazo Balanguer per la Missione miracolo.

    La CNN, come tutti i più potenti media mondiali, dedicano pagine intere sulla vita di Fidel Castro, evidenziando come per la prima volta in oltre 40 anni, Cuba non sia più governata direttamente dallo stesso.

    Appaiono pubblicati "coccodrilli"[*] di ogni specie che vanno dalla esaltazione pura alla demonizzazione del comandate in Jefe, mentre si da il via a una ridda di ipotesi che vede un totofuturo, spiegato ed analizzato in tutte le possibili maniere, non tenendo ben presente che Cuba ha un suo governo in carica nel quale operano persone dotate di un alto senso di coerenza verso la Rivoluzione e colui che ne è stato il principale artefice.

    Non possiamo prevedere se Fidel Castro, per il quale è già prevista una lunga convalescenza, potrà rientrare a capo del suo governo. La sua età, per quanto ben portata, lo ha visto molte volte patire situazioni anche di natura fisica che in qualunque altro uomo, avrebbe generato infiniti problemi. Stoicamente Fidel ha sempre sconfitto tutto e tutti, restando fortemente ancorato alle sue responsabilità di capo della Rivoluzione cubana e di Cuba.

    Laddove, questa volta, il Comandante in Jefe non dovesse risalire al posto principale di combattimento, ne saremmo dispiaciuti ma convinti che le persone designate a continuare il suo percorso, faranno del loro meglio e saranno coerenti con la strada da lui tracciata nel corso degli anni.

    Le feste per il suo 80° anno di età sono state ovviamente annullate e le ultime apparizioni pubbliche, sono state quelle di Holguin e Bayamo di cui abbiamo dato un ampio reportage anche fotografico nelle pagine di CUBANEWS diretto dalla nostra Gioia Minuti e con il contributo di Samuel Hernández.

    SiporCuba seguirà costantemente l'evolversi della situazione, dando immediatamente notizie sulle pagine del portale.

    A Fidel Castro, i nostri più sinceri auguri di pronta guarigione.


    [*] Il coccodrillo è una sorta di articolo che i redattori preparano con largo anticipo sulla morte di un personaggio, narrando una serie di cronologica storia piena di luoghi comuni. Si realizza per evitare di perdere del tempo prezioso nella inevitabile redazione di un testo generico che accompagna, di solito, l'articolo scritto specificatamente per l'occasione.


Todos hasta ahora somos seres humanos

Heriberto Feraudy Espino


    Todos hasta ahora somos seres humanos, aunque hay excepciones. Todos cometemos errores, Dios los cometió y todos algún día tenemos que morirnos. Sin lugar a dudas esta es una verdad de Perogrullo, pero lo más importante es lo que dejamos como recuerdo, en estos tiempos como el Che y Fidel.

    En algunas ocasiones lo he criticado como mi padre. Muchas veces me he encabronado ante determinadas cosas que ha hecho, pero siempre como mi padre, como mi padre; porque fue él quien me formó desde mi adolescencia, me formó en las ideas de las cuales solo había tenido un ligero acercamiento por Martí. El ha sido el padre de la patria, de América, de Africa y buena parte del Tercer Mundo ¿qué persona honesta puede negarlo?

    Desde el momento en que escuché la Proclama pensé que había que tomar las calles, salir de las casas, de los centros de trabajo, de cada rincón de este archipiélago y decirle a los yanquis que él podrá estar hospitalizado pero que su ejemplo no admite cura y este ejemplo se mantiene más saludable que nunca.

    Tenemos que demostrarle al imperio que con Fidel o sin él Cuba es inquebrantable, de eso se trata.

    El momento no es de lamentos ni de llantos. Hay que empinarse como le pedía Mariana a Marcos. Empinémonos, tomemos las calles como muestra de continuidad.

    Este es tiempo de definiciones, repito: de definiciones. Con el escudo o contra el escudo. Aquellos que están en Miami y donde quiera que estén y no compartan nuestro sufrimiento de hoy son mil veces miserables, porque Fidel todo lo ha hecho por Cuba, por Cuba y no por sus propios intereses y si algún interés ha tenido ha sido precisamente el de hacer de Cuba lo que es hoy: un país de dignidad, un país de respeto, un país de prestigio, un país de admiración. Por eso, lejos de todo apasionamiento sensiblero, les pido a los amigos una reflexión de conciencia y que cada cual responda como es necesario.

    Hoy más que nunca Patria o Muerte, Hasta la Victoria Siempre, con Raúl al frente.


Todos juntos a Fidel

Dax Toscano Segovia


    Camaradas revolucionarios:

    La noticia sobre el mal estado de salud de nuestro Comandante en Jefe, Fidel Castro Ruz nos llena de tristeza. Vivimos momentos de dolor, de angustia, de desesperación porque no concebimos la idea de que a Fidel le llegue a pasar algo malo.

    Pese a esta difícil situación, debemos ser optimistas. Alice Walker decía que Fidel es como una secoya, un viejo árbol gigante que mientras otros han sido segados, él sigue en pie. Y así seguirá. Tenemos la certeza de que Fidel se recuperará pronto de este revés en su salud.

    Ningún revolucionario puede dejarse vencer. No podemos bajar la guardia. El mejor homenaje que podemos hacer a Fidel es el de continuar en esta lucha frontal contra el imperialismo y sus lacayos.

    Fidel nos ha enseñado que debemos trabajar día y noche para construir una sociedad más justa y más humana.

    Debemos estar alertas frente a las intenciones criminales del gobierno norteamericano y la mafia de la gusanera de Miami. Los mercenarios, asesinos y cobardes que han provocado el sufrimiento de la población cubana deben estar estimulados con ésta noticia para lanzar una vez más sus ataques terroristas.

    Hay que prepararse para hacerles frente en el campo político, diplomático, informativo, militar. Cada revolucionario, desde su trinchera de combate debe trabajar para asestar golpes contundentes a los enemigos de la Revolución y el Socialismo.

    A nivel internacional debemos denunciar los crímenes del Estado sionista de Israel contra el pueblo palestino y libanés. Fidel no permitiría que permanezcamos callados frente al genocidio perpetrado contra nuestros hermanos en esa región del planeta.

    De igual manera debemos unir nuestras fuerzas en defensa del proceso revolucionario venezolano y boliviano.

    El imperialismo yanqui se envalentonará. Los planes criminales y desestabilizadores tenderán a acelerarse.

    Pero Fidel ha sido claro, objetivo. El imperialismo jamás podrá aplastar a Cuba.

    Raúl está momentáneamente al frente de la conducción de la Revolución, mientras Fidel recupera su salud. Su calidad humana, su capacidad como líder político y militar, su honradez, su lealtad a la Revolución, a Fidel, al pueblo son los méritos más sobresalientes para que asuma este difícil compromiso. Junto a él estaremos todos, haciendo fuerza para que nuestro Comandante en Jefe se restablezca pronto.

    Este 13 de agosto debemos celebrar con mucha alegría el cumpleaños 80 de nuestro maestro, padre, hermano, amigo y camarada. ¡Qué en el mundo entero se oigan cantos en los que se haga referencia a la vida, al amor, a la felicidad, a la rebeldía que son las ideas fundamentales por las cuales ha luchado constantemente Fidel!

    Querido Comandante, seguros de que te recuperarás pronto, solo nos queda por decirte que en este combate por la vida, todos los revolucionarios estaremos junto a ti, hasta la victoria siempre.

    ¡Viva Fidel!
    ¡Viva el Socialismo!


En Cuba la verdad es revolucionaria

Altercom


1ro de agosto de 2006


    Como ayer, cuando se asumió e informó sobre cada caído y caída durante los asaltos al Cuartel Moncada y al Palacio Presidencial y durante toda la guerra revolucionaria de la segunda independencia cubana, cuando desapareció Camilo Cienfuegos, cuando la Crisis de Octubre, cuando el Che renunció a sus cargos y salió de la Isla a continuar su combate ‘con el adarga bajo el brazo’, cuando el mismo Che y sus camaradas, cubanos o no, cayeron durante la epopeya guerrillera en Bolivia, cuando la participación internacionalista en guerras de liberación de otras tierras, la verdad dicha oficialmente y sin tapujos ha cerrado el paso a la información plumífera proveniente de los seguidores de Posada Carriles o de la fábrica de guerra sicológica de la CIA.

    Fidel, Raúl y el Che

    Desde la verdad, arma fundamental esgrimida por Cuba en estos 47 años de revolución, el mundo se enteró que Fidel Castro está enfermo. Enfermo como el humano que es. Un problema que degeneró en sangrado gástrico lo llevó al quirófano. Su pronóstico es reservado, como de cualquier persona que se ha sometido a una intervención quirúrgica, y más aún en un paciente que bordea, cercanamente, los 80 años. Esa es la única verdad.

    Tonto y fútil sería decir que no preocupa su estado de salud. La tristeza invade cuando la clásica fortaleza está afectada por la edad y la vida austera y poco personal llevada por uno de los más trascendentes transformadores de la historia de América. Más aún cuando quien está enfermo ha dirigido una Revolución, con mayúscula, en las narices de los colonizadores, la misma que se ha convertido en luz de dignidad, independencia y soberanía.

    Tan tonto y fútil como la alegría desbordante de los cubano-estadounidenses, que celebran en las calles de Miami la muerte sin muerto. Por eso, desde la solidez y tranquilidad que da el camino recorrido por el pueblo cubano hacia la independencia nacional y el socialismo, desde la experiencia de los niños cubanos con escuela, de las mujeres cubanas sin miedo a parir, desde los ancianos con atención y respeto, desde las tantas posibilidades de ser felices, solamente se espera y se aspira que mejore.

    No más. La proclama leída durante la noche del 1 de agosto, dejó en claro, que la revolución cubana no depende de la suerte de Fidel. Él ha guiado ese proceso liberador y supo construir una organización que protege la independencia y profundiza el cambio, que lo redimió de ser indispensable. En la Cuba donde habitan trece millones de cubanas y cubanos, hay tranquilidad y hay tristeza. Ni él, ni quienes han combatido y trabajado junto a él, han pensado en la inmortalidad corpórea. En Cuba no hay grandes estatuas de su líder, hay juventud sana, grandes científicos, grandes pensadores, grandes artistas. Ellas y ellos están preparados para tomar la posta, de ser necesario, y claro está, sin la bendición de Miami, Virginia o Washington.

    Cuba está a salvo de las fauces de depredador cercano. Es su pueblo su mayor garantía.

      Altercom
      Agencia de Prensa de Ecuador. Comunicación para la Libertad


La gusanera de Miami da vergüenza ajena

Sergio Ortiz


    La noticia sobre la operación a que fue sometido el comandante en jefe de la revolución cubana, compañero Fidel Castro, permitió que las personas de todo el mundo pudieran aquilatar mejor las diferencias entre los verdaderos cubanos y los gusanos de Miami.

    Y no me refiero a los enfoques políticos antagónicos entre la abrumadora mayoría de los once millones de ciudadanos del país de José Martí, de un lado, y esa gusanera. Esas diferencias son obvias: unos están con Patria y las conquistas de la revolución; los otros con el imperio y su bloqueo.

    Me refiero a otra clase de valores. La masa del pueblo quedó pendiente de las noticias, con una cuota de aflicción y esperanza en que el presidente mejore su salud, confiando en sus reservas físicas y morales, y en la dedicación de sus médicos. Estos, mal que le pese a la gusana Hilda Molina, son de excelencia para todos los cubanos y ciudadanos de otras latitudes que necesitan su atención.

    En cambio, los gusanos que no pasan de ser grupos poco numerosos respecto a los millones de cubanos e incluso dentro de la colectividad que vive en Estados Unidos, se largaron a festejar en las calles de Miami. Lo hacían a bordo de sus costosas camionetas. Otros de a pie, agitaban banderas cubanas y estadounidenses. ¿No habrán visto que el trapo de estrellas y barras está siendo quemado por la mayoría de los mil millones de musulmanes y de otras personas en sus manifestaciones de todo el mundo en repudio al aval que la Casa Blanca da al genocida estado de Israel para bombardear Gaza y El Líbano?

    Esa mezcla rara de lúmpenes, gusanos, mafiosos, terroristas, ricachones y la cuota de confundidos que nunca falta, estaba festejando la supuesta muerte de alguien. Festejaban la muerte, ellos que se dicen cristianos y debieran ser compasivos, solidarios y fraternos con el ser humano. Son estúpidos, porque Fidel Castro no ha muerto y quizás en algunas semanas esté de nuevo en un puesto de lucha. La gusanera se ha apresurado a festejar, como le pasó más de una vez a Celia Cruz, que decía querer como norte de su vida volver a La Habana cuando Fidel hubiera muerto. ¿No aprenden estos apologistas de la muerte? ¿Qué van a decir si el comandante les espeta desde su lecho de operado con éxito, "los muertos que vos matáis gozan de buena salud"?

    Esos amigos de George Bush deberían tomar nota de que Fidel dejó provisoriamente sus tareas en manos de una media docena de dirigentes del Partido y el gobierno. Quiere decir que allí en Cuba hay un colectivo de dirección, además de una personalidad extraordinaria. Hay equipo y no solamente una superestrella.

    Por supuesto que Fidel algún día dejará de vivir. Pero los gusanos deben saber que eso ocurrirá cuando el organismo del estadista lo decida, no cuando Miami y la licorera Bacardí lo dicten. Aún así, cuando eso ocurra, la gusanera y sus sponsors del Departamento de Estado y la CIA no deberían alegrarse. Fidel Castro ha sido uno de los grandes del siglo XX y ya lo es del siglo XXI. Cuando no esté más físicamente entre nosotros, será también el hombre del siglo XXII para multitudes de los cinco continentes. Todos sabrán quién fue ese gran hombre. Es posible que entonces muy pocos recuerden quiénes fueron unos tales Bush, Rumsfeld y Cheney.

    Fidel habrá sangrado de su intestino. Pero la gusanera sangra por la herida irreparable de la gran revolución de 1959, por las expropiaciones de sus mansiones, empresas y latifundios; por la derrota que sufrió en Playa Girón, por los avances de la medicina y salud de Cuba, por sus proezas deportivas y culturales, por su conversión en potencia biomédica, por la victoria de toda Cuba con Fidel al frente cuando recuperó al niño Elián González, porque la CIA no pudo matarlo pese a 644 intentos.

    El comandante se morirá algún día, cuando él lo disponga, no cuando los frustrados sepultureros de Miami lo quieran. Mientras tanto éstos van a seguir sufriendo cuando lean los partes médicos y comunicados que él mismo redacte desde el hospital.

    Sepa la gusanería que la herencia de Fidel Castro no serán los 900 millones de dólares con que lo calumnió Forbes sin ninguna prueba, sino millones de verdades y cosas positivas hechas en beneficio de los cubanos y la humanidad.

    Bush y la Fundación Cubano-yanqui sólo pueden legar a sus fanáticos una parva de mentiras, falta de valores morales, cárceles ilegales, "daños colaterales" y misiles. Y con eso no van a ir a ninguna parte. Sólo podrán hacer pequeñas caravanas en lujosas camionetas en Miami, tocar bocina y hacer un poco de ruido ante las cámaras de la CNN o los fotógrafos del Miami Herald, todo muy fugaz. La vida es otra cosa.

    La gusanera festeja una muerte que no es tal y da "vergüenza ajena".

      Sergio Ortiz
      Miembro de MIL POR CUBA y dirigente del Partido de la Liberación (PL)


Messaggio di Adys M. Cupull Reyes e Froilán González

Adys M. Cupull Reyes Froilán González


    Cari amici e amiche,

    siamo molto grati per le dimostrazioni di affetto, di simpatia e per gli auguri che il nostro Comandante in Capo si rimetta il più presto possibile. Vi inviamo le dichiarazioni che ha rilasciato oggi alla Tavola Rotonda. Speriamo che comprendiate perfettamente le ragioni per le quali Fidel dice che il suo stato di salute si trasforma in un Segreto di Stato, in modo che sarà molto difficile conoscerne l'evoluzione, e anche se si conoscerà, nessuno la dirà, tanto meno noi, ed è per questo che, insieme alla gratitudine, vi chiediamo comprensione riguardo al fatto che non diremo niente.

    Vi raccomandiamo di non credere ad alcuna notizia che non arrivi direttamente in modo ufficiale, perché alla CIA e ai mafiosi costerà lavoro essere informati. La malattia e l’operazione di Fidel li hanno colti di sorpresa, la stessa cosa avverrà con il suo completo ristabilimento. Noi cubani sappiamo mantenere segreti condivisi da quasi undici milioni di persone.

    L'imperialismo è in agguato ed è per questo che bisogna essere molto attenti e vigili di fronte a qualunque manovra. Le dichiarazioni del portavoce del Dipartimento di Stato fanno presupporre così.

    Ieri sera a Miami, persone nate a Cuba hanno manifestato la loro gioia sventolando bandiere nordamericane, gridando "Viva Bush", che hanno dichiarato loro Presidente. Sono gli stessi che quando è iniziata l'invasione dell’Iraq, e i bombardamenti alla capitale di quel paese, hanno gridato: "Prima Baghdad e poi La Habana". Sono quelli che hanno sequestrato il bambino Elián González e che hanno pregato Dio affinché l’aereo che lo riportava a casa con suo padre cadesse in mare.

    Sono quelli che hanno appoggiato Posada Carriles, l'autore del sabotaggio all'aero di Cubana de Aviación, in cui sono morti tutti i passeggeri, e sono quelli che hanno organizzato cene e banchetti per raccogliere fondi per cercare di liberarlo.

    Sono colpevoli di atti di terrorismo e di aggressioni costanti. Occorre molta attenzione con i servitori degli Stati Uniti che, come sapete, contano su uno stanziamento di 80 milioni di dollari per calunniare Cuba.

    Il momento è quello di lottare di più e in modo migliore, noi per far progredire il paese e voi con la solidarietà.

    Vi vogliamo bene e vi ringraziamo di ogni pensiero per il bene del nostro popolo. Sappiamo che state dalla parte della verità, della giustizia e della ragione. Questo è sufficiente per considerarvi fratelli di sogni e di ideali.

    Grazie per le vostre preoccupazioni.

      Froilán e Adys.

      L'Avana, 1° agosto 2006
      Anno della Rivoluzione Energetica a Cuba


Mensaje de Adys M. Cupull Reyes y Froilán González

Adys M. Cupull Reyes Froilán González


    Queridos amigos y amigas:

    Estamos, estamos muy agradecidos por las muestras de afecto y cariño y los deseos de que nuestro Camandante en Jefe se recupere lo más pronto posible. Les enviamos las declaraciones que formuló hoy a la Mesa Redonda. Esperamos que comprendan perfectamente las razones por las cuales Fidel dice que su estado de salud se convierte en un Secreto de Estado, de modo, que será muy difícil saber la evolución y aunque se conozca, nadie lo dirá, nosotros menos, es por ello, que junto al agradecimiento, les pedimos comprensión en el sentido que no diremos nada al respecto.

    Les recomendamos no creer ninguna noticia que no llegue directamente de forma oficial, pues a la CIA y a los mafiosos les costará trabajo estar informados. La enfermedad y operación de Fidel los tomó por sorpresa, igual sucederá con su pleno restablecimiento. Los cubanos sabemos guardar secretos compartidos por casi once millones de personas.

    El imperialismo esta en acecho y es por ello que hay que estar muy atentos y vigilantes ante cualquier maniobra. Las declaraciones del vocero del Departamento de Estado, así lo hacen presuponer.

    Anoche en Miami, personas, que una vez nacieron en Cuba, manifestaron su alegría enarbolando banderas norteamericanas, dándoles Vivas a Bush al que declararon como su presidente. Son los mismos que cuando comenzó la invasión a Irak, y los bombardeos a la capital de ese país, gritaron: "Primero Bagdad y después La Habana". Son los que secuestraron al niño Elián González y cuando el avión en que regresaba con su padre, rogaron a Dios, para que el aparato cayera al mar. Son los que apoyaron a Posada Carrile el autor del sabotaje al avión de Cubana de Aviación donde murieron todos sus pasajeros y los que han organizado cenas y banquetes para recaudar fondos para tratar de liberarlo.

    Ellos son culpables de actos terroristas y agresiones constantes. Mucho ojo con sus sirvientes, que como saben cuentan con un presupuesto de 80 millones de dólares para calumniar a Cuba.

    El momento es de luchar más y mejor, nosotros por hacer avanzar el país y ustedes con la solidaridad.

    Les queremos y agradecemos cada pensamiento en bien de nuestro pueblo. Sabemos que están del lado de la verdad, la justicia y la razón. Eso es bastante para considerarlos, hermanos de sueños e ideales.

    Gracias por sus preocupaciones.

      Froilán y Adys.

      Ciudad de La Habana, Agosto 1ro de 2006
      Año de la Revolución Enérgetica en Cuba


Fidel y el dolor

Miguel Bonasso


    Antenoche recibí un llamado de La Habana que me dejó sin aliento. Un compañero argentino me avisaba: "Parece que Fidel está mal", y de inmediato la conversación se cortó, generando un insoportable suspenso. A los pocos minutos la CNN informaba que Fidel Castro había sido operado y que por primera vez en 47 años transfería transitoriamente sus responsabilidades de Estado a su hermano Raúl.

    De inmediato comencé a llamar a todos los amigos de La Habana sin resultado. Las líneas estaban saturadas. Recién a las doce de la noche logré establecer contacto telefónico con uno de los colaboradores más cercanos del Comandante.

    "Las cosas son así — me dijo — como se ha informado. Tú conoces nuestra ética y la del Jefe: jamás le mentiríamos ni le ocultaríamos nada al pueblo".

    Es cierto. Recordé a Fidel, sentado en una silla, aguantando el dolor de su terrible caída al finalizar un acto, cuando anticipó el diagnóstico de los traumatólogos y le explicó al pueblo cubano (y al mundo) que se había fracturado la rodilla y el hombro derecho.

    Antenoche, en el comunicado que leyó su secretario Carlitos Valenciaga, resplandecía la misma seriedad, la misma responsabilidad política, la misma precisión al hablar de radiografías, endoscopías y hasta filmaciones del inquietante sangrado que lo llevaba al quirófano. Era el estilo inconfundible del hidalgo que ha cedido transitoriamente la jefatura del Estado cubano.

    El colaborador de Fidel agregó que la operación había sido exitosa y que comenzaba un proceso de recuperación. Sus palabras y el tono de su voz me tranquilizaron. El episodio era serio, grave, pero el amigo confiaba, como yo, en la fortaleza del paciente, en ese dominio extraordinario que ejerce sobre la realidad su cerebro privilegiado.

    Pensé: "Fidel se va a morir cuando él lo decida y todavía no lo ha decidido".

    Recordé una conversación que habíamos tenido en el Palacio de Convenciones, hace siete u ocho meses. Parecía abstraído, lejano, pero súbitamente me miró como si regresara del futuro y confesó:

    "Lo que necesito es tiempo".

    Tiempo para completar lo que él llama "la revolución energética" y le va a significar a la isla un ahorro anual de dos mil millones de dólares; tiempo para que "Cuba sea económicamente invulnerable, como ya lo es militarmente"; tiempo para reconstruir el movimiento de Países No Alineados; tiempo para operar de cataratas y pterigium a seis millones de latinoamericanos en los próximos seis años; tiempo para que los educadores cubanos del programa "Yo sí puedo" ayuden a desterrar el analfabetismo de toda América latina; tiempo para que prospere la integración latinoamericana y el ALBA.

    Tiempo, en suma, para consumar una gigantesca empresa humanística que parece descomunal, imposible, para una pequeña isla sitiada de once millones de habitantes y ciento diez mil kilómetros cuadrados, que sobrevive a fuerza de dignidad, a noventa millas náuticas del monstruo. Que nadie espere encontrar aquí una "nota objetiva": tengo el extraordinario privilegio de contarme entre los amigos personales del Comandante Fidel Castro. Es un honor que me concedió hace poco más de tres años. Antes lo miraba como todos los de mi generación desde una respetuosa distancia. Lo veía instalado en la cima de la historia mundial, pero ignoraba sus rasgos de humor, sus provocaciones y travesuras, su fidelidad de fidel hacia los amigos, su desbordada curiosidad por todo lo humano, su imaginación de navegante y sus hábitos inveterados de conspirador. Su real ternura por los desvalidos.

    Una madrugada charlábamos en la sala de reuniones del Palacio de la Revolución y empezó a pronosticar lo que ocurriría a causa del gran terremoto que acababa de producirse en Pakistán. "Pronto vendrán los grandes fríos — me dijo — y los habitantes de los pueblos destruidos comenzarán a vagar sin destino en la ladera de las montañas. Habrá fracturas expuestas, gangrenas, y dolor, un indecible dolor humano. Tenemos que hacer algo".

    Pocos días después, médicos y paramédicos cubanos comenzaban a viajar a Pakistán hasta completar una generosa brigada de 2500. Que en cuatro meses atenderían a 700 mil pacientes. Que permanecerían con temperaturas bajo cero cuando los Médicos Sin Fronteras y los médicos de todas las ONG de este extraño mundo hubieran liado ya sus petates.

    En febrero, diez días antes de que mi compañera Ana de Skalon muriera de cáncer en La Habana, él la visitó, como lo hacía con frecuencia.

    Se iba ya, cuando se dio vuelta en la sala y le dijo inesperadamente:

    — Yo sé que tú luchas, Anita, y me parece muy bien que lo hagas, porque tú y yo pertenecemos a la misma clase de seres humanos.

    Ana, desde su agonía, le devolvió una sonrisa.

    El día de sus funerales, cuando la condecoró post mortem como "amiga de Cuba", me llevó a comer con él. No habló de Ana durante el almuerzo, pero mientras me acompañaba a los ascensores, me dijo con una voz inaudible.

    — Imagínate lo que sufres tú, lo que sufrió Anita y multiplícalo a nivel universal por los millones que sufren.

    Entendí, entonces, lo que le había dicho alguna vez a su amigo Hugo Chávez, que él no creía en la trascendencia del alma, pero aceptaba que el presidente venezolano lo incluyera entre los cristianos.

    Hace pocos días estuve con él aquí, en Córdoba, en la Cumbre del Mercosur. Lo acompañé en el acto, en la visita a la casa familiar del Che en Alta Gracia y en un almuerzo tardío el mismo día de su partida.

    Hablamos de todo un poco, junto con otros amigos cubanos y argentinos. Hasta de vinos. De tintos que él saboreó con nosotros.

    No soy clínico, pero lo vi bien. Animado, optimista. Contento porque a sólo 24 horas de finalizada la Cumbre ya le había comprado a nuestro país cereales y alimentos por 100 millones de dólares. En el palier del hotel saludó a todos los miembros de la embajada cubana y a los policías federales y de Córdoba que lo habían custodiado y querían retratarse con él.

    Luego se fue, envuelto como siempre en multitudes. Así lo quiero ver, muy pronto, arropado en el cariño y la admiración que se merece.


Nuestra Diosa te bendiga Fidel, estás en nuestras oraciones

Colectivo de Trabajo Iglesia San Romero de Las Américas


    Por tu pronta recuperación, compañero, hermano y profeta Fidel, esta tú Iglesia San Romero de Las Américas desde la ciudad de Nueva York te extiende un saludo revolucionario y levanta sus oraciones para que el Dios de la paz con justicia te siga bendiciendo de una manera especial. Esperamos en estas oraciones tu pronta recuperación física para que a través de tu espiritualidad que niega en teoría la existencia de Dios, nos sigas enseñando como es que se practica a Dios construyendo un mundo de justicia. Nuestra madre Diosa esté contigo en este momento y te siga sosteniendo entre sus brazos mientras te susurra al oído lo que todos sabemos: naciste con el don especial de joderle la vida a quienes le joden la vida al pueblo, por esto te pareces tanto a nuestro hermano Jesús.

    Dios te bendiga compañero y hermano Presidente Fidel Castro y síguenos bendiciendo con tu ejemplo de construir el socialismo, o sea, el paraíso aquí en la tierra.

      Colectivo de Trabajo Iglesia San Romero de Las Américas, Ciudad de Nueva York; 1 de agosto de 2006
      Manuel Castro — Presidente
      Radhamés Morales — Vicepresidente
      Amarilis Guzmán — Tesorera
      Manolo de los Santos — Secretario
      Claudia De La Cruz
      Hortensia González
      Padre Luis Barrios — Guía Espiritual



"Pero Camilo Torres, entre otros,
nos dejó dicho que también hay una religión positiva
que surge del alma de la revolución
a la manera de los poemas y los cánticos,
y que se juega la vida en este mundo
y no hasta después de la muerte.
En esta religión militan hombres (y mujeres) que son
(como l@s verdader@s comunistas)
la sal de la tierra".
Roque Dalton

"But Camilo Torres, among others,
has told us there is a positive religion too
that surges from the soul of revolution
by way of poems and songs,
and that one risks one’s life in this world
and not after death.
In this religion men (and women) who serve are
(like true communist)
the salt of the earth".
Roque Dalton


La Canción de la Vida

María Isabel Cerón


    Quizá antes de nacer ya estaba escuchando su nombre ocasionalmente como una canción. En casa siempre estuvo reinando en la habitación donde se escondían los libros prohibidos, donde brillaba la semilla de nuestra Revolución, donde papá sonreía abiertamente; como los dos héroes — el Che y Fidel — en aquella foto blanco y negro, que se quedó estampada en mi identidad.

    La primera vez que vi a Fidel Castro fue en la Isla. El mundo se me opacó y él brilló. Apreté los labios, levanté la ceja, supe que estaba frente a la historia y pensé: "Este hombre es vida — pero no sólo vida como dicen que es Dios, sino vida digna — y después de él, viene más vida digna".

    Él estaba frente a mí. Sólo supe sonreír; quererlo con los ojos y con las manos que estrecharon las suyas; manos de maestro, manos de Fidel. Él me habló. Parecía que todo pasaba muy despacio.

    Me lanzó una de sus bromas, nos reímos, él más que yo. Su risa era como una canción. Yo me reía bajito y tenía lágrimas en los ojos, estaba muy roja y le miraba la punta de los zapatos irrepetiblemente negros. Me dijo: "Vaya, no tengas pena, mi niña" y me cubrió con un abrazo de padre infinito de los que dan la certeza de que siempre estará todo bien. "Imposible sentir pena con usted, Comandante", musité...

    Supuse que la emoción nos pasaba sólo a los que lo queremos, a los que hacemos nuestra su vida heroica, a los que nos enamoramos de su brillo y lucidez, a los que lo estudiamos como un fenómeno histórico y como líder de hombres y mujeres libres, a nosotros, al pueblo; pero no, también vi muchos oligarcas, contrarrevolucionarios, algunos ignorantes y engañados, otros de derecha, convencidos y estudiados, arrepentidos frente a Fidel, fascinados con su presencia, adentrados en su verbo, sosteniendo hasta la muerte un retrato único con él. Es el poder de la historia, de la verdad que toda la humanidad quiere escuchar.

    La segunda vez que lo vi, el Comandante Fidel estaba con el presidente Chávez y Evo Morales, de Bolivia. Conversaban y se reían, hablaban de múltiples temas, hacían gestos y se confundían sus opiniones. Tan conectados están. Fidel dijo: "Bueno, hoy voy a hablar poquito, menos que Chávez", y se rieron de nuevo. La Plaza de La Revolución los esperaba rebosante de pueblo, de banderitas disciplinadas que aplaudían junto al viento.

    El primer orador fue Evo. Recordó su primera visita a La Habana, y demostró que sigue siendo el mismo combatiente indígena, ahora Presidente. Luego habló Chávez, quien ama tanto la integración, se explayó con esa pasión tan suya y tan nuestra, en los planes comunes y en los lazos entre los pueblos del mundo. Finalmente, Fidel los dobló en tiempo a los dos y una vez más envió una lección de ética al imperio. Él no se cansa, aunque sabe que el imperio no quiere aprender.

    Al terminar, Fidel entró al Memorial de José Martí, y al cruzarse conmigo me preguntó cándidamente: "¿Me tardé mucho? ¡Qué largo que estuvo ese discurso!". Volvimos a reírnos, pero le dimos la razón: hace falta que sigamos levantando la voz en contra del abuso; y él de manera incansable, ha sido baluarte de ello sin intermitencias, desde hace más de cuarenta años. Su vida perdurará sin duda. Y para su pronta recuperación, por supuesto que hacemos votos.

    Y claro que lo amamos infinitamente. El presidente Chávez se ha mostrado preocupado por el estado de salud del hermano cubano, porque más que eso, es el padre que también ha parteado a la Revolución Bolivariana, y la ha arrullado con una canción de vida, una que el pueblo cubano conoce muy bien, esa melodía que ellos seguirán entonando siempre; una que habla de vida, lucha y victoria. Esa canción de vida que Fidel nos cantará siempre.


Una prueba importante

Lohania Aruca Alonso


    Con gran atención escuchamos anoche la proclama de Fidel, una información precisa acerca de su estado de salud y las orientaciones al Gobierno, al Partido y al Pueblo cubano. A pesar de la dolorosa sorpresa que nos ha causado su repentina enfermedad, la comunicación, escrita en tono serio y profundamente realista, nos trasmitió una gran serenidad y valor.

    Una vez más se mostró la faz del gran estadista ante los momentos de pruebas difíciles para la Revolución cubana. La orientación de medidas previsoras, las consabidas para una situación crucial, llena de amenazas desde el exterior — a las que ya estamos acostumbrados muchas generaciones de cubanos —, y en medio de un panorama regional e internacional de alta complejidad, de grandes tensiones. El optimismo de la proclama frente a su posible recuperación, se expresa al solicitar que se posponga la celebración de su aniversario 80 para el 2 de diciembre, en este mismo año, y se una a la del 50 aniversario del desembarco del yate Granma en Playa Las Coloradas.

    De golpe me vinieron a la mente los recuerdos de la reacción firme de Fidel frente a problemas similares. La pulmonía que sufrió en los primeros tiempos del triunfo; su caída accidental, y el proceso de restablecimiento, puesto en ello toda su voluntad. Este es uno de los ejemplos más recientes. Siempre, mostró confianza plena en todos sus compañeros de lucha, en todo el pueblo revolucionario, que lo acompañó día a día con sus mensajes llenos de ánimo, cariño y sus votos por la rápida recuperación. Numerosas páginas del periódico Granma se llenaron con las voces, a la vez respetuosas y tiernas, de instituciones, organizaciones no gubernamentales, a más de personalidades nacionales y extranjeras. Mientras, los enemigos de la Revolución se congratulaban y celebraban el desafortunado incidente, sin observar las más elementales reglas de humanidad. Doy por supuesto que las desconocen u olvidaron su práctica desde hace mucho tiempo.

    También ahora mismo, en Miami, una parte de los ciudadanos híbridos, "cubano-americanos", se llena de jubilo, y celebra la enfermedad de nuestro Presidente. Consideran el traspaso provisional de sus poderes políticos y militares a otros miembros del Gobierno y Partido cubanos como ¡un triunfo final de ellos! ¡Hay que ver la dosis de cinismo y autoengaño con que se leen las noticias! Aunque el gobierno de Bush cautelosamente elude mostrar entusiasmo alguno por las nuevas; solamente ratifica que continuará trabajando por la "libertad de Cuba". ¡Dios en persona sea testigo, y nos libre de tales "amigos" — enemigos!

    En Cuba, reina la paz y la tranquilidad. Todos los cubanos sabemos lo que tenemos que hacer, y lo haremos sin falta. ¡Jamás será bajar la cerviz y doblarnos de rodillas! Ojalá que no se equivoquen, en esta triste coyuntura, muchos fanáticos y lunáticos que nunca han visto claro cuál es el meollo de nuestra Revolución socialista. Aquí, sobra para defenderla el Pueblo organizado, disciplinado y aguerrido; líderes como Fidel no se repiten con frecuencia en la Historia, es cierto, pero hombres y mujeres de entereza y capacidad probada, con larga experiencia de lucha exitosa y fieles por siempre a la causa justa, a su gran líder histórico, ya están al frente de la nación cubana. Seguimos adelante. ¡Votos por la rápida recuperación de la salud de Fidel!

      La Habana, martes, 01 de agosto de 2006



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