Cuba

Una identità in movimento


La storia non raccontata dei Cinque: la storia si ripete (13)

Ricardo Alarcón de Quesada


Solo un paio di giorni dopo l'incontro di García Márquez nella Casa Bianca, diplomatici statunitensi a L'Avana avvicinarono le autorità cubane.

Discutemmo, concentrando i temi soprattutto su quello che gli Stati Uniti avevano scoperto a proposito dei piani terroristici contro gli aerei civili e sull'avvertenza che l'Amministrazione Federale dell'Aviazione era stata obbligata a diffondere.

Durante quegli incontri gli Stati Uniti sollecitarono formalmente che una delegazione d'alto livello del FBI potesse venire a L'Avana, per ricevere dalla controparte le informazioni sulla campagna terroristica che era in atto in quei momenti.

Durante la preparazione di quella visita, il Segretario di Stato Assistente, John Hamilton, comunicò che questa volta


"... volevano sottolineare la serietà dell' offerta degli Stati Uniti d'investigare qualsiasi prova che Cuba poteva presentare".


Le riunioni si svolsero a L'Avana nei giorni 16 e 17 giugno del 1998. Consegnammo alla delegazione nordamericana abbondanti informazioni documentate e con testimonianze. Il materiale consegnato includeva le investigazioni relazionate con 31 azioni terroristiche che erano state perpetrate tra il 1990 ed il 1998, molte promosse dalla Fondazione Nazionale Cubano Americana, che inoltre aveva organizzato e finanziato le azioni più pericolose perpetrate dalla rete di Luis Posada Carriles.

Le informazioni includevano liste dettagliate e fotografie di armi, esplosivi ed altri materiali confiscati in ogni caso.

Addizionalmente c'erano 51 pagine, con prove relazionate al denaro apportato dalla FNCA a vari gruppi per realizzare attività terroristiche nell'Isola.

Il FBI ricevette anche registrazioni di 14 conversazioni telefoniche nelle quali Posada Carriles si riferiva agli attacchi violenti contro Cuba.

Si consegnarono dettagliate informazioni su come localizzare il noto assassino, gli indirizzi della sue case, dei luoghi che frequentava, i numeri di targa delle sue automobili in El Salvador, Honduras, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Guatemala e Panama.

Il FBI portò via i rapporti su 40 terroristi d'origine cubana, la maggioranza dei quali vivono a Miami, con i dati per incontrarli, uno per uno.

La delegazione nordamericana portò con sè anche tre mostre di 2 grammi ognuna di sostanze esplosive di bombe disinnescate prima dell'esplosione, scoperte nell'hotel Hotel Meliá Cohiba il 30 aprile del 1997, ed in un autobus per turisti, il 19 ottobre del 1997, oltre ad una bomba confiscata a due guatemaltechi il 4 marzo del 1998.

Consegnammo al FBI anche 5 cassette video e 8 cassette audio, le trascrizioni con le dichiarazioni dei centroamericani che erano stati arrestati per aver collocato le bombe negli hotel, che parlavano dei vincoli con le bande cubane e soprattutto con Posada Carriles.

La parte nordamericana riconobbe il valore delle informazioni e s'impegnò a dare una risposta il più presto possibile.

Ma non ricevemmo mai una risposta.

Nessuno sa con certezza quello che il FBI ha fatto con le prove e le dettagliate informazioni ricevute a L'Avana. Definitivamente non le utilizzarono per arrestare nemmeno uno dei criminali e tanto meno per fare investigazioni.

Il Dipartimento di Stato non era preoccupato per le informazioni che loro stessi avevano riunito a proposito degli attacchi terroristici ad aerei commerciali?

Che era avvenuto della loro preoccupazione per le vite e la sicurezza dei passeggeri, includendo quella dei passeggeri nordamericani?

Quella era la forma di


"... prendere misure immediate per un problema che meritava la completa attenzione del loro governo, e del quale si sarebbero occupati urgentemente... ",


come avevano promesso con solennità nella Casa Bianca? O


"... sottolineare la serietà degli Stati Uniti?"


Si può pensare che il FBI condivise le informazioni avute a L'Avana con i suoi accoliti di Miami. Se i fatti hanno alcun significato, il caso fu questo.

Il 12 settembre del 1998, quasi tre mesi dopo la visita a L'Avana, attraverso i media d'informazione venimmo a conoscenza dell'arresto di Gerardo, Ramón, Antonio, Fernando e René, e sapemmo che il signor Pesquera, capo del FBI a Miami, stava, in quella stessa mattina di sabato, visitando Ileana Ros Lehtinen e Lincoln Díaz-Balart — i Congressisti batistiani de Miami — per informarli della detenzione dei Cinque cubani.

La storia si ripeteva.

Nel 1996 il presidente Clinton aveva dato istruzioni per porre fine alle provocazioni aeree di Hermanos al Rescate, ma quando i suoi ordini giunsero a Miami, la banda locale cospirò per fare esattamente il contrario.

Nel 1998, lo stesso presidente sembrava disposto a porre fine alle azioni terroristiche contro Cuba — ed anche contro i nordamericani — ma quando si conobbero le sue intenzioni a Miami, il FBI le fece a pezzi.

Il Signor Pesquera ha riconosciuto in un'intervista data alla stampa, che la sua maggior difficoltà fu ottenere l'autorizzazione da Washington per arrestare i Cinque. Senza dubbio dev'essere stato così. Non si suppone che Washington si trova dalll¡aatra parte della barricata nella lotta contro il terrorismo?

Il signor Pesquera e i suoi accoliti vinsero, provando d'essere capaci d'ignorare la legge e la decenza e di mettere in ridicolo di nuovo il Comandante in Capo degli Stati Uniti (il presidente).

Vi ricordate di Elián?










    (Traduzione Granma Int.)







    Pagina inviata da Gioia Minuti
    (2 novembre 2009)


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