Cuba

Una identità in movimento


La storia non raccontata dei Cinque: i ciliegi in fiore (12)

Ricardo Alarcón de Quesada


Attrarre il turismo straniero era allora — alla metà e alla fine degli anni '90 — una delle poche possibilità per ottenere le entrate così necessarie in moneta forte. Sapendo questo, Washington rese più forti le sue sanzioni e le minacce contro le compagnie straniere che investivano in Cuba e o che facevano transazioni con l'Isola.

In coincidenza, la detta Fondazione Nazionale Cubano-Americana (FNCA) e altri gruppi terroristici dichiararono apertamente "nemici" i visitatori e giustificarono gli attacchi violenti contro di loro.

Mentre un gran numero di turisti arrivava nell'Isola, una serie di bombe esplosero o furono scoperte in numerosi hotels e luoghi di vacanze, tra il 1997 ed il 1998.

Da aprile a settembre del 1997, gli attacchi ebbero come principale obiettivo la capitale, L'Avana. Come risultato ci furono quattro feriti per le esplosioni negli hotels Nacional e Capri. Il 4 settembre ci furono esplosioni quasi simultanee negli hotels Copacabana, Chateaux e Tritón, ed in un ristorante de L'Avana. Nel Copacabana fu assassinato Fabio di Celmo, un giovane turista italiano.

L'11 agosto del 1997, nel mezzo d'una campagna terrorista, la FNCA fece una dichiarazione pubblica descrivendo quei fatti come:


"... incidenti di ribellione interna avvenuti in Cuba durante le ultime settimane e manifestando che la Fondazione Nazionale cubano-americana li appoggiava senza esitazioni e senza riserve".


Non esisteva nulla di interno e tanto meno di ribellione.

Alcuni mercenari centroamericani, arrestati a L'Avana, avevano ammesso di operare seguendo le istruzioni di Posada Carriles, un criminale fuggitivo, che era scappato da un processo per aver pianificato ed organizzato la prima distruzione in volo di un aereo civile, nel 1976, e che in questo preciso momento gode di una totale impunità a Miami. Il 12 luglio del 1998 in un'intervista in prima pagina del "New York Times", Posada Carriles aveva ammesso la sua totale responsabilità nei nuovi fatti terroristici, riconoscendo che era stato finanziato dalla FNCA e, cinicamente, riferendosi a Fabio di Celmo, aveva detto che:


"... si trovava nel posto sbagliato e nel momento sbagliato", ma che la sua morte non lo turbava, affermando che lui, Posada, "poteva dormire come un bambino".


Poi Posada ha ripetuto queste parole di fronte alle telecamere, in un programma trasmesso in tutti gli Stati Uniti.

Tra marzo e aprile del 1998, il Dipartimento di Stato ed i suoi rappresentanti a L'Avana si misero in contatto varie volte con il governo cubano, per condividere informazioni sensibili ottenute, la più grave di tutte relazionata con possibili attacchi ad aerei civili che volavano verso l'Isola.

Abbiamo trascorso ore esaminando insieme quello che i nordamericani considerarono tanto verosimile che fecero sì che la FAA, Amministrazione Federale dell'Aviazione, emettesse un avviso speciale alle compagnie aeree.

In vista di quei positivi scambi, Fidel prese un'importante iniziativa.

Gabriel García Márquez, noto amico di Cuba e del leader della Rivoluzione, doveva viaggiare per partecipare ad una conferenza a Princeton, e sperava di incontrare il Presidente Clinton, lettore e ammiratore, come milioni di persone del Premio Nobel di Letteratura.

Il 18 aprile, Fidel personalmente scrisse un messaggio per Clinton e lo consegnò allo scrittore colombiane, che giunse nella capitale degli Stati Uniti il 1º maggio. Aspettò vari giorni:


"Nell'alcova impersonale di un albergo di Washington, dove giunsi a scrivere dieci ore al giorno. Senza dubbio, anche se non me lo confessavo, la vera ragione di quella reclusione era la custodia del messaggio custodito nella cassaforte... mi dedicai a proteggerlo, mentre scrivevo e ricevevo visite nella stanza dell'hotel".


Non potendo ricevere Gabo personalmente, il Presidente Clinton dispose che alcuni dei suoi assessori più vicini lo ricevessero nella Casa Bianca, il 6 maggio. In accordo con il rapporto del Gabo, il messaggio di Fidel fu preso molto seriamente. Uno dopo l'altro lo lessero con molto interesse. Richard Clarke, alto funzionario del Consiglio di Sicurezza Nazionale (CSN) disse:


"Che avrebbero fatto i passi immediati per un piano congiunto Stati Uniti-Cuba, contro il terrorismo".


James Dobbins, anche lui alto funzionario del CSN, concluse che:


"Avrebbero mandato un comunicato alla loro ambasciata (sic!) in Cuba, per incamminare il progetti".


Mack McLarty:


Espresse la sua gratitudine per la grande importanza del messaggio, degno di tutta l'attenzione da parte del loro governo e del quale si sarebbero occupati con urgenza”.


Per concludere la riunione nella Casa Bianca, Mack McLarty disse:


"La sua missione era della maggior importanza e lei l'ha compiuta molto bene".


Sia il messaggio di Fidel, che la completa ed affascinante descrizione di García Marquez della missione, sono state rese pubbliche, senza edizione stampata, da Fidel Castro, in un discorso pubblico speciale, il 20 maggio del 2005 ("Una Conducta Diferente", www.antiterroristas.cu).

Avendo concluso quel compito così delicato, Gabo era felice o quasi completamente felice:


"La mia sola frustrazione era non aver scoperto e goduto sino ad allora il miracolo dei ciliegi in fiore, di quella splendida primavera. Ebbi solo il tempo di fare la valigia e prender l'aereo del pomeriggio. Quello che mi aveva portato dal Messico quattordici giorni prima era tornato alla sua base con una turbina rotta e così aspettammo quattro ore nell'aeroporto per un altro aereo disponibile. Quello che presi di ritorno, dopo la riunione nella Casa Bianca, ebbe un ritardo a Washington di un'ora e mezzo, mentre riparavano il radar con i passeggeri a bordo. Prima d'atterrare in Messico, cinque ore dopo, dovette sorvolare la città per quasi due ore, per via di una pista fuori servizio. Da quando ho cominciato a volare cinquantadue anni fa, non mi era mai successo niente di simile. Ma non poteva avvenire altro, per un'avventura pacifica che deve mantenere uno spazio privilegiato nella mia memoria" (dall'intervista concessa a Counterpuch / Traduzione Granma Int.).










    (Traduzione Granma Int.)







    Pagina inviata da Gioia Minuti
    (29 ottobre 2009)


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