Cuba

Una identità in movimento

Nicolás Guillén: piccola antologia in italiano — 4


Elegia a Emmett

Madrigale

Due epigrammi

Io ho

A Eumir Civrny, a Praga

Canta il "sinsonte" sul Monte Turquino

Mister Wood, Mister Taft, addio!

Sta bene

Strofette americane

Ahi, che grande tristezza!


Elegia a Emmett

Il corpo mutilato di Emmett, di 14 anni, di Chicago, Illinois, è stato ripescato nel fiume Tallahatchie, presso Green Wood, il 13 agosto, tre giorni dopo che il ragazzo era stato rapito dalla casa di suo zio da un gruppo di bianchi armati di fucile...



Madrigale

Il tuo ventre ne sa più della tua testa
e quanto le tue cosce.
Questa
è la forte grazia negra
del tuo corpo nudo.
Marchio di selva è il tuo,
con rosse collane,
braccialetti d'oro ricurvo,
e quel caimano oscuro
che nuota nello Zambesi dei tuoi occhi.
The Crisis, New York, ottobre 1955
Nell'America del Nord la Rosa dei Venti ha il petalo sud rosso di sangue.
Il Mississippi passa,
— vecchio fiume fratello dei negri! — con le vene aperte nell'acqua,
il Mississippi quando passa, sospira il suo vasto petto e nella sua barbara chitarra,
il Mississippi quando passa, dure lacrime piange.
Il Mississippi passa, e guarda il Mississippi quando passa, alberi silenziosi
da cui pendono grida già mature, il Mississippi quando passa, e guarda il Mississippi quando passa, croci di minaccioso fuoco,
il Mississippi quando passa, e uomini di terrore e urla, il Mississippi quando passa, e il notturno rogo alla cui luce cannibalesca danzano gli uomini bianchi, e il notturno rogo con un eterno negro che brucia, un negro immobilizzato, avvolto nel fumo il ventre aperto, umidi gli intestini, il perseguitato sesso, laggiù nel Sud alcolico,
laggiù nel Sud dell'oltraggio e della frusta, il Mississippi quando passa.
E adesso, Mississippi,
— vecchio fiume fratello dei negri! — adesso un fragile ragazzo, piccolo fiore delle tue rive, non ancora radice dei tuoi alberi, non tronco dei tuoi boschi, non pietra del tuo letto, non caimano dèlle tue acque:
un ragazzo appena, un ragazzo morto, assassinato e solo, negro.
Un ragazzo con la sua trottola, i suoi amici, il suo quartiere, la sua camicia della domenica, il suo biglietto per il cinema, il suo banco e la sua lavagna, la sua boccetta d'inchiostro, il suo guanto da baseball, il suo programma di boxe, il suo ritratto di Lincoln, la sua bandiera americana, negro.
Un ragazzo negro, assassinato e solo, che una rosa d'amore
ha gettato al passaggio d'una fanciulla bianca.
Oh, vecchio Mississippi
— oh, re, fiume di profondo manto! — arresta qui la tua processione di spume, la tua azzurra carrozza a trazione oceanica:
guarda questo corpo lieve, angelo adolescente che aveva non ancora ben rimarginate le cicatrici sulle spalle dove gli spuntavano le ali; guarda questo volto dal profilo assente, disfatto da pietra su pietra,
da piombo e pietra, da insulto e pietra; guardargli aperto petto,
il sangue antico per il duro coagulo. Vieni e nella notte illuminata da una luna di tragedia, la lenta notte dei negri
con le loro fosforescenze sotterranee, vieni e nella notte illuminata, dimmi tu, Mississippi, se potrai contemplare con occhi d'acqua cieca e braccia di titano indifferente, questo lutto, questo delitto, questo minuscolo morto invendicato, questo cadavere colossale e puro:
vieni e nella notte illuminata tu, carico di pugni e d'uccelli, di sogni e di metalli, vieni e nella notte illuminata, vecchio fiume fratello dei negri, vieni e nella notte illuminata, vieni e nella notte illuminata, dimmi tu, Mississippi...



Due epigrammi

Generale
Hanno dato un'altra medaglia al generale Mitraglia. Altro adesso non gli resta che conoscere un bel giorno come è fatta una battaglia.
Luna
Questa notte, quando spunterà la luna, la cambierà in pesetas. Ditelo pure, se volete, non m'importa che si sappia; per quanto essa sia un vecchio ricordo di famiglia.



Io ho

Quando mi vedo e mi palpo,
io, Juan-senza-Nulla fino a ieri,
e oggi Juan-con-Tutto,
e oggi con tutto,
volgo gli occhi, guardo,
mi vedo e mi palpo
e mi chiedo com'è potuto accadere.
Io ho, vediamo un po',
io ho il piacere di girare il mio paese, padrone di tutto quanto vi è, e di guardare da vicino ciò che prima non ho avuto né potevo avere. Zafra posso dire, montagna posso dire, città posso dire, dire esercito, e son miei per sempre, e tuoi, e nostri, e un ampio splendore di raggio, stella e fiore.
Io ho, vediamo un po', ho il piacere d'andare
io, contadino, operaio, gente semplice, ho il piacere d'andare
(è solo un esempio)
in una banca a parlare con l'amministratore, non in inglese, non dandogli del signore, ma dicendogli compañero come si dice in spagnolo.
Io ho, vediamo un po', che come negro nessuno mi può fermare
sulla porta di un dancing o di un bar. Oppure alla portineria d'un albergo gridarmi che non c'è una camera, una piccolissima camera e non una camera enorme, una piccola camera dove io possa riposare.
Io ho, vediamo un po', che non esiste una guardia rurale
che possa prendermi e chiudermi in prigione, o che mi strappi e mi cacci dalla mia terra per lasciarmi in mezzo alla strada provinciale.
Io ho, che come ho la terra ho il mare, non country, non high life, non tennis e non yacht, ma di spiaggia in spiaggia e d'onda in onda, gigantesco azzurro aperto democratico:
insomma, il mare.
Io ho, vediamo un po',
che ho già imparato a leggere,
a contare,
ho che ho imparato a scrivere,
e a pensare
e a ridere.
Io ho, che ho dove poter lavorare e guadagnare quello che ho da mangiare. Io ho, vediamo un po', ho quello che avevo da avere.



A Eumir Civrny, a Praga

Puoi vendermi la brezza che ti passa fra le dita e ti batte sul viso e ti scompiglia? Potresti forse vendermi 'cinque pesos di vento, o, magari, vendermi un temporale? Forse l'aria fina
mi venderesti, l'aria (non tutto) che percorre nel tuo giardino corolle e corolle, nel tuo giardino per gli uccelli, dieci pesos d'aria fina?
L'aria gira e passa
in una farfalla.
No, non è di nessuno.
Puoi vendermi cielo, il cielo alcune volte azzurro, o altre volte anche grigio, una particella del tuo cielo, quello che hai comprato, tu pensi, con gli alberi
del tuo orto, come chi compra il tetto con la casa? Puoi vendermi un dollaro
di cielo, due chilometri
di cielo, un pezzo, quello che puoi, del tuo cielo?
Il cielo sta nelle nubi.
Alte le nubi passano.
No, non sono di nessuno.
Puoi vendermi la pioggia, l'acqua
che t'hanno dato le lacrime e che ti bagna la lingua? Puoi vendermi un dollaro d'acqua
di sorgente, una nuvola gravida, crespa e dolce come un'agnella. oppure acqua piovuta sulla montagna, o l'acqua delle pozze
abbandonate ài cani, e una lega di mare, o forse un lago, cento dollari di lago?
L'acqua cade, si rovescia.
L'acqua si rovescia, passa.
No, non è dì nessuno.
Puoi vendermi terra, la profonda notte delle radici; denti
di dinosauro e calce dispersa di scheletri remoti?
Puoi vendermi selve già sepolte, uccelli morti, pesci di pietra, zolfo
dei vulcani, mille milioni d'anni che salgono a spirale? Puoi tu vendermi 'terra, puoi vendermi terra, puoi?
La terra tua è mia.
Tutti i piedi la pestano.
No, non è di nessuno.



Canta il "sinsonte" sul Monte Turquino

— Passeggeri in transito, si cambia aereo per sognare!
— Oui, monsieur. Sissignore.
Nato a Cuba, lontano, vicino a un palmizio...
Di transito, sì. Me ne vado.
Zucchero? Sissignore.
Zucchero, da un punto all'altro del mare. Nel mare? Un mare di zucchero, allora?
— Un mare.
— Tabacco?
— Sissignore.
Fumo, da un punto all'altro del mare.
E calore.
— Lei balla la rumba?
— Nossignore,
no, non la so ballare.
— E inglese, non parla inglese?
— No, monsieur; nossignore,
non l'ho mai potuto parlare.
— Passeggeri in transito, si cambia aereo per sognare!
E poi pianto. Dolore.
Poi la vita e la sua corsa.
Poi il sangue e il suo splendore.
E qui mi trovo.
E oggi è già domani.



Mister Wood, Mister Taft, addio!

Mister Magoon, addio! Mister Lynch, addio! Mister Crowder, addio! Mister Nixon, addio! Mister Night, Mister Shadow, addio!
Potete andarvene, folla
bestiale, e possa non vedervi più.
È presto; per questo debbo lavorare.
è già tardi; per questo comincia ad albeggiare.
Va tra le pietre il fiume...
— Buongiorno, Fidel!
Buongiorno bandiera; buongiorno, scudo. Palma, freccia interrata, buongiorno. Buongiorno, profilo di medaglia, violento barbudo di bronzo, vendicativo machete nella destra. Buongiorno, pietra dura, onda fissa della Sierra Maestra. Buongiorno, mie mani, mio cucchiaio, mia minestra, mia officina e mia casa e mio sogno; buongiorno, mio riso, mio mais, mie scarpe, mio abito; buongiorno, mio campo e mio libro e mio sole e mia terra
senza padrone.
Buongiorno, mia patria vestita a festa; buongiorno, signore e signora; buongiorno, montanaro che sul monte nasci alla vita;
buongiorno, ragazzo che canti nella vita e ardi nell'aurora. Operaio in anni, buongiorno.
Buongiorno, fucile. Buongiorno, trattore. Zucchero, buongiorno. Poeti, buongiorno. Sfilate, buongiorno. Ordini, buongiorno.
Buongiorno, alte ragazze come caste canne. Canzoni, stendardi, buongiorno. Buongiorno, oh terra delle mie vene, compressa pannocchia di pugni, sonaglio di vittoria...
La campagna odora di pioggia recente. Una testa negra e una testa bionda, unite vanno per lo stesso cammino, incoronate dallo stesso fraterno alloro. L'aria è verde. Canta il sinsonte sul Turquino...
— Buongiorno, Fidel



Sta bene

Sta benone che tu canti quando piangi, nero fratello, nero del Sud crocifisso;
bene i tuoi spirituals, i tuoi stendardi, le tue marce, e gli attestati dei tuoi avvocati. Sta benone.
Sta bene che pattini dietro alla giustizia,
— oh, quell'ingenuo pattinatore
che ha ingoiato aria fino a Washington da Chicago! —; bene che tu protesti sui giornali,
bene i tuoi pugni chiusi e Lincoln nella sua effigie. Sta benone.
Bene i tuoi sermoni nei templi minacciati dalla dinamite, bene la tua insistenza eroica
nel voler stare accanto ai bianchi, perché la legge — la legge? — proclama l'uguaglianza di tutti gli americani,
Sta bene. Sta benone. Sta benissimo,
fratello nero del Sud crocifisso. Ma ricordati di John Brown, che non era nero e t'ha difeso con un fucile in mano.
Fucile: arma da fuoco portatile (così dice il dizionario) con cui sparano i soldati.
C'è da aggiungere: Fucile (in inglese "gun":
arma con cui anche rispondono gli schiavi.
Ma se capita (questo accade), ma se capita, fratello, che non hai fucile, ebbene allora, in questo caso, dico, non so, cercati qualcosa
— una mazza, un bastone, una pietra — qualcosa che faccia male, qualcosa di duro che ferisca, che colpisca, che faccia sanguinare, ma qualcosa.
Governatore
Quando avrai insegnato al tuo cane ad avventarsi su un negro e a strappargli il fegato con un morso, quando saprai anche
per lo meno latrare e dimenar la coda, rallegrati: ormai sei in grado,
o bianco, di diventare governatore del tuo Stato,



Strofette americane

I
America torturata, ti voglio percorrere dall'Argentina al Guatemala, passando dal Paraguay.
La mano all'indio di Bolivia io voglio tendere; farmi portare dal Pilcomayo e arrivare al Mamoré.
Se me ne andassi lungo il Sud dalle nere schiene, le notti illuminerei con incendi di cotone.
Ah, popolo d'ogni paese, ah, popolo vieni con me; piede a piede, piede e mano, andremo piede su pie'.
II
Giamaica piange in inglese, Haiti nel suo patois, in lingua mista le altre isole, e tutte senza libertà.
Da Muiioz in Portorico io voglio sapere perché dice, sempre dice, dice sempre, sempre yes.
Santo Domingo, casi santo, lascia pure il tuo altare, così santo, Santo Domingo, e andiamo via sul mare.
Ah, popolo d'ogni paese, ah, popolo vieni con me; piede a piede, piede e mano, andremo piede su pie'.
III
A morte il generalotto, spadone sopraffattorel Evviva la primavera, ed evviva il mio cuore!
Ahi, generale Sandino, torna a partire diretto a Las Segovias, ch'io ti voglio seguire.
I barbudos della mia terra
cantando vanno
con contadini e operai,
e mai si separeranno.
Ah, popolo d'ogni paese, ah, popolo vieni con me;
piede a piede, piede e mano, andremo piede su pie'.
IV
Siccome siamo tutti vicini, vi voglio raccontare una storia che m'hanno detto e non ho potuto scordare.
"Padre" chiamò Bolívar,
Mani chiamò;
era una notte stellata,
e il vento gli replicò.
Sullà nostra America il vento, il vento passa così con Bolívar a cavallo e nella tribuna Martí.
Ah, popolo d'ogni paese, ah popolo vieni con me; piede a piede, piede e mano, andremo piede su pie'.
V
Vidi una volta un marinaio, lo vidi arrampicare su un'alta fronte di marmo e su quella fronte sputare.
Uno yankee della sua Ambasciata venne e lo aiutò;
cannoni lo protessero, e sotto i cannoni squagliò.
Tutto il sangue nel volto tuo si affollò;
meno male che so come si chiama e da che parte se ne andò.
Ah, popolo d'ogni paese, ah, popolo vieni con me; piede a piede, piede e mano, andremo piede su pie'.



Ahi, che grande tristezza!

(Son)
Ahi, che grande tristezza, ahi, che triste mi sento, nel veder scappare questo negro senza che nessuno l'insegua.
Si spaventò, pare che si spaventò, da Cuba parti, scappò, arrivò a Miami e là a Miami restò. Ma proprio a Miami?
Eh no!
Ciò mi domando, ciò.
— A Miami te n'andasti un dì, hai venduto la tua libertà, la tua vergogna e allegria:
io so che ti peserà!
Un negro a Miami non ha casa dove abitare; un negro a Miami non ha tavola dove mangiare; un negro a Miami non ha letto dove riposare; un negro a Miami
non ha bicchiere dove bere, se non è la casa, se non è la tavola, se non è il letto, se non è il bicchiere d'un nero nero come lui è.
— A Miami te ne andasti un dì, hai venduto la tua libertà, la tua vergogna e allegria:
io so che ti peserà!
Ahi, che grande tristezza, ahi, che triste mi sento, nel veder scappare questo negro senza che nessuno l'insegua.




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Cuba. Una identità in movimento

Webmaster: Carlo Nobili — Antropologo americanista, Roma, Italia

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