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Le "colpe" di Cuba e la doppia morale dell'informazione politica in Italia
Rete dei Comunisti
In questi giorni, il Parlamento Europeo ha approvato due risoluzioni su problemi internazionali.
La prima è una Risoluzione di sostegno al Rapporto Goldstone sui crimini di guerra commessi a Gaza durante l'offensiva militare israeliana nel dicembre 2008 (dove furono uccisi più di 1.400 palestinesi e feriti altre migliaia) e di condanna per la prosecuzione dell'assedio di Gaza che aggrava la situazione umanitaria della popolazione palestinese.
La seconda Risoluzione condanna invece la Repubblica di Cuba per la morte "evitabile" e "crudele" del detenuto Orlando Zapata, ed in cui si esprime preoccupazione per "lo stato di salute allarmante" di un altro detenuto, Guillermo Farinas.
Se qualcuno cercasse traccia di queste due risoluzioni del Parlamento Europeo nell'informazione politica nel nostro paese, troverebbe ampia enfasi e informazione su quella contro Cuba e scarsissime notizie su quella contro Israele. Come mai questa asimmetrica e per molti aspetti faziosa attenzione?
La realtà ci rivela molte cose inquietanti e significative.
- Il Parlamento Europeo si sente la responsabilità di giudicare la situazione dei diritti umani in altri paesi esprimendo condanne contro uno Stato (Israele) che ha ucciso deliberatamente 1.400 palestinesi (di cui la maggior parte civili) e che stringe con l'assedio e l'embargo una popolazione di 1,5 milioni di persone che erano già in emergenza umanitaria ancora prima dei bombardamenti e dell'embargo, e poi contro un altro Stato (Cuba) nel quale un solo detenuto è morto in ospedale ed un altro è in uno stato di salute ritenuto "allarmante". L'asimmetria è evidente anche a occhio nudo. È chiaro sempre nei processi storici che le responsabilità vanno individuate e misurate in termini veritieri e di classe e che hanno comunque un peso e conseguenze enormemente diverse tra loro in funzione degli interessi di classe rappresentati.
- I giornali e le agenzie italiane si sono precipitate a dare spazio alla Risoluzione del Parlamento Europeo contro Cuba ma non ne hanno trovato affatto per quella contro Israele. Come mai? È il solito sistema dei due pesi e due misure? No, è qualcosa di peggio. A Israele la comunità internazionale continua a permettere di fare quello che vuole violando risoluzioni dell'ONU, convenzioni internazionali, sentenze della Corte internazionale dell'Aja senza mai subirne le conseguenze. Contro Cuba viene utilizzato qualsiasi evento per scatenare campagne di guerra mediatica per colpire sistematicamente la Rivoluzione e i processi di autodeterminazione. Anzi, ogni occasione viene utilizzata per cercare di schierare l'Unione Europea al fianco del blocco statunitense contro l'isola. E perché questo accanimento contro Cuba?
- A Cuba evidentemente non viene perdonato di essere uno dei pochi Stati del mondo prodotto da una Rivoluzione popolare che non ha accettato di dissolversi nel 1989 (come avvenuto in diversi paesi europei), che ha resistito per cinquanta anni all'aggressione di un vicino potente, ingombrante e arrogante come gli USA, ma che — soprattutto — ha dato un contributo decisivo per liberare in questi dieci anni un numero crescente di paesi latinoamericani dal dominio neoliberista e dall'imperialismo, e dai loro misfatti militari, economici e sociali che vedono responsabilità non solo degli USA ma anche di governi e multinazionali europee. È questo che i governi, i mezzi di informazioni e i poteri forti del capitalismo anche europeo non perdonano a Cuba.
Cuba non ha nulla da imparare dai paesi capitalisti e imperialisti, né in tema di diritti umani, né di diritti civili e di diritti sociali. Il Parlamento Europeo con questa condanna continua la sua politica contro la sovranità di Cuba e contro i processi di autodeterminazione dei popoli; un Parlamento che non condanna mai le continue violazioni dei diritti umani nei paesi europei e che più volte si è segnalato per provvedimenti e linee di indirizzo contro gli immigrati, contro le lotte e le rivendicazioni dei lavoratori, dei disoccupati, dei precari, dei senza casa, dimostrandosi invece sempre più servile verso gli interessi delle multinazionali e dei poteri economici forti che aggrediscono militarmente, economicamente, socialmente tutti coloro che lottano per la propria indipendenza, per la propria emancipazione, per la propria sopravvivenza.
Al contrario dell'Europa, in molti paesi del mondo, ci sono popoli, partiti, governi che hanno ben compreso la responsabilità che si è sempre assunta la Rivoluzione socialista di Cuba verso la storia e il futuro dell'umanità, una responsabilità che — con tutte le contraddizioni e gli errori che si possono commettere quando si lotta duramente e si è assediati — si fonda sull'indipendenza, sulla dignità, la giustizia sociale.
La Rete dei Comunisti, anche in questa occasione intende riaffermare la propria piena solidarietà al popolo, al governo e al Partito Comunista di Cuba e denunciare la insostenibile doppiezza del Parlamento Europeo e del sistema massmediatico in Italia.
Pagina inviata da Luciano Vasapollo
(13 marzo 2010)
Cuba. Una identità in movimento
Webmaster: Carlo Nobili — Antropologo americanista, Roma, Italia
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