Con il passare del tempo, Baracoa continuò ad essere una terra magica e piena d'incanto e forse furono queste le ragioni più significative che portarono Magdalena Menasses Rovenskaya, dopo un lungo pellegrinaggio per il mondo, a stabilirsi a Baracoa.
Era una donna affascinante, dicono le descrizioni, ed anche enigmatica, di grande cultura e con una bellissima voce da soprano.
Attorno a lei si tessero leggende e miti che accompagnarono l'enigma sulla sua decisione di stabilirsi in un punto così isolato dell'Isola dei Caraibi.
Il paradosso è che, essendo partita dalla sua Russia natale, fuggendo da una Rivoluzione che avrebbe cambiato il corso della storia, dopo il suo itinerario per altre terre del mondo, nel 1929 scelse Baracoa come destinazione finale. Nell'Isola la sorprese molti anni dopo il trionfo di un'altra Rivoluzione, che innalzava le bandiere di coloro che lottano per un mondo migliore, divenendo un nuovo spazio emancipato.
Questo pittoresco personaggio che passò alla storia con il nome di "la russa di Baracoa", assimilò spontaneamente questa seconda Rivoluzione che penetrava nella sua vita.
Forse comprese che non si può scappare dal tempo e che il modo migliore per dare senso alla vita personale è apportare il meglio di se stessi agli ideali di giustizia sociale.
Come affermano gli storiografi, non solo ospitò nel suo albergo importati figure del movimento rivoluzionario durante la clandestinità, come Fidel, Celia ed altri, ma che una volta sancito il trionfo, s'incorporò come una cubana nell'ondata di popolo scatenata dal processo popolare.
Quando morì nel 1978 avevamo le certezza che Magdalena non sarebbe stata ricordata unicamente nell'orientale località cubana che l'accolse per la maggior parte della sua esistenza, ma per molte altre cose.
La sua vita, quasi accarezzata dalla leggenda, ispirò Alejo Carpentier per il personaggio de Vera, nel romanzo "La consacrazione della primavera".
Traduzione di Gioia Minuti
Pagina inviata da Gioia Minuti
(31 gennaio 2010)