Egregio Enrico Vaime,
questa mattina ho ascoltato la sua rubrica a "Omnibus", lo faccio spesso in quanto apprezzo molto le sue opinioni e l'intelligenza con cui commenta fatti ed eventi dei nostri giorni. Però già in passato alcune sue affermazioni al riguardo di Cuba mi hanno lasciato abbastanza perplesso, mi sono chiesto come sia possibile che un osservatore attento come lei possa cadere vittima di stupidi luoghi comuni e false propagande messe in giro dalla poderosa macchina propagandista al servizio dei potenti che dominano il pianeta per screditare coloro che non intendono sottomettersi al loro criminale dominio. Noti bene, lo chiamo criminale a ragion veduta perché dovrebbe essere chiaro come l'acqua che questi paladini della libertà e dei diritti umani sono i responsabili della situazione drammatica in cui ci troviamo a vivere in questa epoca che ci vede vittima di una visione unipolare dei rapporti internazionali e che sta causando un'incredibile ed inaccettabile mattanza in ogni angolo del pianeta dove la sete di dominio sta mettendo in atto aggressioni di una crudeltà inaudita che nemmeno il nazismo è riuscito a tanto. Le aggressioni imperialiste, scusi il termine caduto in disuso ma mai così attuale, a cui stiamo assistendo sono qualcosa che tutte le persone ancora dotate di un minimo di umanità dovrebbero ripudiare e combattere in tutti i modi, sia per i gravi crimini che vengono commessi sia per le ragioni addotte per poterli perpetrare, ragioni che sfidano l'intelligenza delle persone ma che, proprio perché portate avanti da una campagna mediatica senza precedenti, riescono a condizionare le coscienze di grandi masse di cittadini.
Ritornando alla questione cubana, anche il sottoscritto, militante della sinistra fin dalla gioventù, è rimasto vittima dei luoghi comuni che vogliono mettere in cattiva luce l'esperienza rivoluzionaria di quel popolo e che è servita, a destra come a sinistra, a far credere che solo la nostra "democrazia" possa essere un sistema che garantisca giustizia e rispetto dei diritti umani. E come questa democrazia difenda i diritti dei cittadini è sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere la tragicità della realtà in cui viviamo. Anch'io sono cresciuto con la convinzione che sull'isola caraibica ci fosse un regime dittatoriale che nega i più elementari diritti umani e che i
cubani fossero vittima di un sistema oppressivo e repressivo. Poi la vita mi ha portato a dover conoscere da vicino il "mostro", ho iniziato a passare parte dell'anno in quel paese ed in quel sistema e, non lo nego, non è stato facile trovarmi a vivere in una situazione completamente estranea alla mia formazione "democratica" e progressista. I primi tempi mi sembrava veramente di vivere in un paese dove mancavano tutte quelle certezze che mi ero costruito in tanti anni di militanza "impegnata", i giornali, la televisione e le radio cubane mi sembravano all'opposto di quello che credevo fosse il vero scopo dei mezzi di informazione "democratici".
Senza farla troppo lunga, ora che sono passati alcuni decenni e che ho scelto Cuba come mia seconda patria dove vivo buona parte dei miei giorni, posso dire esattamente il contrario. Quando torno in Italia non mi riesce più di leggere un giornale, di guardare la tv, salvo rare eccezioni tra cui "Omnibus", e di ascoltare la radio. Lo giuro che quando lo faccio diventa un vero strazio, quello che leggo, che ascolto e che vedo mi sembra semplicemente allucinante, si dicono cose incredibili, si raccontano fatti che rispondono solo agli interessi degli editori e MAI corrispondono alla realtà ed ogni volta che ritorno trovo un paese sempre più imbarbarito ed impoverito, o meglio, più ricco per pochi e più povero per molti. Per non parlare della povertà spirituale e della scomparsa di ogni valore etico e morale. E che strazio scoprire che ogni giorno ci sono genitori che ammazzano figli e figli che ammazzano genitori, che i delitti in famiglia hanno ormai superato in quantità quelli che avvengono, e non sono pochi, fuori dalle mura domestiche.
Di fronte a questa realtà angosciante mi diventa sempre più difficile riadattarmi alla vita del paese dove sono nato e cresciuto, specialmente dopo mesi trascorsi in un paese pacifico dove il lavoro non è sfruttamento, dove non ci sono padroni, dove l'allegria e la gioia di vivere la fanno da padroni, dove l'amore per i propri simili è sacrosanto, dove l'ambiente, gli anziani ed i bambini sono considerati un patrimonio da tutelare più di ogni altra cosa, dove non esiste una religione di stato ma qualsiasi culto viene esercitato liberamente, dove sport e cultura sono pratica quotidiana di tutti e non di qualche elite, e via umanizzando. Tutto questo non potrebbe avvenire in un sistema come quello che artatamente si vuole descrivere, la presunta mancanza di democrazia non potrebbe produrre tanto amore e tanta solidarietà umana.
Dopo queste premesse vorrei invitarla ad approfondire i temi che ha trattato nella sua rubrica, si informi sul fenomeno delle "fughe", si renderà conto chi e perché lo ha generato e quali sono gli intenti dei criminali che speculano su tragedie generate da personaggi senza scrupoli che difendono interessi criminali, si darà conto di come il governo cubano abbia messo in atto tutti gli strumenti possibili perché i cittadini cubani possano lasciare l'isola senza essere costretti a rischiare la vita su mezzi di fortuna, capirà perché un cubano che decide di emigrare viene additato come uno che "fugge" mentre se lo fa un qualsiasi cittadino di un'altro paese del Terzo Mondo, molti dei quali vittime di vere dittature di cui non si parla, va semplicemente a "cercare una vita migliore".
Si accorgerà che l'emigrazione cubana è in stragrande maggioranza la stessa di quella di altri popoli, solamente viene propagandata ad arte da gentaglia al servizio del potente vicino del nord, e si accorgerà che emigrano molti più haitiani, messicani, giamaicani, dominicani, ecc. che cubani ma che questo non viene detto. Scoprirà che mentre l'emigrazione generalmente viene repressa brutalmente dalle autorità e dalle polizie imbarbarite dei paesi "ricchi", quella cubana viene incentivata per usarla come arma propagandistica. Si informi sulla realtà che sta dietro ai presunti "dissidenti", e a chi obbediscono quelli che la stragrande maggioranza dei cittadini cubani non esitano a definirli con il loro nome, cioè MERCENARI.
Provi ad entrare nel merito dei veri motivi per cui alcuni di questi "eroi" si trovano in carcere e provi a chiedersi perché alcuni di loro preferiscono finire sulle prime pagine dei nostri giornali e delle nostre televisioni invece di candidarsi alle elezioni. A Cuba non ci sono i partiti che candidano i loro prediletti ma si può candidare chiunque e quando qualche dissidente lo ha fatto, è successo recentemente, ha raccolto la bellezza di 5 voti, nemmeno quelli dei suoi famigliari.
Provi caro Vaime ad informarsi sulle cosiddette Dame in bianco, quelle che cercarono maldestramente di imparentarsi con le Abuelas e Madres de Plaza de Mayo argentine le quali si sono affrettate a prendere perentoriamente le distanze da quelle signore nullafacenti, ingioiellate e mantenute dai proventi che il governo Usa mette generosamente a disposizione di chi in ogni maniera si presta a denigrare il governo cubano, uno dei pochi al mondo determinato a non inginocchiarsi agli interessi imperiali. Le Abuelas e le Madres de Plaza de Mayo le hanno definite "complici dei responsabili dell'uccisione dei nostri figli e dei nostri nipoti".
Provi ad andare OLTRE I LUOGHI COMUNI e si informi di COME e PERCHÉ è morto il presunto dissidente Orlando Zapata Tamayo e chi sono i veri responsabili del suo SUICIDIO. Ci sono documenti incontrovertibili che dimostrano come la famiglia del povero Zapata Tamayo abbia seguito ed apprezzato l'abnegazione con cui le autorità cubane ed i medici abbiano tentato con ogni mezzo di salvargli la vita e di come invece le organizzazioni criminali di Miami pretendessero che la madre del poveretto si decidesse a rilasciare la dichiarazione "pattuita" invece di andare ad assistere il figlio morente. Provi a fare il paragone tra quanto avviene REALMENTE a Cuba e quello che succede nelle nostre carceri e nei nostri ospedali (Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi, solo per citarne alcuni noti, ed i pestaggi di Genova e quelli che avvengono quotidianamente in ogni parte del mondo "democratico" le dicono niente?). Ben diverso il comportamento della polizia cubana in quella che viene propagandata come la repressione delle Damas en Blanco. In realtà si sono fatte intervenire DELLE POLIZIOTTE per creare un cordone di sicurezza a protezione di queste disgraziate che rischiavano di finire vittime della rabbia dei cittadini cubani stufi delle loro sceneggiate al servizio ed al soldo dei nemici del loro paese. Le donne poliziotto le hanno caricate su un pullman e riportate a casa loro, che diversità con le scene di violenza poliziesca che siamo abituati a vedere nelle nostre città, eppure si continua a distinguere le nostre forze dell'ordine "democratiche" dalla polizia repressiva cubana!!!!!
So che non è facile, in questo mondo inondato dalla sporca propaganda dei mezzi di informazione totalmente in mano ai ricchi ed al servizio dei loro interessi, risalire alle realtà dei fatti e vederli per quelli che sono e non per come ci vengono fatti vedere, ma per fortuna ci sono anche dei canali di informazione alternativi che permettono di capire meglio la realtà che ci circonda superando quei CONVINCIMENTI E QUEI LUOGHI COMUNI che stravolgono la realtà. Per esempio su You Tube, che pure censura video pubblicati da intellettuali cubani, si possono trovare testimonianze che raccontano la realtà dei fatti, confrontandoli con la propaganda anticubana qualsiasi persona dotata di buon senso e scevra da condizionamenti ideologici può rendersi conto dove stanno i torti e dove le ragioni.
Smettiamola di fare i paladini "della più grande democrazia" che porta morte, distruzione e disperazione ovunque e di criminalizzare chi mette a disposizione le proprie risorse per aiutare gli ultimi, quelli a cui vengono negati anche i più elementari diritti umani quali una casa, un lavoro, l'istruzione e le cure mediche. Provi caro Vaime a mettere in discussione le sue certezze, ne trarrà grande giovamento, mi creda.
Con stima ed un poco di amarezza.
Elio Bonomi.