Cuba

Una identità in movimento


La piena dignità dell'Uomo e della Donna a Cuba è obiettivo principale della cultura nella costruzione del Socialismo

Lohania Aruca Alonso



Avvertenza: Ho scritto questo articolo sul dibattito intorno al tema razziale scegliendo di pubblicarlo attraverso la via digitale. Tuttavia, nei giorni scorsi, nuovi sviluppi, certamente molto spiacevoli e insoliti, hanno generato nuovi rancori nei confronti della Rivoluzione Cubana da parte di elementi sia interni che esterni. Tutto ciò lascia trasparire un odio e un pregiudizio anticomunisti e antisocialisti, che di certo non offrono soluzioni positive ai problemi reali che abbiamo di fronte come cubani. Noi difendiamo e difenderemo — fino all'ultimo respiro — l'indipendenza, la sovranità e il diritto inalienabile del nostro paese e della nostra società di trovare un percorso allo sviluppo umano integrale, ossia, "con tutti e per il bene di tutti", nel quadro più avanzato oggi noto, il sistema socialista, che con sudore, lacrime e sangue, anche di molti eroi e martiri per la patria, stiamo costruendo in Cuba . LAA



In nessun modo si può perdere la rotta della coscienza sociale e il suo esercizio comune, nel lungo processo, pieno di difficoltà e di rischi, che caratterizza la Rivoluzione cubana e la sua cultura attuale, quest'ultima profondamente impegnata nella sua opera di conservazione e trasmissione alle nuove generazioni del contenuto più essenziale delle nostre lotte, ben espresso da José Martí con la frase "la dignità piena dell'Uomo", inteso come specie biologica, con le sue inscindibili diversità di sesso e razza.

Questo enunciato è il punto di partenza più reale, che è esistito dall'ascesa della Rivoluzione cubana al potere, al Governo della nostra Repubblica.

Qualunque dimenticanza, o alterazione di questo principio basilare, sarebbe fatale per la nostra nazione e per i nostri cittadini e dovremmo pensare immediatamente a ristabilire totalmente la sua memoria e autenticità per potere continuare a combattere su qualunque terreno: l'economia, la politica, la società, o la cultura in generale.

La costruzione del Socialismo a Cuba ha richiesto, e richiederà nel futuro, a breve o a lungo termine, e attraverso diverse tappe di diversa durata, una grande volontà nazionale, ispirata alla giustizia e alla lucidità dei nostri principi politici, etici e morali, specialmente da parte della direzione politica del paese.

Creare una società umana con la sufficiente vitalità, armonia, saggezza e fermezza, che sia capace di affrontare i rischi che implica l'essere un paese con la nostra posizione geografica e con il nostro clima, con poche risorse economiche, piccolo, ancora con una popolazione ridotta, ma con il coraggio di mantenere la nostra indipendenza e sovranità nazionale, di fronte alla maggiore potenza militare del mondo, è una delle maggiori e più belle utopie romantiche mai sognate. E tuttavia, si può. A patto che abbiamo gli occhi e la coscienza ben aperti, ben vigili per il conseguimento dei nostri propositi e che non perdiamo la rotta del nostro cammino per contorti e ingannevoli sentieri.

Non è intenzione di questa considerazione portare avanti dimostrazioni di tesi.

Tutti, noi cubani e cubane che viviamo giorno per giorno le molteplici tensioni che accadono inevitabilmente nella vita quotidiana, dal più umile lavoratore, fino al più alto dei nostri dirigenti, conosciamo l'alta responsabilità che implica il difendere le nostre idee e plasmarle in una realtà nuova, a beneficio della nostra Patria e dell'Umanità.

Se la Cultura è il nostro miglior scudo, dobbiamo vigilare che questo sia invulnerabile di fronte alle idee conservatrici e retrograde, in particolare quella annessionista, che rinnegano i nostri principi politici, etici e morali. Bisogna rinforzare questo scudo con idee innovative, creative, con una teoria scientifica sociale aggiornata, con una critica appropriata e responsabile.

Cuba deve forgiare gli elementi del suo sviluppo umano tanto nell'attualità come nel futuro, ben lontano dalla miseria capitalista e borghese. Non è possibile guardare l'oro e la ricchezza accumulati nei paesi capitalisti "sviluppati e sottosviluppati" da una minoranza oligarchica, senza vedere quanta miseria e anche quanta ingiustizia si sono accumulate in essa durante più di quattro secoli; senza aborrire i suoi crimini di ogni tipo contro l'Umanità; senza respingere l'individualismo e l'egoismo che continuano a imputridire i resti di coscienza che ancora possa esistere in quelle società nel secolo XXI e in quelli venturi.

I pochi membri del club dei paesi ricchi, non hanno neanche chiara l'idea che salvare il Pianeta è assolutamente imprescindibile e inevitabile, per salvarsi essi stessi con le loro "ricchezze".

Deve, quindi, essere chiaro per i poveri che per aspirare alla libertà, all'uguaglianza e alla fraternità tra gli uomini e le donne del mondo, di tutti i colori e di tutte le provenienze etniche —, per eliminare le eredità di povertà, razzismo, sessismo, e tutte le manifestazioni del sottosviluppo che ci hanno portato il colonialismo e il neocolonialismo — il capitalismo, e ancor meno ora nella sua tappa di crisi generale e totale, non è la strada dei nostri popoli.

È imprescindibile e improrogabile per l'Umanità, aprire una nuova via, creare soluzioni nuove, relazioni umane diverse, e tutto ciò conquistarlo sulla base del lavoro manuale e intellettuale liberato, reso degno, altamente rivalutato, coscientemente pianificato e misurato, necessariamente rimunerato in modo giusto, in accordo con le leggi economiche socialiste, non con quelle mercantiliste.

Si deve smettere ormai di chiudere gli occhi — in particolarmente, tra noi cubani —, davanti all'indisciplina, al lavoro raffazzonato, alle negligenze, alle "soluzioni" estranee (copiate o importate) che non risolvono nulla.

La Rivoluzione cubana ha sradicato l'analfabetismo — dal 1960, sono quindi ormai 50 anni! —, ha messo a disposizione del popolo un sistema educativo avanzato — gratuito, dalla scuola elementare a quella superiore —, lo sviluppo della Scienza e della Cultura, e con la partecipazione popolare ha creato una grande riserva di intelligenza per trovare le nostre soluzioni, adeguate alle necessità dei territori, delle province e dei municipi, secondo le loro particolarità. Lasciar fluire questa enorme e vera ricchezza, in tutti e in ognuno degli angoli meno accessibili del paese, è l'unica e più adeguata soluzione.

Dobbiamo evitare la inutile e sterile centralizzazione, e far conto su noi stessi, nel riconoscimento delle nostre enormi potenzialità — in tutti i campi dalla cultura e della scienza e della tecnica, molte di esse non ancora sfruttate — che esistono nell'ambito della società cubana per promuovere il Socialismo, affinché le nuove generazioni di cubani e di cubane di tutti i colori possibili (il cosiddetto "color cubano"), si sentano orgogliose e felici di esserlo, e di vivere nel loro paese senza nessuna necessità di emigrare verso altri paesi per lavorare in essi come "schiavi" del capitalismo.

Ascoltare con saggezza e umiltà vera, le critiche alla nostra opera, e "cambiare tutto" ciò che deve essere cambiato, con responsabilità, ma anche con audacia, è un'altra imperiosa necessità.

Cuba, la nostra bella Cuba, la nostra amata Patria, conta su di noi. Riuniamo la nostra famiglia cubana, e tutti insieme avanziamo verso l'oggi e il domani con il coraggio che sempre ha richiesto vivere (è lì che sono i nostri esempi storici: da Carlos Manuel de Céspedes, Ignacio Agramonte, Antonio Maceo, Máximo Gómez, José Martí, fino ai contemporanei di questa nostra ultima guerra di liberazione nazionale. Sono migliaia gli eroi, e sono sorti a ondate, una dopo l'altra, dentro il popolo cubano), con l'amore e con la solidarietà che ci caratterizza in qualunque parte del mondo.





Lohania Aruca Alonso: Ricercatrice. Laureata in Storia e Specialista in Urbanesimo, Dottore in Studi Interdisciplinari sull'America Latina, i Caraibi e Cuba; collaboratrice periodista di pubblicazioni digitali e rivistas scientifiche e culturali cubane e straniere; membro dell'Unione degli Scrittori di Cuba (UNEAC), dell'Unione degli Storici di Cuba (UNHIC) e dell'Union dei Periodisti di Cuba (UPEC).








Pagina inviata da Lohania Aruca Alonso
(4 marzo 2010)


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