Al loro arrivo a Cuba i Canarios si attestarono soprattutto nella provincia di Matanzas e a Ciego de Ávila; l'attuale popolazione di discendenza canaria nell'isola conta oggi circa 600.000 persone.
Il Fondo Real Consulado de Agricultura, Industria y Comercio y Junta de Fomento, conservato nell'Archivo Nacional de Cuba, contiene un estesa documentazione sull'immigrazione canaria, le sue vicissitudini, le malattie sofferte e le morti avvenute durante la traversata atlantica. Questi documenti ci parlano anche di come, malgrado vennero in qualità di coloni, molti Canarios furono sottoposti, in realtà, a un sistema di semi-schiavitù.
Lo studio dell'immigrazione spagnola a Cuba, tra la fine del XIX secolo gli inizi del XX, dimostra che gli isleños occupano soltanto il terzo posto, essendo preceduti da Gallegos e Asturianos. L'immigrazione canaria, che fu perlopiù maschile (uomini celibi in un'età compresa tra i 23 e i 49 anni), si rivolse fondamentalmente all'agricoltura.
Questi immigrati fondarono all'Avana varie società e in esse realizzarono differenti tipi di attività, quali, per esempio, l'assistenza sanitaria, il mutuo soccorso e l'istruzione, curando però anche l'aspetto ricreativo, culturale, sportivo e politico. La prima ad essere fondata fu la Beneficencia Canaria nel secolo XIX; successivamente si crearono la Asociación Canaria, il Liceo Gran Canaria, il Partido Buen Gobierno de Socios de la Asociación Canaria e il Canaria Sporting Club. L'Asociación Canaria, fondata il 21 febbraio 1916, è sicuramente la più importante; nel suo Statuto fu stabilito che, in caso di fallimento, il suo patrimonio sarebbe stato distribuito in otto parti uguali, una sarebbe spettata alla Casa de Beneficencia y Maternidad de la Habana e le restanti sarebbero andate ad ognuna delle sette isole che compongono l'Arcipelago delle Canarie. Oltre a proteggere gli immigrati e aiutarli in caso di necessità di rimpatrio, gli scopi dichiarati erano: contribuire al reale progresso canario e sviluppare relazioni con le altre colonie canarie dell'America. All'interno di questa Società venne creata la Casa de salud Nuestra Señora de la Candelaria e un numero considerevole di delegazioni in tutto il paese; nel 1942 si creò infine il Fondo de Protección al Socio Desvalido.
Furono 542 i Canarios che parteciparono alla Guerra d'Indipendenza e che furono riconosciuti come combattenti dell'Ejército Libertador; il loro numero rappresenta circa il 70% del totale di Spagnoli che combatterono nelle file dell'Ejército Mambí. Malgrado nella maggior parte furono soldati, quattro di essi arrivarono al grado di Generale, mentre uno di loro, Manuel Suárez Delgado, che aveva combattuto anche nella Guerra de los Diez Años, ottenne il grado di Mayor General.
Infaticabili lavoratori, i Canarios contribuirono allo sviluppo del "campo" cubano, apportando alla cultura agricola dell'isola la sapienza di una esperienza maturata in terre aride.
Forte è poi l'influenza canaria nella cucina e nella musica campesina; così come forte è l'influenza a Cuba della mitologia canaria, la cui tradizione risente dell'apporto della cultura africana sub-sahariana. In genere, i racconti dei voli notturni stregoneschi hanno per lungo tempo alimentato l'avversione e la paura che a Cuba si provava nei loro confronti.
Lydia Cabrera (El monte. Igbo. Finda. Ewe Orisha. Vititi Nfinda, La Habana, Ediciones C.R., 1954), ha raccolto queste divertenti ed emblematiche testimonianze: