Mentre il popolo honduregno in resistenza sta festeggiando per la classificazione di Honduras al mondiale di calcio Sudafrica 2010, gli stessi ribelli hanno creato un nuovo slogan per l'occasione, "Honduras al mondiale, Zelaya nella presidenziale" facendo chiaro riferimento che come Honduras ha vinto la qualificazione per i campionati mondiali di calcio, così il suo presidente democraticamente eletto, oggigiorno ancora assediato dentro l'ambasciata del Brasile, deve essere restituito alla Casa Presidenziale.
La partita che ha determinato la classificazione dell'Honduras è stata giocata il 14 ottobre 2009 e due giorni dopo, mentre stavo in resistenza con i "camminanti" honduregni nelle vicinanze del Hotel Clarion, sede del controverso dialogo di Guaymaras, ho incontrato la figlia di Mel Zelaya, Xiomara Hortensia Zelaya, più conosciuta come "Pichu".
Non si può negare la sua forza da leader, anche se ancora giovane, con i suoi 24 anni: quando è arrivata al luogo della manifestazione, è stata capace di accendere di gioia gli animi della Resistenza, che quasi non le permettevano di parlare tra slogan amichevoli e grida di giubilo.
Qui nessuno ha dimenticato l'appoggio suo e di sua madre dato alla resistenza mentre Mel Zelaya si trovava fuori dal paese, erano proprio loro a dirigere la marce infinite dei camminanti honduregni.
Adesso, che suo padre è assediato nell'ambasciata del Brasile, funge da comunicazione tra Mel e la gente, conversa con i leader del Fronte Nazionale contro il golpe di stato: Xiomara scende in strada, da interviste, chiacchiera nelle piattaforme sociali come Facebook o Twigger attualizzando i partecipanti sulla violenza incredibile e sui soprusi contro i diritti umani perpetrati dal tiranno gorilla Micheletti.
La Pichu, questo venerdì 16 ottobre, è venuta accompagnata da Doña Flor Guevara, attiva militante della resistenza e madre del capitano della nazionale di calcio dell'Honduras, Amado Guevara. Proprio nell'Hotel Clarion, davanti a tutti i giornalisti che aspettavano notizie per il risultato del dialogo, la madre del calciatore ha consegnato a Xiomara la maglietta che Amado indossava nella partita decisiva della classificazione.
"Per il signor presidente Josè Manuel Zelaya, dal suo amico Amado Guevara", è la frase che è stata scritta sulla maglietta da questo coraggioso calciatore, che oltre a fare questo regalo al presidente, si è rifiutato di essere festeggiato per la vittoria dal tiranno Micheletti, con un'altra stella della nazionale honduregna, Julio Cesar Leon.
Quando riesco ad avvicinarmi alla Pichu, facendomi largo tra folla esultante, riesco a conversare con lei grazie alla sua grande disponibilità ed ai militanti della resistenza che mi presentano.
Come prima cosa le domando come è la situazione dentro l'ambasciata del Brasile e in che condizioni sono costretti a vivere gli occupanti, e la Pichu mi risponde che sono assediati da un numero assolutamente spropositato di soldati, poliziotti, franco tiratori, laccai del golpe di stato che si occupano di azionare sistemi elettronici per interrompere le chiamate dei cellulari, produrre rumore ad elevati decibel nel tentativo di innervosire i presenti, attivare dei fari di luce molto potenti affinché i poveri accerchiati non possano dormire soprattutto durante la notte e razionano i cibi che possono essere introdotti.