Il nuovo ordine mondiale al quale gli Stati Uniti tentano di sottomettere paesi amici e nemici e che spesso passivamente viene subìto dai governi subalterni dell’Unione Europea, è fondato sulla continua violazione delle norme del diritto internazionale previste dalla Carta delle Nazioni Unite e che riguardano la sovranità dei popoli e il loro diritto all’autodeterminazione.
Gli esempi si moltiplicano ogni giorno di più sotto gli occhi di tutti, ma molti voltano la testa, fingono di non vedere.
La Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite insiste nel tentare di giudicare Cuba per violazioni, ma continua a chiudere gli occhi su Guantánamo, base navale occupata dagli Usa in territorio cubano, e a non voler verificare se in tale campo di sterminio vengono garantiti almeno i più elementari diritti dei tanti prigionieri provenienti da varie decine di paesi, lì detenuti da diversi anni spesso senza nemmeno essere a conoscenza del loro capo d’imputazione.
Il governo degli Stati Uniti continua a vivere l’ossessione di una “Cuba libera” e sottomessa al consenso di Washington, mentre la guerra in Iraq è divenuta un tragico pantano di sangue condito dagli sciagurati scandali delle torture e delle sempre più frequenti uccisioni di inermi civili.
La sproporzione è enorme e preoccupa l’atteggiamento dei paesi occidentali (e del nostro), nei riguardi di una piccola Repubblica indipendente e sovrana che non fa alcun danno al mondo né costituisce pericolo per alcuno; Cuba è colpevole solo di voler difendere la propria indipendenza e autodeterminazione, di continuare a rappresentare un esempio di volontà popolare nel vivere fuori e contro i dettami neoliberisti e di fare della lotta per i diritti dell'umanità un punto irrinunciabile della sua, da sempre concreta, pratica di solidarietà internazionalista.
E mentre Cuba lotta per difendere il suo diritto a esistere, Usa e Israele continuano pervicacemente a negare lo stesso diritto ai popoli iracheno, palestinese ed afghano. Quasi che i diritti umani siano solo un diritto degli statunitensi e dei loro amici. In nome della libertà, della democrazia e dei diritti umani (concepiti nell’ambito delle proprie, specifiche, necessità) gli Stati Uniti hanno attaccato, nel breve volgere di pochi anni, l’Afghanistan e l'Iraq mentre si preparano ad attaccare l’Iran ed attuano la stessa minaccia per continuare a rivendicare “giurisdizione” su Cuba in primis, ma anche sugli altri paesi, come il Venezuela e la Bolivia, che hanno detto no all'imperalismo a stelle e strisce.
La logica imperialista e neocolonialista si scontra con i principi stabiliti nella Carta delle Nazioni Unite che proclamano, come si è detto, quale prerogativa essenziale dell’ordine politico mondiale, il rispetto al diritto dei popoli alla sovranità e all’indipendenza.
Suona vuoto e risibile sentir parlare di rispetto dei diritti umani a Cuba da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Cuba è uno dei pochi paesi di questo continente dove negli ultimi 48 anni non vi è mai stata una sola tortura, un solo squadrone della morte, né un solo politico che sia diventato miliardario nell'esercizio del potere. Tutto ciò mentre resisteva e resiste ad un vergognoso bloqueo, una ignobile guerra economica e ad attacchi terroristici che sono costati migliaia di vite e decine di migliaia di milioni di dollari in perdite economiche.
Nel mondo occidentale si spende un miliardo di dollari ogni anno in pubblicità alienante e consumistica. Con quanto si spende in un solo anno per diffondere questo singolare veleno, si potrebbero alfabetizzare tutti gli analfabeti ed elevare il livello di istruzione fino alla terza media di tutti nel mondo in meno di dieci anni, in modo che a nessun bambino povero mancherebbe l’istruzione scolastica. Non siamo forse nella sfera più delicata e sensibile dei diritti dell’uomo? Cuba, un paese economicamente bloccato da quasi 50 anni, accusato e condannato non poche volte a Ginevra dagli Stati Uniti e dai loro servi obbedienti, ha raggiunto servizi di sanità, di istruzione e di formazione culturale con livelli di qualità mai sognati dall’Occidente sviluppato e ricco, assolutamente gratuiti per tutti i cittadini senza alcuna eccezione.
Non solo, decine di migliaia di medici ed insegnanti, tecnici ed operatori sociali cubani danno la loro solidarietà fattiva in 64 paesi nel mondo, portando ai più bisognosi quell’aiuto di cui hanno bisogno e dal quale spesso sono stati esclusi proprio dalle politiche neoliberiste di accaparramento selvaggio delle ricchezze sociali e naturali.
Cuba rappresenta concretamente il passaggio dalla logica eurocentrista dei diritti umani a quella universale dei diritti dell'umanità, una sfera in cui i diritti individuali e quelli collettivi si sintetizzano in una sola, grande emancipazione complessiva dell' intera umanità.
Attualmente tutto l' insieme dei paesi del cosiddetto G8 si caratterizza, quasi esclusivamente, per violenza e coercizione. La crisi morale della società nordamericana sembra ripetere il destino di precedenti imperi, ma con caratteristiche proprie, ad esempio quelle di una democrazia che conduce una guerra dichiarata contro il salario e i poveri, dove oltre 80 milioni di poveri non possono usufruire dei programmi di benessere sociale e 42 milioni di loro non hanno nessuna copertura sanitaria.
Per non dimenticare, infine, anche la vergognosa e drammatica vicenda dei 5 cubani ingiustamente prigionieri degli Usa la cui detenzione, come sostenuto anche da Amnesty International, su due questioni viola sicuramente i principi di rispetto dei diritti umani: 1)non sarebbero dovuti essere processati a Miami, città che non garantiva l’imparzialità del giudizio; 2) le difficoltà che le autorità nordamericane frappongono nella comunicazione tra familiari e detenuti non sono giustificate e determinano una violazione del diritto bilaterale, sia del detenuto che del familiare. Tutto ciò avviene mentre gli Usa danno ospitalità e copertura sul proprio territorio a terroristi dichiarati e condannati per attentati sanguinosi, omicidi politici, stragi.
Con questi esempi, chi dà agli USA il diritto di punire per violazione dei diritti umani un altro paese?
La Rete dei Comunisti si oppone all'appropriazione fraudolenta di valori e di concetti come democrazia, libertà e diritti umani da parte di chi non possiede l’autorità morale, civile e politica per esercitare egemonia o dare alcun tipo di insegnamento su questi tre alti valori che nella Repubblica di Cuba continuano ad avere la centralità che meritano.
Rete dei Comunisti
Roma, 10 dicembre 2007
Pagina inviata dalla Redazione di Nuestra América
(10 dicembre 2007)