La lingua italiana viene parlata da pochi milioni di persone nel mondo ed appare "meno importante" se la si paragona al cinese, allo spagnolo o all'inglese... senza scordare però la basilare importanza della cultura, della storia e della letteratura della penisola mediterranea nel mondo intero.
A Cuba sino a pochi anni fa non esisteva una facoltà universitaria di italiano, non la si riteneva una lingua necessaria nell'insegnamento superiore. Poi venne annessa come seconda lingua con il russo.
Giampietro Schibotto è il primo lettore (con incarichi extra accademici) della Facoltà di Lingue Straniere di lingua Italiana a Cuba.
Nell'Università Alma Mater dell'Avana.
Vicentino di nascita, di 52 anni, l'aspetto da giovane Marx, è giunto nell'Isola nel 1998 dopo un'interessante carriera. Laureato in filosofia in Italia nell'Università di Padova, in Perù ha ottenuto la laurea in sociologia, mentre lavorava come volontario — lo ha fatto per 8 anni — con i bambini di strada lavoratori.
Poi è venuta Cuba nel 1998.
"Ho trovato un embrione di cultura italiana" dice Giampietro che è il primo lettore e svolge contemporaneamente la funzione di incaricato culturale dell'ambasciata italiana, per la realizzazione della Settimana della Cultura Italiana a Cuba e di altre attività che richiedono un impegno costante e notevole. Sicuramente la presenza di Giampietro Schibotto è determinante per la diffusione e la conoscenza della cultura italiana a Cuba, grazie anche a una maggiore partecipazione e promozione da parte della stessa ambasciata.
A Cuba esisteva una realtà di studi linguistici corrispondente ai tempi politici ed economici: quando è caduto il muro di Berlino e si è smantellata la ex URSS anche la "russistica" è divenuta meno importante ed oggi è un interesse accademico. La mancanza di relazioni intense e costanti con la Russia e i paesi dell'est europeo hanno fatto cambiare anche gli indirizzi degli studi delle lingue straniere, a parte l'inglese che, data la vicinanza degli Stati Uniti, è sempre stato una lingua straniera molto diffusa a Cuba.
Così l'italiano è divenuto quasi improvvisamente una lingua necessaria e impellente, in una Cuba che stava aprendo le frontiere a soci e interlocutori stranieri tra i quali molti imprenditori, cooperatori e artisti italiani.
"Nel ‘98 la situazione dell'italiano a Cuba era in uno stato embrionale" dice Schibotto, "con forti carenze di risorse come libri o tecnologie e soprattutto nella formazione dei docenti".
La prima azione fondamentale fu proprio quella che riguarda la formazione dei docenti in accordo con le autorità, costruendo una realtà positiva con vare risorse (libri, audio, video, borse di studio) moltiplicando i momenti di incontro con la lingua e la cultura italiane.
Il gruppo degli italianisti è nato per unificare gli sforzi di chi studia e insegna italiano e si interessa alla cultura e alla letteratura dell'Italia. Oggi commenta Giampietro:
"Oggi abbiamo anche, per esempio, un pubblico fisso e molto interessato che assiste a tutte le manifestazioni e attività italiane di genere culturale, motivando maggiormente la promozione di una presenza nell'Isola, con uno scambio eccellente di conoscenze. I luoghi dove si studia italiano a Cuba sono molti, dalla Dante Alighieri, alla Union Latina, a Formatur, ecc. Abbiamo creato per la prima volta a Cuba dei percorsi di formazione per docenti di due anni di studi, fino al diplomato, e credo che questa sia la novità più importante".
Ora si è svolto il Vº Seminario degli Italianisti. Questi seminari si svolgono dal maggio del ‘99 con cadenze annuali e prevedono la pubblicazione di "Quaderni di Italianistica" due volte l'anno. In uno si riportano tutti i lavori e gli atti del seminario precedente mentre il secondo Quaderno permette la pubblicazione di articoli vari scritti dagli stessi cubani coinvolti nello studio e l'insegnamento dell'italiano.
I seminari hanno avuto sempre un ottimo successo e vi hanno partecipato sino ad oggi — più di 40 docenti di molti paesi, che vengono pagandosi le spese, per apportare un contributo a questo nobile sforzo.
Oltre ai professori italiani provenienti dalle università di Perugia, Siena, Milano, Roma, Venezia, Padova etc., sono venuti a Cuba professori dal Venezuela, Brasile, Messico, per esempio... Prima mancava la ricerca accademica mentre ora diversi cubani sono andati in Italia, hanno frequentato corsi per Master e corsi di perfezionamento indispensabili.
A Cuba oggi ci sono 18 scuole di italiano, all'Avana e altre 8 nell'Isola. Gli studenti di italiano sono più di mezzo milione a tutti i livelli.
Il Diplomato, il livello più alto, prevede due anni di corso con esami ogni sei mesi ed è una figura istituzionale in accordo con l'Università e il Ministero dell'Educazione superiore. Prevede molte discipline, spesso anche ripetute, come metodologia 1 e 2, etc.
Si può dire sicuramente che la presenza del primo Lettore di Italiano, Giampietro Schibotto, ha permesso l'inizio di un periodo di scambi culturali molto più profondi tra i due paesi e le due culture, aprendo nuovi orizzonti utili alla crescita dei due popoli, apprendendo e insegnando i valori più importanti delle proprie identità e delle culture reciproche.
Fonte: Granma Internacional Digital http://www.granma.cu/italiano/2003/junio/lun9/cultura.html
Pagina segnalata da Gianfranco Ginestri, Bologna (Italia)