Cuba

Una identità in movimento


Pogolotti

Giorgio Poltronieri


L'Avana, ottobre 1910. In un clima di grandi cerimonie, alla presenza del presidente della Repubblica ed alti funzionari del governo s'inaugura il primo quartiere operaio della città.

L'artefice della costruzione di un lotto di mille case popolari è il nostro connazionale, Dino Pogolotti, partito dall'Italia poco prima di ricevere gli ordini ecclesiastici, nel 1896, e diretto in un primo momento a New York.

I Pogolotti rappresentano un'importante testimonianza di un nucleo famigliare che ha vissuto in primo piano gran parte della storia cubana, dall'indipendenza ai nostri giorni.

Dino, Marcello e Graziella, nell'arco di tre generazioni, sono stati i portatori di una cultura artistica ed imprenditoriale di prim'ordine nell'isola dei Caraibi.

Quando nel 1898 Dino Pogolotti giunge all'Avana, come segretario del console americano, percepisce, in breve tempo, le grandi opportunità di sviluppo che l'isola offre in quei tempi. Decide di fondare un'impresa di costruzioni e aggiudicandosi una gara di appalto costruisce il primo quartiere operaio dell'isola, nel Municipio di Marianao.

Siamo nella prima decade del '900 e Marianao costituisce un polo industriale di grande sviluppo per la città dell'Avana. È, infatti, in quell'area situata a nord-ovest della capitale dove sorgono numerose fabbriche (come ad esempio quella della birra La Tropical) che determineranno nelle decadi successive un forte incremento della popolazione locale.

A questo punto le storie di vita s'intersecano con la realtà locale ed il quartiere sorto con il nome di Redención passa ad essere identificato popolarmente con il nome che tuttora porta dal suo fondatore: Pogolotti.

In realtà Dino Pogolotti non si limita all'edificazione del quartiere operaio ma realizza anche l'acquedotto di Marianao e di Regla ed insieme ai tre fratelli, Giuseppe, Basilio e Luigi, partecipa alla costruzione di zuccherifici, strade ed urbanizzazioni in tutta l'isola.

Proseguendo nelle vicende famigliari, Marcelo Pogolotti, il figlio di Dino, è una personalità di spicco all'interno della cultura cubana del '900. Pittore e successivamente scrittore e saggista ha vissuto a Parigi e Barcellona, negli Stati Uniti e in Italia.

È stato l'artista cubano più conosciuto nell'Europa degli anni '30 e una delle tematiche che lo contraddistingue è quello di cercare di rendere dal punto di vista pittorico l'universo industriale — fatto di macchine, motori e fabbriche con ciminiere fumanti — in un contesto "umanizzato" utilizzando l'estetica del futurismo in voga in quegli anni.

Nelle sue opere, quasi a continuazione di quanto svolto dal padre in un altro settore, Marcelo esprime frequentemente un mondo operaio sofferente ma in fermento, in evoluzione.

Rimasto cieco all'età di 38 anni, stesso destino peraltro che è toccato a sua figlia Graziella tuttora vivente e residente all'Avana, solo negli ultimi anni gli è stato riconosciuto il giusto tributo culminato in una recente mostra all'Avana in occasione del centenario della sua nascita.

Oggi, Pogolotti è un quartiere pulsante, vivace, estremamente multietnico, che si caratterizza per la continuità storica delle proprie radici operaie ed una forte tendenza all'associazionismo. Non a caso questo quartiere è considerato di alta complessità religiosa visto la vastissima presenza dei sistemi religiosi di origine africana, come la santería o il palo monte, ad esempio.

Ancora oggi, dove l'impatto di un turismo di massa ha inciso profondamente sul tessuto sociale, il quartiere Pogolotti, cuore pulsante della capitale, rappresenta una continua occasione di confronto per tutti coloro che desiderino entrare in contatto con un'Avana ancora autentica.


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Webmaster: Carlo NobiliAntropologo americanista, Roma, Italia

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