Cuba

Una identità in movimento


La Santería di Maria Giulia Alemanno torna all'Avana

Massimo Olivetti


Quelli che sono morti non sono mai partiti
E mi giungono delle voci
Si direbbe il flauto degli dei dal fondo dei
boschi.
Nell'ombra il mio cuore esulta.
Ed è pioggia di stelle su tutta la terra.
Ah, mi rincuora il sogno
Come l'inno profondo dei figli del leone!
Ho la febbre fin nelle reni
E mi ricordo!
Ricordo la torcia delle marce pesanti
E i tamburi maestosi
L'oceano dei fasti.
(Mamadou Traore Diop)


Maria Giulia AlemannoL'Africa chiama, l'Africa ritorna.

Violata e derubata nei secoli di anime e corpi, risorge non solo nel proprio continente, ma in altre sponde, in luoghi diversi, dove i figli d'Africa, come schiavi, sono stati trapiantati.

Schiene curve, vite spezzate, uomini e donne dispersi, che hanno però conservato spirito, musica, canti, riti e leggende.

Di questo si occupa la Fondazione Fernando Ortiz dell'Avana. Del recupero e della ricostruzione di questa diaspora etnica, delle radici africane che prepotentemente sopravvivono nei luoghi della deportazione e che dalla clandestinità di un tempo riemergono per riproporre cultura e fierezza.

All'Avana il 6 gennaio 2004 si è inaugurato l'VIII Congresso di Antropologia Sociale e Culturale alla Casa de África, che accoglie, da tutto il mondo, ricercatori e studi sul patrimonio africano.

Piccola, ma grande notizia, in questo contesto, è stato l'invito alla pittrice torinese Maria Giulia Alemanno che ha potuto esporre il suo "corpus" pittorico dedicato alla Santería.

È stato Carlo Nobili, antropologo americanista del museo Nazionale Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini" di Roma, visti i suoi lavori, a proporla.

Ed è stato Alberto Granado, direttore della Casa de África e organizzatore del Convegno ad invitarla, unica artista europea capace di illustrare ed interpretare la profonda ancestralità della Santería .

Elegguá Echu Beleké, el Niño de Atocha. 2003, tecnica mista, cm 40x30Maria Giulia ha, da tempo, penetrato Cuba.

Arrivata da turista, si è poi trasformata in cronista ed interprete della spiritualità profonda e delle radici africane di quest'isola.

La sua sensibilità d'artista le ha permesso di grattare la superficie delle cose, di scorgere e dipingere volti ed anime antiche.

      Ascolta più spesso le cose
      che gli esseri.
      La voce del Fuoco s'intende,
      Ascolta la voce dell'Acqua.
      Ascolta nel Vento
      Il cespuglio in singhiozzi:
      E il respiro degli Antenati.
      Quelli che sono morti non sono mai partiti:
      Sono nell'ombra che si dirada
      E nell'ombra che si ispessisce.

Così canta Birago Diop.

Così Maria Giulia ha riscoperto "quelli che sono morti" negli occhi e nei volti dei loro discendenti.

Ed è nata la sua Santería, un affresco ad acquerello e tecnica mista, di questo culto sincretico, animismo africano e religiosità cattolica, che fa risorgere l'identità dell'Africa dalle ceneri della schiavitù e del genocidio.

Osun de Jardín. 2003, tecnica mista, cm 40x30 Artículos religiosos. 2003, tecnica mista, cm 40x30


Nel Sito:

La Santería di Maria Giulia Alemanno (Prima Parte)La Santería di Maria Giulia Alemanno (Seconda Parte)


Cuba. Una identità in movimento

Webmaster: Carlo NobiliAntropologo americanista, Roma, Italia

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