L'Africa chiama, l'Africa ritorna.
Violata e derubata nei secoli di anime e corpi, risorge non solo nel proprio continente, ma in altre sponde, in luoghi diversi, dove i figli d'Africa, come schiavi, sono stati trapiantati.
Schiene curve, vite spezzate, uomini e donne dispersi, che hanno però conservato spirito, musica, canti, riti e leggende.
Di questo si occupa la Fondazione Fernando Ortiz dell'Avana. Del recupero e della ricostruzione di questa diaspora etnica, delle radici africane che prepotentemente sopravvivono nei luoghi della deportazione e che dalla clandestinità di un tempo riemergono per riproporre cultura e fierezza.
All'Avana il 6 gennaio 2004 si è inaugurato l'VIII Congresso di Antropologia Sociale e Culturale alla Casa de África, che accoglie, da tutto il mondo, ricercatori e studi sul patrimonio africano.
Piccola, ma grande notizia, in questo contesto, è stato l'invito alla pittrice torinese Maria Giulia Alemanno che ha potuto esporre il suo "corpus" pittorico dedicato alla Santería.
È stato Carlo Nobili, antropologo americanista del museo Nazionale Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini" di Roma, visti i suoi lavori, a proporla.
Ed è stato Alberto Granado, direttore della Casa de África e organizzatore del Convegno ad invitarla, unica artista europea capace di illustrare ed interpretare la profonda ancestralità della Santería .
Maria Giulia ha, da tempo, penetrato Cuba.
Arrivata da turista, si è poi trasformata in cronista ed interprete della spiritualità profonda e delle radici africane di quest'isola.
La sua sensibilità d'artista le ha permesso di grattare la superficie delle cose, di scorgere e dipingere volti ed anime antiche.
Ascolta più spesso le cose
che gli esseri.
La voce del Fuoco s'intende,
Ascolta la voce dell'Acqua.
Ascolta nel Vento
Il cespuglio in singhiozzi:
E il respiro degli Antenati.
Quelli che sono morti non sono mai partiti:
Sono nell'ombra che si dirada
E nell'ombra che si ispessisce.
Così canta Birago Diop.
Così Maria Giulia ha riscoperto "quelli che sono morti" negli occhi e nei volti dei loro discendenti.
Ed è nata la sua Santería, un affresco ad acquerello e tecnica mista, di questo culto sincretico, animismo africano e religiosità cattolica, che fa risorgere l'identità dell'Africa dalle ceneri della schiavitù e del genocidio.
Nel Sito: La Santería di Maria Giulia Alemanno (Prima Parte) — La Santería di Maria Giulia Alemanno (Seconda Parte)