Cuba

Una identità in movimento


Cuba "censurata" alla Commissione diritti umani di Ginevra

Maurizio Matteuzzi


Come non era difficile prevedere la Commissione Onu per i diritti umani di Ginevra ha approvato ieri una risoluzione di censura (termine più lieve di condanna) contro Cuba in cui si chiede al regime di Fidel Castro di consentire l'entrata e di collaborare con un'osservatore speciale sulla situazione dei diritti umani. Già l'anno scorso, quando la risoluzione passò con 23 voti contro 21, Cuba rifiutò ogni tipo di contatto con la giurista francese Christine Chanet. Che anche quest'anno si vedrà sbarrata le porte dell'Avana — l'ha già annunciato il capo della delegazione cubana nella città svizzera, Juan Antonio Fernandez: "Non accetteremo neanche una virgola di questa risoluzione. Non accetteremo che Cuba sia monitorata, è ingiusto, immorale, non permetteremo mai la visita di un ispettore nel nostro paese, in nessuno caso, e ancora meno dal momento che è imposto in modo così grossolano e greve come è accaduto in questa Commissione". La risoluzione è passata anche quest'anno per margine stretto: 24 sì, 20 no e 9 astensioni. Fra i sì i servizievoli paesi latino-americani che, presentandola, si erano prestati di nuovo a fare il lavoro sporco per gli Stati uniti: Uruguay, Perù, Costa Rica e Nicaragua. 7 degli 11 paesi latino-americani fra i 53 della Commissione hanno votato contro Cuba: oltre ai 4 firmatari, il Messico di Fox (nonostante i forti appelli ad astenersi), il Cile del socialista Lagos, il Paraguay, il Guatemala. Il Brasile di Lula si è astenuto ("perché le motivazioni politiche dietro a queste risoluzioni trascendono i diritti umani"), anche se non ha mancato di esprimere "la sua profonda preoccupazione" per le 75 condanne al carcere dei dissidenti e le 3 esecuzioni capitali dei dirottatori. Col Brasile anche l'Argentina si è astenuta e questa è stata una mezza sorpresa, anche se il clima elettorale (si voterà il 27 aprile) probabilmente non è estraneo a questo ripensamento rispetto agli anni passati: il presidente Duhalde aveva annunciato che il suo paese non avrebbe votato contro Cuba, "un piccolo paese sottoposto al blocco, in quanto inopportuno, tenendo in conto la guerra all'Iraq unilaterale e contraria ai diritti umani" (Washington non ha mancato di far sentire la sua "delusione" per l'astensione argentina). Anche altri paesi africani e asiatici, oltre a Russia e Cina, fra gli astenuti e i contrari. Fra i sì, naturalmente la signora Jeane Kirkpatrick, rappresentante Usa, i paesi dell'Unione europea (fra cui l'Italia) e gli assatanati paesi ex socialisti dell'Europa orientale, che già si erano messi in vetrina per zelo filo-americano in occasione della guerra all'Iraq. Bollatti dai cubani come "camarilla fascista" gli americani, quelli della Ue come "docili e servili pecore", i latino-americani ed ex-socialisti come "disgustosi lacché" degli Stati Uniti e della Ue (non hanno ragione?).

La risoluzione approvata non menziona né le condanne dei dissidenti né le esecuzioni capitali. Un emendamento "per indurirla", presentato dallo zelante Costa Rica, era stata bocciata con 31 no, 15 sì e 7 astensioni. Bocciata anche (17 sì, 26 no, 10 astenuti) un duplice contro-emendamento presentato da Cuba per sparigliare i giochi — che avevano costretto la signora Najat ak-Hajajj, la presidente libica della Commissione, a rinviare di un giorno le votazioni —: la prima proposta cubana chiedeva alla Commissione di "esigere la fine immediata del blocco unilaterale e illegale contro Cuba imposto dagli Stati uniti che costituisce una flagrante violazione dei diritti umani del popolo cubano" (quelli relativi all'alimentazione e alla salute) e la seconda chiedeva che l'Alto commissario Onu per i diritti umani (il brasiliano Sergio Vieira de Mello) "valutasse gli effetti dei continui atti terroristi realizzati impunemente contro il popolo di Cuba dal territorio degli Stati uniti rispetto ai diritti umani" (quelli relativi al "diritto alla vita"). Cuba in sostanza denuncia come sempre "l'ipocrisia" dei metri di valutazione dei diritti umani e delle condanne decise dalla Commissione. Ribadita peraltro dall'"assoluzione" della Russia, per il secondo anno consecutivo, per le sue malefatte in Cecenia: la risoluzione che chiamava in causa Mosca è stata respinta con 25 voti contro 15, quelli della Ue e degli Usa che, pur votando sì, non si sono certo sforzati più di tanto per farla passare. Come invece hanno fatto in modo sfacciato rispetto a Cuba. Il segretario di Stato Colin Powell aveva telefonato ai vari ministri degli esteri per blandire, premere, minacciare.

La sterzata repressiva all'Avana ha ringaluzzito gli americani. Washington ha condannato le "brutali" misure repressive dell'Avana (naturalmente glissando sulle centinaia di esecuzioni capitali comminate ed eseguite ogni anno negli Usa e sulla selvatica "giustizia" praticata a Guantanamo) e sembra che Bush stia pensando a un inasprimento dell'osceno e quarantennale blocco contro Cuba: impedire le rimesse cubane verso i familiari nell'isola, che si aggirano intorno al miliardo di dollari l'anno, e tagliare i voli charter da Miami e New York. Misure che in tutta evidenza andranno a colpire non la popolazione cubana in quanto tale ma... il regime castrista. Nordamericani indecenti.


Fonte: il manifesto
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/18-Aprile-2003/art24.html

il manifesto. quotidiano comunista

(18 aprile 2003)


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