Cuba

Una identità in movimento


Liberazion-ex

Nuestra América


Come voce fuori dal coro vogliamo ringraziare la signora Angela Nocioni che, con i suoi puntuali reportages da Cuba, ha finalmente messo in atto una sorta di outing che una certa sinistra (o presunta tale) non riusciva a partorire ed a rendere visibile. Brava signora Nocioni per il suo gesto di coraggio e di libertà: gliene siamo e gliene saremo eternamente grati, perché ci ha risolto, in pochi giorni, i tanti dubbi che ci assillavano da tempo, ultimo dei quali quello di una nostra lettrice cubana, Isabel, che trovandosi in Italia e non appartenendo a quella "maggioranza silenziosa e nascosta che vuole salvarsi fuggendo" visibile solo a lei ed a pochi altri eletti recatisi nel tempo sul suolo cubano, che ci ha chiesto insistentemente del perché il 9 giugno prossimo si svolgeranno due manifestazioni contro la visita di Bush ed a quale delle due fosse più opportuno partecipare.

Il suo atto di coraggio e di libertà, reiterato dallo scorso 22 maggio anche il 30, ci ha, d'incanto, aperto gli occhi e fatto giungere alla conclusione che alla cara compagna Isabel potremo dare una risposta esauriente e senza tema d'errore.

Lo sappiamo, il coraggio e la libertà sono cosa rara nell'universo giornalistico, specie in questi ultimi tempi quando anche un istituto come la Freedom House, che "merita tutto il rispetto" per essere un ente di sicura matrice democratica, non foss'altro perché nato e cresciuto nella patria delle democrazie, gli Stati Uniti, classifica l'informazione italiana al 79° posto nel mondo a pari merito con il grande modello di democrazia del Botswana ed all'ultimo posto tra i paesi dell'Europa. I suoi articoli su Cuba non le faranno vincere il premio Pulitzer, ma sicuramente contribuiranno a migliorare la posizione in classifica dell'Italia, anche se poi si dovrà spiegare all'istituto stesso che purtroppo tale coraggio e tale libertà sono stati "apprezzati" solo dai pochissimi lettori del giornale sul quale scrive ma che sicuramente nei prossimi giorni qualche toilette di qualche autogrill in scarsità di carta igienica troverà il modo di prestarsi ad essere involontario diffusore dei suoi brillanti reportages.

Il giornalismo si fa così e se continuerà su questa strada migliorerà certamente la qualità dell'informazione italiana, al fianco dei portabandiera della libertà come Emilio Fede, Bruno Vespa e Giuliano Ferrara potremo, con orgoglio, aggiungere, anche per pari opportunità e rispetto alla diversità di genere, il nome di Angela Nocioni.

Un mondo di ex del resto si sta affermando velocemente, perché non estenderlo a quanti sono in vena di trasformismo e, con fatica ma con orgoglio, cominciano a rivendicare la propria nuova appartenenza? Avanti popolo, suggeriva una vecchia canzone che, almeno di default le dovrebbe essere nota, perché no avanti verso nuovi e più tranquilli approdi?

Leggendo i suoi reportages, signora Nocioni ci è anche sopraggiunto il dubbio che lei fosse la giornalista giusta nel giornale sbagliato. Ci siamo chiesti come potesse aderire alla realtà che un giornale comunista scrivesse delle enormi cattiverie su Cuba e sul socialismo. Ma poi, ripercorrendo la storia di questi ultimi due anni (ci par di capire da un congresso a Venezia, "come è triste Venezia... ") ci siamo detti che no, era possibile, non era la giornalista ad aver sbagliato giornale, era il giornale ad aver sbagliato partito e collocazione. Magari un suggerimento gratuito: che dire di un "Liberazion-ex" tanto per restare a pieno titolo dalla parte degli attuali vincenti?

Ai complimenti di cui sopra tuttavia ci sentiamo anche di farle un rimbrotto, minimo per carità, ma necessario perché impari a limitare la sua cattiva educazione. Non ci appaiono molto educati i suoi insulti nei confronti di un anziano che ha perso un figlio barbaramente assassinato da uno che, come lei, con la sostenibile leggerezza che il mondo di oggi richiede per essere alla moda, liquida la morte di un ragazzo con battutacce di pessimo gusto. Né ci sono apparsi educati i suoi sproloqui nei confronti di 5 donne che, vivendo ogni giorno una impari lotta per la richiesta legittima di poter condividere la propria vita con la persona che si ama, ricevono da parte del loro governo l'appoggio più incondizionato, lo stesso appoggio che molti di noi avrebbero voluto avere, per esempio, da un governo di centro sinistra su alcune questioni chiave come il rifiuto della guerra, il ripristino di sane regole nel mondo del lavoro ed un'attenzione particolare per i problemi della previdenza che ci stanno per cadere addosso. Pazienza, dovremo abituarci, perché se dovessimo ottenere una qualche attenzione da qualcuno, rischieremmo anche noi gli strali della signora Nocioni che ci dirà, giustamente, che saremmo strumenti nelle mani del "regime". Un ultimo eccesso di maleducazione sempre nei confronti di chi soffre ci pare essere stato messo in atto nei confronti di 5 agenti dell'antiterrorismo (rientranti semmai in attività di controspionaggio, signora, non spionaggio, altrimenti antiterrorismo sarebbe equivalente di terrorismo, no global si potrebbe definire global, controrivoluzione rivoluzione e via discorrendo, che sbadataggine!) la cui detenzione, aldilà delle futili argomentazioni imperialiste, è comunque una tortura quotidiana: senza visite, isolamento in buchi di due metri per due, eccetera.

Potrà obiettare che il codice deontologico dei giornalisti non è molto ricco di richiami all'educazione e questo è vero, ma è anche vero che esso dà per scontato il fatto che alla buona educazione debbano rifarsi tutti e non solo i giornalisti. Ma, del resto, l'educazione è un po' come il coraggio di don Abbondio "se uno non ce l'ha, non se lo può dare" e lei credo che ricada in questo caso, visto il cattivo gusto di prendersela in sequenza, con gli affetti privati di ben undici persone (escludendo figli, parenti ed amici degli stessi che, glielo possiamo garantire, sono davvero tanti).

Alla buona educazione sono tenuti tutti coloro che in una società civile hanno diritto di manifestare le proprie idee anche scrivendole sui giornali, alla buona educazione se non è in grado di provvedere la famiglia, deve provvedere lo Stato: le sarà sfuggito questo aspetto nel suo soggiorno caraibico, ossia che a Cuba il ministero che sovrintende alla formazione culturale delle giovani generazioni non si chiama, come in Italia, "dell'istruzione" bensì "dell'educazione", proprio perché una buona istruzione senza una buona educazione non va molto lontano, tant'è vero che lei è rimasta nei ranghi di un giornale piccolo piccolo e probabilmente inutile come il suo Liberazion-ex. Per aspirare ad un Tg di Rete 4 o Italia 1, o ad una poltrona da editorialista al Foglio di Ferrara che sicuramente le si addicono per affinità culturali, deve ricominciare da quella materia che una volta si chiamava educazione civica: non è mai troppo tardi...

Tuttavia ancora una volta vogliamo ringraziarla, signora Nocioni, per averci dato la possibilità di poter rispondere ad Isabel che il 9 giugno ci saranno due manifestazioni sì ma ad una ci sarà sicuramente lei, "sincera democratica e nemica dei regimi ", insieme a tanti suoi amici anch'essi nemici di Cuba; all'altra ci saranno solo compagni che di Cuba, del suo governo e, soprattutto, del suo popolo sono amici con tutte le diverse sensibilità soggettive. Grazie per averci solertemente indicato dove si trovi in realtà il 9 giugno il posto di ogni sincero pacifista, di ogni sincero nemico di Bush e di quanti, a cominciare da lei, signora Nocioni, gli danno una mano anche inconsapevolmente.


    1 giugno 2007

    La redazione di Nuestra América




Pagina inviata da Rita Martufi
(1 giugno 2007)


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