Cuba

Una identità in movimento

Mantua, città fondata da italiani di Cuba

Francesco Vespoli



Mantua è una piccola cittadina, nella zona di Pinar del Río, famosa perché fondata da cittadini italiani. Una delle particolarità di questo paesino è che il clima, stranamente, non è tropicale, ma mediterraneo. Unico evento in tutta l'area dei Caraibi.

Due, sono le versioni sulla fondazione di Mantua: la prima, racconta di una nave italiana che scambiata per nave pirata, fu inseguita da vascelli inglesi e costretta a rifugiarsi nella insenatura di Los Arroyos, nell'arcipelago di Los Colorados. I marinai, per far perdere le loro tracce, incendiarono la nave e scapparono all'interno dell'isola.

La seconda versione, meno avventurosa e drammatica, offre una maggiore credibilità: il brigantino Mantova, al comando di Anatolli Fiorenzana, fece naufragio incagliandosi sulla barriera corallina parallela alla costa e prima che la nave colasse a picco, i marinai, messosi in salvo sulle scialuppe, sbarcarono in una località prossima a Punta del Río. In seguito il gruppo si incamminò verso il bacino di Los Arrayos.

Enrique Pertierra, storico di Mantua e studioso di questo evento, afferma che ad oggi è stato fatto ben poco per stabilire gli eventi e vi sono ancora molti interrogativi a cui rispondere: non è stata fatta una esplorazione sottomarina nel luogo del naufragio, né si è potuto determinare il porto italiano di partenza del brigantino Mantova.

Dopo quasi quattro secoli, gli unici elementi che possono attestare o fornire ulteriori documentazioni sono le tradizioni orali dei cittadini, tramandatesi da padre in figlio e alcuni dati trovati nella parrocchia di Mantua. Lo storico Pertierra, ne presenta due in particolare: il primo è la Vergine della Neve, il secondo è una lunga lista di antichi cognomi di Mantua che sono di origine italiana, come il nome della stessa nave.

La Vergine della Neve, secondo Pertierra, si venera solo nella basilica di Santa Maria Maggiore in Roma e nella città di Mantova. Dalle tradizioni orali si rileva che i marinai, recuperarono dalla nave, prima che affondasse sia l'immagine della Vergine, patrona del veliero, che il nome della nave. Dopo il naufragio, costruirono una piccola cappella con tavole di palma e guano nel bacino di Los Arrayos ed in seguito, scoperta la fertile regione irrigata dal fiume Mantua, costruirono un eremo (rifugio) per riposarsi e su questo apposero l'insegna con il nome della nave al suo ingresso. Questo luogo è conosciuto con il nome "El paso de Mantua" per la sua ubicazione tra Guame ed il bacino. Solo nel 1765 si costruì una parrocchia per adorare la Vergine della Neve.

Pertierra afferma che nei libri della parrocchia (1783-1804), sono riportati una grande quantità di cognomi italiani, considerando inoltre che erano già trascorsi 150 anni dalla fondazione della città e tra i cognomi era presente una forte componente spagnola.

Tra i cognomi molti erano Ferrari, Pesano, Fiolla, Pitaluga, Puso, Dolden, Fiorenzano, Faroco, Fontanella ed altri, nativi soprattutto delle città di Genova e Venezia. Tuttora in Mantua si incontrano tali cognomi ed uno dei cittadini più anziani, Ángel Pitaluga, nato da una famiglia di marinai a Los Arroys nel 1904 racconta: "Mio padre Antonio Pitaluga Perdomo, diceva di essere discendente di marinai italiani e spesso parlava di antiche storie di marinai italiani sentite a sua volta dal nonno". Oggi Ángel ha 12 figli e una memoria molto lucida.

Mantua è oggi monumento nazionale, perché lì si concluse il 22 gennaio 1896 la lotta di liberazione iniziata da Maceo a Mangos de Baraguá, il 22 aprile 1895.

Oggi la popolazione della cittadina supera i 23.000 abitanti e l'economia è basata oltre che sulla pesca, sul tabacco e sulla coltivazione di grano. Il territorio, prima dello sbarco degli italiani, era completamente desolato.


Testo tratto da PEDRO JUAN GUTIERREZ, Italianos en Mantua, in "Bohemia", 14 aprile 1995


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