Cuba

Una identità in movimento

Lirica italiana a Cuba

Francesco Vespoli



Caruso a Cuba: ricordi

Nel 1920 a La Habana si tenevano una serie di importanti spettacoli artistici internazionali ed in particolare nel mese di maggio al teatro Nacional iniziò una stagione lirica con alla testa il famoso cantante italiano Enrico Caruso, organizzata dall'impresario Bracale.

Si racconta che all'epoca l'impresario fissò un prezzo esorbitante per quelle manifestazioni (considerando che il presidente di allora, Menocal, prendeva una percentuale sullo spettacolo).

La rappresentazione andò benissimo e al finale, Caruso cambiò l'opera stabilita che era Un ballo in maschera con Aida. All'impresario questo cambio non piacque perché temeva che data l'età dell'artista l'opera poteva non essere rappresentata degnamente.

L'opera iniziò normalmente e quando il tenore italiano terminò la seconda scena del primo atto, scoppiò un petardo che fece tremare il teatro.

Nel teatro scoppiò il panico, molti musicisti e artisti si diressero verso la strada e la banda militare che in scena era vestita con abiti egiziani, scappò coprendosi utilizzando la carta e il cartone dello scenario, mentre Caruso, vestito da Radames si rifugiò all'ingresso dell'Hotel Inglaterra dove con un'auto raggiunse il luogo che lo ospitava.

Molte furono le versioni in merito all'accaduto, la più fondata sostiene che quell'esplosione fu provocata dall'impresario Bracale, per interrompere la funzione e ottenere che Caruso non corresse il rischio artistico di cantare l'Aida in modo non corretto.


Giovanni Bottesini e Luigi Arditi

Prima stagione: 1846-47

Il 10 e 11 ottobre 1846 un violento uragano tropicale sconvolse La Habana. Le raffiche violente si abbatterono anche sul Teatro Principal, pronto per ricevere una importante compagnia d'opera italiana, composta da artisti di alto livello, che si era imbarcata in Italia il primo settembre sul brigantino sardo Annibale.

A causa di tale disastro le rappresentazioni furono spostate nel Gran Teatro Tacón e sul Diario de La Habana fu pubblicato l'elenco degli artisti, tra cui compariva il nome di Bottesini e l'opera prescelta che era Ernani o El honor castellano di Giuseppe Verdi.

Le critiche a tale rappresentazione furono molto positive e fu dato dai giornali dell'epoca grande rilievo sia all'orchestra, diretta da Arditi, che a Bottesini, primo contrabbasso al cembalo.

I due artisti, oltre che suonare con l'orchestra, si esibirono in alcuni assolo strumentali durante gli spettacoli dell'opera e in case private. Furono proprio tali esecuzioni che fecero conoscere Bottesini agli abitanti de La Habana quale formidabile contrabbassista.

Tra le opere eseguite dal duo Arditi-Bottesini è da citare la grande abilità e bravura nell'eseguire La fiesta de los gitanos.

La critica dell'epoca paragonò Bottesini in quanto a bravura con Paganini e lo stesso Rossini lo elogiò con questa frase:

La Habana ha rubato all'Europa il miglior artista che possiede e se sa tenerlo per molti anni noi siamo privati di lui.

La compagnia italiana continuò nelle normali rappresentazioni nei primi del 1847. La voce della Tedesco, il contrabbasso del Bottesini e la direzione di Arditi, furono le maggiori attrazioni per il pubblico in questa stagione.

I giornali de La Habana tracciarono il consuntivo di questa stagione che si era protratta dal 18 novembre al 20 marzo 1847: in quattro mesi erano state eseguite sette opere nuove tra le quali l'Ernani, I Lombardi, I due Foscari, Saffo.

La compagnia partì da Cuba il primo aprile e giunse a New York per esibirsi negli Usa dove furono date 116 rappresentazioni. Da qui, la compagnia fece ritorno a La Habana.

Stagione 1847-48

Il nuovo debutto della compagnia a La Habana avvenne il 31 ottobre 1847 con l'Ernani. Nei giorni seguenti furono rappresentati Corrado d'Altamura di Federico Ricci, Norma di Bellini, Ernani di Verdi.

Con l'inizio del nuovo anno 1848, oltre agli spettacoli dell'opera italiana, l'ambiente musicale habanero si animò ulteriormente all'annuncio dell'arrivo di due prestigiosi strumentisti che suonavano in duo: il pianista Henry Hertz e il violinista Camillo Sivori. Nel frattempo nel teatro si andavano eseguendo Ernani, Nabucco, Attila, I due Foscari.

Nella notte di Capodanno, prima dell'esecuzione dell'Ernani, fu cantato un magnifico Inno composto per l'occasione da Bottesini e Arditi su di una eccellente poesia di circostanza.

Meucci, scenografo e macchinista della compagnia, comunicava che

... il mio amico Bottesini suonerà sul suo magico contrabbasso una sua Fantasia sui motivi della Sonnambula.

Il Diario de La Habana del 21 gennaio ci dà la notizia che Bottesini era intento a scrivere una Gran Fantasia sui motivi della Beatrice di Tenda. Come compositore ricordiamo il suo libretto dal titolo Una escena del descubrimiento del Nuevo Mundo par Colón, con la quale Bottesini voleva dimostrare la gratitudine per la buona accoglienza che gli era stata riservata nell'isola.

Bottesini e Arditi avevano raccolto grande simpatia a Cuba e la riprova si ha dagli articoli comparsi sui giornali nei quali si esprimeva l'augurio di riaverli presto nell'isola per il piacere di udirli ancora

... in quanto artisti di talento, e il talento non si dimentica.

Stagione 1848-49

Passati i caldi mesi estivi, all'inizio del dolce autunno cubano i cittadini de La Habana si pepararono ad una nuova stagione lirica. Così la Gaceta del 18 ottobre dava l'annuncio del primo spettacolo della compagnia italiana con Ernani, interpretato da Bina Steffenone, Ignazio Marini e Federico Beneventano. Si sottolineava che

... verrà eseguita una nuova cabaletta scritta dal maestro Verdi per il sig. Marini e udita per la prima volta nel Gran Teatro Imperiale di Vienna.

Con inizio da ottobre andarono in scena Ernani, Nabucco, I Lombardi, Norma, L'Elisir d'amore, Marin Faliero, Lucrezia Borgia e Attila, con i cantanti Steffenone, Tedesco, Lorini, Beneventano e Marini. Tra questi vi era un gran favorito dei cubani, Giovan Battista Bottesini.

Il 10 dicembre, nella beneficiata di Federico Badiali, Arditi e Bottesini eseguirono un non meglio indicato duetto per contrabbasso e violino, opera di ambedue. La critica a tale proposito fu molto positiva.

A conclusione della stagione, Bottesini partiva per Londra, con l'idea di un imminente ritorno a Cuba.

Stagione 1849-50

La stagione iniziò l'11 ottobre con la rappresentazione dell'opera Lucia di Lammermoor. Nello stesso periodo, sempre al Gran Teatro Tacón, ci fu la prima esecuzione della contraddanza composta da Arditi dal titolo La llegata de Bottesini (l'arrivo di Bottesini), che fu clamorosamente applaudita.

Nel 1850 furono allestite Lucia, Attila, Ernani, Macbeth, Lucrezia Borgia, La Favorita e Gli Ugonotti, dove Bottesini era il direttore della musica e maestro di cori, mentre l'Arditi era il direttore dell'orchestra.

Dopo cinque mesi, il 22 marzo, la compagnia si imbarcò per gli Usa.

Stagione 1850-51

La Gaceta de La Habana del 28 settembre 1850 annunciò che il 4 ottobre sarebbe giunta in porto la compagnia d'opera italiana composta da Balbina Steffenone, Angela Bossio, Fortunata Tedesco, Lorenzo Salvi, Federico Badiali, Luis Vita, Ignazio Marini e Bottesini, maestro di musica e primo contrabbasso, Luigi Arditi, maestro dei cori e dell'orchestra, un coro di dodici donne e venti uomini, un suggeritore, lo scenografo Francesco Zucarelli, due sarti e un macchinista (Antonio Meucci).

Il 10 ottobre, giorno del compleanno della regina Isabella II di Spagna, fu inaugurata la stagione con la Lucia, dedicata alla sovrana. Seguirono I puritani, Norma, Ernani, Lucrezia Borgia, Macbeth, Maria di Rohan, La favorita, L'elisir d'amore e altre, tutte calorosamente accolte dal pubblico.

I primi mesi del 1951 rappresentarono per Bottesini e Arditi momenti bui che videro una prima schiarita l'11 febbraio con la rappresentazione de Il barbiere di Siviglia e il Carnevale di Venezia, eseguiti dal Bottesini e, in occasione della festa per Arditi, fu rappresentata sempre la "fantasia di bravura" Il carnevale di Venezia, un duetto per violino e contrabbasso, che vide insieme i due artisti.

Nel mese di marzo, finite le rappresentazioni a La Habana, la compagnia si trasferì a Trinidad da dove poi, rientrati a La Habana, partirono per gli Usa.

Silenzio lirico: 1851-54

Gli anni dal 1851 al 1854 furono anni in cui la compagnia d'opera italiana non rappresentò le sue opere a Cuba.

L'ultima stagione: 1854-55

La Gaceta del 9 novembre esprimeva il giubilo per l'arrivo della compagnia italiana: Steffenone, Fiorentini, Costini, Salvi, Beneventano, Marini, Bottesini, che figurava come direttore dell'orchestra.

Arditi mancava dall'elenco, forse per le severe critiche contro l'orchestra. Bottesini iniziò questa stagione con l'Attila di Verdi e proseguì con un Himno Marcial, intervenendo tutti gli artisti della compagnia. Il 21 novembre andò in scena la Norma, nella quale si presentò per la prima volta a La Habana la prima donna assoluta, la signora Claudina Fiorentini.

Gli spettacoli si succedevano senza sosta sul palcoscenico del Gran Teatro Tacón. Andarono in scena la prima habanera della Luisa Miller, Il Barbiere di Siviglia, Attila, Mosè, Lucrezia Borgia, Roberto Devereux e una Gran fantasia per contrabbasso.

Terminata la stagione, alcuni musicisti rimasero a Cuba e tra questi Bottesini. L'8 marzo fu eseguito il concerto di addio con la Fiorentini, Belletti, Salvi, Aritzi, Desvernine, Saumell, Bousquet e Bottesini.

La critica del concerto su la Gaceta de La Habana diceva:

... l'Europa lo ha qualificato uno dei primi strumentisti del mondo e, sia nella sua Fantasia la Cerrita che nel suo Gran Duo per contrabbasso e clarinetto, ci ha confermato ancora una volta che la sua grande reputazione non è usurpata.

La partenza di Bottesini sulla nave inglese Clyde, che lo avrebbe portato a Southampton, avvenne il 12 marzo: non sarebbe più tornato a Cuba dove lasciava profondi ricordi.

Riguardo alle stagioni cubane, possiamo affermare che Bottesini contribuì a far maggiormente conoscere l'opera lirica italiana e quella di Giuseppe Verdi in particolare. La sua abilità interpretativa è stata usata a Cuba come pietra di paragone per giudicare gli altri musicisti e, nonostante il musicista non sia più tornato nell'isola caraibica, col passare degli anni non si è mai cessato di citare il suo nome nelle pubblicazioni importanti del secolo XIX e XX della storia e della letteratura musicale.


Cantanti lirici italiani a Cuba nel XIX secolo

    — Fortunata Tedesco, cantante italiana drammatica di straordinario talento. Debuttò a Cuba la sera del 15 novembre 1846 con l'Ernani, raccogliendo poi un grandissimo successo in Saffo, Attila, Corrado, Nabucco, Mosè, ecc. Fino al 1848, all'arrivo della Steffenone, fu l'idolo degli habaneri.

    — Luigi Vita, baritono italiano di grandi capacità, inimitabile nel Rigoletto. Venne a Cuba nel 1846 nella compagnia in cui figurava come prima donna, accanto alla Tedesco, sua moglie Luisa Caranti. Morì nel 1854 di febbre gialla a casa del suo amico Onofre Morejon.

    — Natale Perelli, tenore italiano, era un buon artista, anche se freddo come attore. Durante la permanenza a La Habana dava lezioni di canto alla dilettante Concepción Rios.

    — Balbina Steffenone, una delle prime artiste che hanno cantato a La Habana per la sua fresca e bellissima voce, l'abilità, l'arte e il dono di affascinare l'uditorio. Cantava sia da leggero che da drammatico e contralto, sollevando sempre entusiasmi. Sonnambula, Lucrezia Borgia, Favorita, Norma, Puritani, La gazza ladra, Linda, Maria di Rohan, Marino Faliero e Lucia furono altrettanti trionfi di quest'artista di una bellezza ed eleganza incomparabili. Dopo di lei per le stesse opere si impose il paragone precedente per le altre cantanti.

    — Ignazio Marini, basso profondo. Fu il cantante più applaudito nei teatri cubani. Voce bella, potente, estesa, intonata, fu attore finissimo e di grande effetto scenico.

    — Federico Beneventano, portoghese educato in Italia. Baritono dalla voce possente e dalla buona scuola, dalla maschia figura e intelligente come attore. Fu inimitabile in Ernani, Attila, Puritani.

    — Federico Badiali, tenore di modesta qualità. Fu invece agente abile e attivo per il sig. Marty Torrens. A lui si devono le migliori compagnie liriche che hanno cantato a Cuba.

    — Lorenzo Salvi, il tenore italiano più celebre che abbia calcato i teatri cubani. Arrivato nel 1849, il suo nome rimase indimenticabile per il pubblico habanero.

    — Cesare Badiali, fratello di Federico, uno dei migliori baritoni. Quando cantò a Cuba, la voce era già rovinata ma con l'arte sapeva nascondere il difetto; era inoltre un eccellente attore così che il pubblico non dimenticò le sue rappresentazioni di Lucia, Maria di Rohan, Macbeth.

    — Angiolina Bossio. Una delle più significative cantanti venute a La Habana non solo per la voce grande ed estesa, ma anche per la purezza di scuola. Non seppe valersi dinanzi a quel pubblico in quanto doveva sostenere il paragone di Bina Steffenone.


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Webmaster: Carlo NobiliAntropologo americanista, Roma, Italia

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