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Cuba |
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33 poesie sulla luce
Carlos Chacón Zaldívar
Luce 33 poesie sulla luce, è un bel modello di poesia per armonizzare poesia e città attraverso il poetare lirico che prende come centro l'eterno simbolo della luce, interessante iniziativa che attribuiamo all'Assessorato alla Cultura della Città di Venezia, intermediari di tutto ciò: l'Archivio di Poesia di Venezia, il Gruppo Poesia Comunità di Mestre, rispettivamente coordinati dai poeti: Luciano dall'Acqua e Giorgia Pollastri. L'edizione bilingue è stata curata dalla poetessa Antonella Barina con revisione tecnica a cura di Marta Roldan e Carla Zancanaro, dividendo i testi e mettendo in evidenza le città di Venezia e Santiago di Cuba, dopo che la visita al Festival internazionale della Caribegna Santiago in occasione della festa del Fuoco e la presenza di cubani in occasione della celebrazione nella casa Goldoni della famosa città italiana.
Nuovamente lo spirito della poesia come veicolo e strumento per riunire gente di città e culture diverse, introduce il discorso introduttivo Luana Zanella, assessore ALLA CULTURA poi continua la Barina, la Pollastri e Luciano Dall'Acqua, un messaggio di Nancy Galano e una riflessione sul e tema della luce scritto dal prestigioso poeta Gianluigi Nespoli, già scomparso come gli intellettuali: Joel James Figuerola, Jesus Cos Causse così che lo spirito di questi importanti creativi arricchisce le nobili ispirazioni che si susseguono nelle pagine del libro.
Il viaggio i dialoghi poetici e la varietà poetica di più voci diverse sulla luce gravitano sui canti dei 33 autori di ambo i sessi che da angolazioni e temi diversi adeguano il loro versificare nel presagio che genera la luce, sempre la luce apre le piazze all'amicizia ed all'amore, la luce che si ricrea nell'innominabile magma del numero 33, simbolo della cifra che suona lo scorrerer dell'acqua, l'acqua che apre i cammini alla mitica Venezia ed alla calda Santiago, ambedue con i loro particolari rituali e festeggiamenti carnevaleschi. È impossibile collocare in questo breve percorso il punto centrale sulla pagina bianca, tutte le sfumature che racchiudono la coralità selezionata ed è ancora più impossibile recensire la magia che identifica una certa poesia più avanzata dei sottili ritrovamenti per le personali invocazioni dei suoi creatori, " Lettera di saluto a santiago di cuba" scritta da Antonella Barina è un memorabile inizio esponente di riferimenti denuda una visione di bellezza ed ugualità più alta del canto e della danza perché: " per tutti il sole risplende e la luna si mostra e si nasconde" il saluto è motivo di unione per due città figlie dell'acqua e della creazione poiché sono "uccelli che volano da isola in isola" ed allora quando il soggetto lirico esige che si fa realtà la meta sognata:
"... che possa questa terra
essere per tutti quelli
che vivono e generano
sul suo grande corpo".
Tale vicinanza di voci nella realtà umana e quotidiana, nei diversi spazi del contesto sociale, persiste in alcuni esempi che commuovono il lettore, vedasi come esempio "I vecchi " di Alessandro Cabianca che propone un viaggio nella memoria dello sguardo degli anziani che "ebbri di luce e di silenzi,/ si guardano vivere,/ non hanno più modo di mentire" in "Acordó" di Silvia Favaretto viene suggerita anche la resistenza visto che è un giorno e un cammino luminoso. Ada Noidio Galano allerta su un "Un luogo" dove i bambini muoiono di fame e sete, i fratelli odiano e convivono con assassini e terroristi; in "Elegia di un epoca" Isabel Mendoza trasporta il lettore in un'epoca che vive nella memoria, in quel tempo del grido dove la voce poetica può trapiantare una luce, l'amuleto che feconda il tempo. Salah Mahameed con "La piazza" proclama un dialogo coi ricordi da quello spazio fisico che si apre alla natura ed al sogno che è "luce nell'azzurro del mare/ mare nel brillante della luce".
Come si apprezza attraverso una lettura iniziale tali espressioni poetiche confluenti nella luce e conformanti una coralità che avanza impetuosa dall'individuale al collettivo e viceversa, tale ricchezza di sfumature si amplifica nelle personali visioni intime dei suoi compositori, dati che cl'intimità e la riflessione coprono la pienezza dei poemi che incorpora l'altra parte dei campioni che abbiamo esaminato. In alcuni un avvicinamento multiplo alla luce da precise posizioni fino alla definizione più poetico possibile, qui sta il margine verbale ed è motivo che riceve il lettore con "Luceprima" di Rosanna Perozzo che scopre "è quella luce/ infaccia detta dalla vita/ a dare agli occhi l'universo". Originale presenza che inaugura una nuova stagione per la "Scintilla amorosa": Le tre strofe appartenenti a Lucia Guidorizzi e la sua catena di metafore in relazione diretta col motivo che elenchiamo "mandorlo occulto del cuore/ vibrazione di zafiro/ suono improvviso/ che scardina la notte" dialogo che si allaccia con la luce (repentina) scritto da Luciano Dall'Acqua che riferisce il mistero che "in questa luce/ evocante memorie,/ vedo un colore/ viola intenso". Quindi il senso che ci concede Clara Vajthò nel suo testo per identificare la luce "per rendere il risveglio/ impellente bisogno" per arrivare a Tiziana Turchetto ad una visione della luce da posizioni del suo ambiente fisico:
"... la forma ritorna linea
il colore ritorna luce
nell' appagato sentire
di aver sfiorato una verità".
Ci sono altri poeti che particola rizzano anche di più il tema trattato abbracciando temi più universali, ma che includono nel labirinto dell'impronta lirica l'incitamento che definisce il tutto all'insieme. In tal senso potremmo citare la breve ma intensa strofa della Pollastri strutturata in versi che attirano la sorte magica del tre:
"Affacciata al balcone
guardo la luna e il vento
giocare con l'acqua
per donarmi
un tappeto di diamanti"
Lo stesso giudizio si potrà enfatizzare dal magnifico "Tatuaggio" di Nancy Galano carico della massima suggestione dell'ambiente tropicale, delle isole che va oltre la bellezza "non tatuerò la mia pelle con farfalle/ fiori o serpenti/ né cuori intrecciati non macchieranno/ il color mogano caraibico che mi copre" che si rivela in "un immenso arcobaleno sul petto".
Ora desidero sottolineare il profondo lirismo e la bellezza del gioco linguistico che riescono a Carla Zancanaro la quale dimostra la sua particolare abilità per scoprire la precisa parola, vedasi la finezza e la chiarezza dei seguenti versi:
"Poi
l'isola appare
conchiglia smaltata
di azzurro e di verde
grido dell'alba
che appena la sfiora
e...
si perde".
Il colore di questi versi della Zancanaro ci ricorda il segno misterioso, delicato e fortissimo della pittrice Maria Squaglia che da Caserta ha dipinto, come pochi, questo mistero di isole che qui prende corpo nei versi della poetessa veneziana.
Due originali voci poetiche dell'eroica Santiago uniscono il poetare al magico dispiegamento della luce, 33 poesie sulla luce, sono essi Jesus Cos Causse e Efraim Naderean poiché concedono nuovi meriti al quaderno. Del primo si evidenzia la forza poetica delle sue immagini e la particolare visione dell'amore, si noti la peculiarità metaforica che riempie di forma limpida e precisa:
... l'amore non è la freccia
conficcata nei cuori:
è la sacra offerta del fuoco,
il luogo dell' acqua,
la finestra del vento,
la stranezza della terra
................
accende un frastuono, una luce
un lampo, un fiore".
Di Naderean si dice "Dico che potrebbe essere" che dialoga con i messaggi poetici di tutta la rassegna, con il tema di Cos Causse, la certezza dei suoi simili configura la parola poetica che la caratterizza:
"Ma un giorno, dico, potrebbe essere
come un fascio di luce
come un giglio inclinato
quasi morto in un vaso
come un tesoro che fluttua sulla superficie
della città
................
un sorriso nello stesso centro della vita."
Particolare selezione poetica nata fra due città separate ed affratellate dall'acqua voci poetiche che si uniscono per seminare nel futuro e ricordare un nuovo simbolo che nello stesso momento ritorna alla luce: omaggio a Joel James Figuerola, Gianluigi Nespoli e Jesus Cos Causse, allora nessuno può chiudere meglio tale florilegio che questo sonetto di Raul Hernandez Novas che spiega il destino dei poeti quando si accomiatano:
"Addio, tacite spiagge dei miei mari,
Addio, mio cielo, addio, miei dolci laghi,
addio alla terra che mi vide nascere.
addio madre. Vado coi giocolieri.
Vado a toccar la luce, come i Magi
che videro il bambino e non tornarono".
Accompagno questi poeti scelti in modo complementare delle immagini del posto della Galano quando enfatizza:
"... questo libro dice di più questo libro è una concretizzazione, una prospettiva per il nostro futuro".
Aché! tanti auguri e tante buone cose, per sempre con voi!
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Webmaster: Carlo Nobili — Antropologo americanista, Roma, Italia
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