A Cuba, nell'archivio storico delle FAR (Forze Armate Rivoluzionarie) c'è un dossier su Gino Donè Paro, l'unico europeo partecipante al "Desembarco del Granma" del 1956.
Di due anni più vecchio di Fidel Castro, Gino è nato da genitori braccianti il 18 maggio 1924 a Monastier di Treviso, vicino a Venezia. Dopo le scuole va nei militari, e l' 8 settembre 1943 è a Pola. Torna a casa e diventa partigiano con la Missione Nelson e con il Comandante Guido, un ingegnere milanese italo-americano operante nell'area della laguna veneziana. Gino a fine guerra riceve un encomio dal Generale Alexander, e poi emigra a Cuba passando dal Canada. Nel 1951 lavora all'Avana come carpentiere nella grande Plaza Civica: l'attuale Plaza de la Revolución.
Nel 1952 Gino si fidanza con Olga Norma Turino Guerra, giovane rivoluzionaria di ricca famiglia cubana, abitante nella città coloniale di Trinidad, amica di Aleida March di Santa Clara, futura 2a moglie del Che. Con esse due anni dopo Gino entrerà nel "Movimento 26 Luglio", chiamato con la sigla "M-26-7", dalla data dell'assalto dei castristi (26 Luglio 1953) alle caserme di Bayamo e Santiago de Cuba. Nel 1954 Gino si sposa. Poi nel 1955 e nel 1956, diventato tesoriere del "M-26-7" di Santa Clara, viene incaricato dal dirigente Faustino Perez di portare dollari in Messico, dove lo attende Fidel che deve comperare il battello Granma. Gino diventa molto amico del medico asmatico Ernesto Che Guevara, il quale gli confida che se non avesse incontrato Fidel egli sarebbe emigrato in Italia per specializzarsi in "anti-asma" all'Università di Bologna. Gino diventa amico anche di Fidel e di Raul e, in quanto ex partigiano, collabora agli addestramenti militari.
Quindi il 25 novembre 1956 egli parte dal porto messicano di Tuxpan tra gli 82 patrioti del battello Granma. A bordo il suo grado è quello di Tenente del Terzo Plotone comandato dal Capitano Raúl, fratello di Fidel. Gli 82 sul Granma erano: 78 cubani, più un argentino (Che), più un messicano (Alfonso), più un domenicano (Ramón), più Gino (detto El Italiano).
Sul passaporto italiano c'è scritto Gino Donè, ma all'anagrafe cubana, quando si è sposato, è stato registrato col nome di Gino Donè Paro, cioè anche con il cognome materno. Dopo lo sbarco del 2 dicembre 1956, ai piedi della Sierra Maestra, e dopo il massacro di Alegria de Pio (dove circa la metà degli 82 vengono catturati e assassinati dai batistiani) Gino torna a Santa Clara, dove durante le festività natalizie partecipa ad alcune azioni di sabotaggio assieme alla guerrigliera Aleida March. Ma nel gennaio 1957 riceve l'ordine dal "M-26-7" di andare all'estero salpando con una barca da Trinidad. Fuori Cuba, e poi a Cuba, addestra militarmente vari giovani che vogliono combattere con i patrioti castristi.
Dopo mezzo secolo da allora Gino ha rilasciato un'intervista a "Liberazione", pubblicata il 5 ottobre 2006, dove ha detto che:
"Dal Desembarco in poi, noi superstiti abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, chi in una forma e chi in un'altra. Io che ero straniero ero il più indicato per starmene lontano e fare ciò che nella Sierra non avrei potuto fare. C'era bisogno di addestramenti, collegamenti, informazioni, notizie, soldi, armi, e di molte altre cose ancora. Così, chi con armi e chi senza armi ha fatto quello che doveva fare. E anch'io".
Nel maggio 1996, alla Fiera Turistica di Varadero, a Cuba, il Comandante Jesús Montané Oropésa, "moncadista-granmista" da sempre assistente di Fidel, durante una breve intervista con Gianfranco Ginestri, disse di lui:
"Gino era il più adulto, il più serio, il più disciplinato; e dopo la nostra vittoria non ha mai cercato privilegi; e ogni tanto ci telefoniamo".
L'ultima volta che Gino è andato a trovare Montané a Cuba è stato in occasione del 40° del Desembarco, nel novembre-dicembre 1996. Poi Montané è morto all'Avana nel 1999. Nel 2003 (senza figli e vedovo due volte: della cubana Olga Norma e della portoricana Tony Antonia) Gino è andato a vivere a San Donà, in provincia di Venezia, dove vivono le nipoti, figlie di fratelli e sorelle.
All'Avana è in contatto con il suo amico granmista Arsenio Garcia Davila, con il quale è andato alla sfilata del 1° Maggio 2004 (dov'è stato decorato): poi il 18 maggio è tornato a Venezia dov'è stato festeggiato il suo 80° compleanno dai Circoli Italia-Cuba del Veneto, da diverse organizzazioni amiche di Cuba, e dall'Anpi. Per il suo 81° compleanno, nel 2005, è stato ospite a Firenze della Fondazione Italiana Ernesto Guevara. Per l'82° compleanno nel 2006 a Bologna è diventato socio onorario del locale circolo dell'Ass-Italia-Cuba.
Nel 2006 si è recato spesso a Cuba, per partecipare alle celebrazioni del 50° del Desembarco del Granma. Nel 2006 hanno scritto paginoni su Gino, "Liberazione" del 5 ottobre, e "Repubblica" e L'Unità del 2 dicembre. Il 27 gennaio 2007 lo "Specchio" gli ha dedicato 4 pagine. IL 23 marzo 2007 il film-documentario su Gino, di un'ora e mezza, diretto da Enrico Coletti, promosso dall'Istituto Luce, ha debuttato al Tiburon Film Festival di San Francisco (Usa): il titolo originale è il seguente: "A secret life with Fidel" ("Una vita segreta con Fidel"). Altri film-video sono stati girati o verranno girati (su Gino o con Gino) nel 2007-2008, in occasione del 40° anniversario della morte del Che, e dell'80° della nascita del Che.
SINTESI PREPARATA per il 18 MAGGIO 2008, GIORNO DEL SUO 84° COMPLEANNO
Gino Donè Paro è morto in un ospedale della Provincia di Venezia la sera de 22 marzo 2008 all’età di 83 anni...
Pagina inviata da Gianfranco Ginestri
(12 settembre 2007)
Modificata:
(12 aprile 2008)