L'idea di scrivere una sceneggiatura teatrale sulla vicenda di Antonio, Fernando, Gerardo, Ramón e René nasce nell'estate del 2005 davanti ad un bicchiere di rum, quando per la prima volta ho ascoltato la loro storia da amici cubani. La curiosità di saperne di più e la lettura di "El dulce abismo", la raccolta delle lettere ai familiari e di "Desde mi altura", il libro di poesie di Antonio Guerrero, sono stati l'inizio di un viaggio in una storia umana e civile fatta di coraggio e ingiustizie,
ma anche soprattutto nella resistenza del popolo di Cuba.
La storia è quella di cinque agenti dell’intelligenze cubana che nel 98 indagavano a Miami sui gruppi anticastristi che da decenni colpiscono Cuba con attentati, sabotaggi e ogni altro strumento possibile, cinque cubani che vengono arrestati dall’ FBI, processati a Miami, la capitale dell’odio anti-Castro, condannati — senza prove — a pene tombali, che attualmente stanno scontando.
Perché raccontare questa storia? A chi raccontarla e come?
Io, Alessandro Hellmann e Nicola Pannelli abbiamo cercato le risposte durante tutto il periodo di ricerca, di relazioni con il mondo politico, associazionistico e indipendente impegnato nella causa cubana, durante la scrittura e l'allestimento dello spettacolo "Cuba o muerte!".
Una prima risposta è stata l'urgenza di portare alla luce il "terrore buono", seminato dagli U.S.A. da
più di 50 anni e che è costato 3.500 morti e quasi 3.000 feriti.
Rendere giustizia a tutte le vittime, dirette ed indirette, anche solo attraverso una verità documentata, è stata un'altra delle risposte che ci ha convinto ad andare avanti, oltre alla voglia di combattere contro stereotipi e falsa informazione che da sempre avvolgono la storia di Cuba. Tutto per cercare di capire e riflettere, nella speranza di contagiare il più possibile il pubblico di lettori e di spettatori.
Il progetto è iniziato con la scrittura di Alessandro Hellmann della storia del terrorismo contro Cuba da Colombo a Bush, che ha dato vita a "La rivoluzione imperdonabile", un libro dall'inconfondibile stile asciutto ed ironico, già sperimentato in "Cent’anni di veleno", sul caso dell'Acna di Cengio, e che sarà pubblicato da "Stampa alternativa" a gennaio 2008.
Anche per la versione teatrale, curata da Nicola Pannelli, direttore artistico di Narramondo, il linguaggio narrativo ci è sembrato quello più adatto. La testimonianza utilizza la metafora della lotta del vecchio di Hemingway, solo in mezzo al mare contro i pescecani, per presentarci il punto di vista di un popolo che resiste e che continua, nonostante tutto, a costituire un modello, unico al mondo, di rifiuto della sudditanza agli U.S.A. e di progresso in molti campi.
Narramondo racconta a teatro proprio di popoli in lotta, di resistenza, di battaglie per la giustizia.
Quindi è stata naturale, spontanea e obbligata la scelta di occuparsi di Cuba, di raccontare la "sua" resistenza. Una scelta scontata, eppure non semplice.
Perché parlare dei cinque significa difendere il diritto di Cuba a rivendicare la propria storia, la propria libertà e la propria autonomia. Significa parlare di Stati Uniti d’America che stritolano e soffocano e appoggiano il terrorismo contro Cuba. E parlare di Stati Uniti d’America (parlarne male, anzi malissimo) significa toccare un nervo scoperto che è lì davanti a ciascuno, sotto gli
occhi di tutti, ogni giorno.
Testimoniare che un altro punto di vista può esserci vuol dire rimettere in discussione la nostra coscienza occidentale, impresa ardua da affidare al linguaggio teatrale, specialmente se si tratta di parlare di un caso, quello di Antonio, Fernando, Gerardo, Ramon e Renè che non trova spazio nell'informazione "istituzionale", che nessuno conosce e che riguarda una vicenda processuale in cui è difficile addentrarsi senza annoiare.
Ad oggi possiamo dire di esserci molto arricchiti con questo viaggio, ma l’obiettivo che speriamo di poter raggiungere è contribuire al diritto dei Cinque ad un processo giusto e al rispetto dei loro diritti umani. Crediamo che allargare la platea dei dibattiti utilizzando gli strumenti ed i linguaggi dell’arte possa essere la strada giusta. Abbiamo uno spettacolo, un libro e un video.
Libro di Alessandro Hellmann
"La Rivoluzione imperdonabile. Il terrorismo contro Cuba da Colombo a Bush"
Collaborazione di Nicola Pannelli — (Ed. Stampa Alternativa)
Spot Video di Luigi Albert
Quattro spot elaborati e montati a partire dai video documentari:
Bernie Dwyer, Roberto Ruiz "Mission contra el terror", Coproduzione Two Islands
Productions Ireland e Canal Educativo Cuba
Roberto di Fede "La verdad de frente al mundo", Coproduzione Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba e Ephemeria Comunicazione
Carolina Silvestre, Daniel Desaloms "Bloqueo, la guerra contro Cuba" Produzione Latino Producciones Srl
Lo Spettacolo (durata: 1h15’):
"Cuba o muerte!" strutturalmente è un incastro tra un racconto epico e degli spot pubblicitari. Il
racconto "narrato" è ispirato a "Il vecchio e il mare" di Hemingway, talmente noto e presente nella memoria di qualunque lettore da non avere bisogno di presentazioni, gli spot irrompono nella narrazione richiamando l’attenzione del pubblico sul fatto di cronaca e storico insieme: il terrorismo degli Stati Uniti contro Cuba e la vicenda dei Cinque.
Cosa hanno a che fare gli uni con l’altro? Chiunque legga il racconto del vecchio pescatore che, dopo ottantaquattro giorni senza prendere pesci finalmente, con immensa fatica e dolore, riesce a prenderne uno grosso come mai se ne sono visti ma poi se lo vede strappato e divorato da squali assassini, non puo' fare a meno di cogliere — com'e' stato per noi — una sorprendente metafora della
lotta, della resistenza, della sopravvivenza dell'isola della Rivoluzione nonostante la guerra economica statunitense, il terrorismo della destra cubano-americana di Miami, l'indifferenza dell'Occidente tutto, sinistre comprese, il silenzio della grande stampa.
Abbiamo a lungo cercato una storia. In mezzo a mille storie, non riuscivamo a trovare un racconto.
Uno giusto. Uno che soddisfacesse la nostra necessità di avere parole d’amore e di lotta, dure e tenere insieme. Una storia di vita reale e universale e simbolica. Ci siamo trovati in un oceano di cose da dire, in mezzo a venti in contrasto, su una piccola barca a vela. Abbiamo provato a tracciare una rotta senza riuscirci. Abbiamo provato a tornare indietro e lasciar perdere. Non volevamo. Non potevamo.
La Compagnia
"Narramondo è un’associazione di persone che hanno deciso di portare in teatro le ferite del tempo
presente. E’ nata nel luglio del 2001 a Genova. Da allora ha seguito percorsi di ricerca in varie direzioni con il fine di portare al pubblico, — in teatro e altrove — la voce "irricevibile" di popoli oppressi, sotto occupazione, di gente "fuori margine" e della loro bellezza. Raccontiamo in quadro tragico — così distante dal nostro melodramma — le resistenze irachena, palestinese, cecena, in
breve dei popoli in lotta, la resistenza partigiana — la nostra genesi dimenticata — al nazifascismo.
Dimoriamo nella tragedia contemporanea e lo facciamo essendo per metà dei turisti dell’orrore e per metà testimoni del dolore e della lotta. Della lotta va ripetuto! Amiamo chi resiste e combatte.
Nonostante la vita rubata, il dolore e le piaghe, i resistenti sfoderano un’allegra insolenza che sfida i sistemi, gli uomini responsabili della miseria". Nicola Pannelli — da Cent’anni di Veleno di Alessandro Hellmann Ed Stampa Alternativa, 2005.
Nicola Pannelli
Nato a Como il 26 maggio 1966. Diplomato alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova nel 1991. In teatro ha lavorato principalmente con Cristina Pezzoli e Valerio Binasco; ha collaborato per il Teatro Stabile di Genova con Benno Besson, Massimo Mesciulam, Marco Sciaccaluga, Guido De Ponticelli, Vittorio Gassman, per il Centro Teatrale Bresciano con Massimo Castri per il Teatro Stabile del Veneto con J.Lassalle e con Giuseppe Emiliani, Veronica Cruciani.
Ha lavorato anche per il cinema e la televisione.
Alessandro Hellmann
Nato a Genova nel 1971. Scrittore, poeta e autore di canzoni, ha vinto numerosi premi (tra cui il
Premio Fabrizio De Andrè, conferito da Dori Ghezzi, il Premio Kult Underground, il Premio "F.I.Te.L.", il Premio "Rassegna Pagine" e il premio della critica in svariate rassegne dedicate alla canzone d’autore e alla musica indipendente). Ha pubblicato la raccolta di poesie "La Persistenza delle Cose" (Prospettiva Editrice, 2004), pluripremiata e accolta con favore dalla critica, "Storia di nessuno" (Prospettiva Editrice, 2005) e il romanzo-inchiesta "Cent’anni di veleno — Il caso Acna: l’ultima guerra civile italiana" (Stampa Alternativa, 2005). I suoi racconti e le sue poesie sono presenti sulle più importanti riviste letterarie italiane. Compare inoltre in veste di autore e/o cantautore in numerosi dischi e compilation.
Dicono di noi: estratto da HYSTRIO n. 4. 2006 Trimestrale di teatro e spettacolo
"La Storia scomoda di Narramondo"
Luglio 2001, Genova. I fatti di quei giorni hanno sconvolto le coscienze di una moltitudine di
persone (...) Come reazione a quanto stava accadendo, alcuni giovani attori sentono la necessità
di unirsi in gruppo per lavorare sulla memoria di un passato ancora troppo recente per essere
scritto sui libri di storia o semplicemente troppo scomodo per trovarvi posto. Dal sangue che scorre
a Genova nasce Narramondo Teatro, una risposta pacifica e durissima alle incursioni alla scuola
Diaz e agli illeciti commessi nella caserma di Bolzaneto, abusi che hanno gettato ombre inquietanti
su una categoria di lavoratori al servizio dello Stato. Seppure non tutti genovesi di nascita, gli
artisti, che danno vita a Narramondo, a Genova hanno legato le proprie esistenze (alcuni di loro
sono appena usciti dalla scuola di recitazione dello Stabile, mentre altri si diplomeranno negli anni
a venire) (...) Un avvio quello di Narramondo, che delinea un piano di lavoro preciso, coerente e
originale, tanto da farsi nucleo di aggregazione dalla cangiante morfologia. In cinque anni la
compagnia prende la forma di un organismo complesso, capace di generare al suo interno
compagini attoriali che operano autonomamente mantenendo sempre alte — e rinnovandole — le
istanze originarie. Un teatro di grosso impegno civile e politico, che scava con i suoi attuali quindici
componenti all’interno di tematiche sociali scomode, spesso oggetto di rimozioni collettive o
presenti nel nostro quotidiano in maniera invasiva perché ancora irrisolte. (...)
di Mariateresa Surianello (pag. 60)
ASSOCIAZIONE CULTURALE NARRAMONDO
Via delle Comunanze 1847
50030 Vaglia (FI)
P.I. 05364460484
Codice Fiscale: 90019890483
Direzione Artistica
Nicola Pannelli (338 679876)
Organizzazione e Promozione: Lisa Raffaghello
Tel e fax 0143 468014 Cell 333 6132594
E-mail: elyraffaghello@libero.it
Organizzazione "Cuba o muerte!":
Diana Bonofiglio
Cell 320/4329541
E-mail: diana.bonofiglio@gmail.com
Indirizzo internet: www.narramondo.it
info@narramondo.it
Info: 055 5048197
Pagina inviata da Diana Bonofiglio
(7 settembre 2007)