Dopo circa 11 ore di volo ci accolgono le bandiere di tutti i paesi appese al soffitto della grande sala dell'aeroporto dell'Avana. Tra le bandiere c'è anche quella dello Stato Palestinese, questo particolare colpisce un po' tutti noi.
Saliamo sull'autobus blu appartenuto all'ACOTRAL di Roma, ci sono ancora le scritte sui sedili degli inammorati laziali, "Laura ti amo".
Partiamo e ci lasciamo alle spalle l'aeroporto internazionale.
Fuori ci sono almeno 30 gradi, la strada è ben asfaltata e l'erba ai bordi è stata appena tagliata, se ne sente l'odore pungente. Dal finestrino osservo gli edifici in stile sovietico incastonati nel paesaggio di palme caraibiche.
Tante le persone che cercano un passaggio.
"La rivoluzione è dire sempre la verita"... una delle tante scritte sui muri ci da il Benvenuto a Cuba.
Mi trovo nel Campamento Internazionale Julio Antonio Mella di Caimito a circa 40 chilometri dall'Avana.
Dalla mia camera a 8 letti si può vedere a destra in fondo al corridoio l'ingresso del campamento e a sinistra i bagni con il loro via vai continuo.
Grazie alla vista sull'ingresso si può avere un'idea delle brigate che entrano ed escono, i componenti della brigata Venceremos dagli Stati Uniti, quelli della nostra Brigata Europea José Martí e qualche giorno dopo anche i componenti della brigata del Puerto Rico.
Il movimento dell'ingresso è un'importante fonte di informazione di quello che succede intorno.
Nella camera accanto alla mia, sta un veterano del campamento venuto a fare la sua ennesima esperienza a Cuba, ormai conosce tutti e tutti lo trattano con stima e rispetto, come si dovrebbe trattare qualcuno che, nonostante tutto, continua a sperare che un mondo migliore possa essere ancora possibile, e che chiede ai giovani di crederci e di provare a costruirne uno, magari cominciando proprio da Cuba.
Davanti la mia camera passa di continuo un ragazzo spagnolo, pronto sempre a fare due chiacchiere, il nodo centrale di ogni discussione è Cuba.
È partito dall'Europa con le sue idee circa questa isola, idee che non ha mai messo in discussione per tutta la permanenza nel campamento, e quando gli chiedo "ma allora perché sei qui?" mi risponde "per conoscere e capire".
Mi chiedo come si possa esplorare il mare rimanendo ancorati ad una boa!
Abbiamo trascorso quattro mattine in un campo di yuca, poco lontano dal campamento, a strappare le erbacce, tutti insieme, tutti provenienti dai diversi paesi e realtà dell'Europa.
A mezzogiorno del quarto giorno siamo qui riuniti tutti intorno alla piazza centrale del campamento, Juan Carlos il direttore del posto ci comunica che il lavoro è stato svolto bene, la gente è in un bagno di sudore ma è soddisfatta. Lo sono anche io.
Inizia la musica, che in questa isola è vita, è movimento, è corpi che si inseguono, è Rivoluzione.
Mai avrei detto una volta lasciata Cuba che avrei avuto nostalgia di queste note che accompagnano ogni passo e ogni ora della vita cubana. Arrivano festanti i bambini vestiti in colore che ballano al suono della conga, il mio ritmo cubano preferito. È un tributo di colore, movimento e note. Sono i bambini del comune di Caimito che vengono a salutare la Brigata Europea. Si balla tutti insieme sotto il sole cocente.
Le sette di sera poco prima della cena, è il momento più importante della giornata quando sola per non più di 15 minuti all'ombra di una delle palme del giardino scrivo le mie impressioni della giornata e degli incontri fatti.
Mi ritrovo a riflettere su quanta gente da tutto il mondo vuole vivere questa isola in modo diverso. Le persone che partecipano alla brigata non sono semplici turisti, ma osservatori attenti e ascoltatori curiosi, che desiderano conoscere più in profondità le radici di questa rivoluzione e la via percorsa da questa isola socialista. Il momento di solitudine per le mie considerazioni dura poco, è pronta la cena nella grande mensa del campamento ed intorno regna una febbrile agitazione. Riso, fagioli neri, pollo, yuca.
Dopo la pausa per il pranzo e il tempo di una doccia il campamento riprende ritmo e vigore, è sera si balla, le note della notte sono accompagnate da un fresco mojito e da una birra Bucanero.
Notte dopo notte, giorno dopo giorno Cuba prende sempre più forma nella mia mente e sono tante le informazioni elaborate durante la mia permanenza. La realtà di questa isola caraibica viene completamente distorta dai nostri mezzi di comunicazione e ci si rende conto che l'alternativa al sistema di cui noi siamo vittime, fa molta paura.
Una sera seduta con gli altri compagni della brigata italiana ad uno dei tavolini davanti il chiosco del campamento, tagliamo un mango comprato per la strada, la sua polpa è arancione profumata, pastosa.