È proprio riuscita bene in termini quantitativi e qualitativi la Manifestazione-sit in unitaria di fronte alla Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, che ha visto per oltre due ore susseguirsi al microfono gli organizzatori, a partire dalla Villetta e Nuéstra America, Rete dei Comunisti, PRC, PdCI, Sinistra e Libertà, Italia dei Valori, Comitato "Palestina nel Cuore", l'informazione realmente libera e indipendente con primo riferimento a Radio Città Aperta, e tanti altri ,per sottolineare la volontà di cambiamento che esprimono i processi di transizione al socialismo oggi presenti nella Madre America, come la chiamava il sempre presente comandante Che Guevara, ricordato come esempio nell'anniversario dei 42 anni di assenza "momentanea" ma di continua presenza della sua teoria e pratica solidaria internazionalista comunista.
Questo significa stare al fianco e pretendere l'immediata libertà dei 5 agenti dell'antiterrorismo cubano, che non hanno mai attuato atti di spionaggio, non hanno mai violato le leggi e le regole di sicurezza degli Stati Uniti, non hanno mai commesso alcun atto di violenza; i 5 agenti dell'antiterrorismo cubano hanno messo a rischio le loro vite per salvaguardare le vite di noi tutti, per controllare ed impedire l'attività di gruppi terroristici che dal territorio degli Stati Uniti progettavano e attuavano attentati non solo contro Cuba.
I fatti parlano da soli: i veri terroristi come Posada Carrilles, Orlando Bosch, José Basulto e tanti altri godono di piena libertà e impunità protetti dal governo degli Stati Uniti e ai 5 cubani si confermano intatte le condanne e l'ingiusta carcerazione. Allo stesso tempo il "bloqueo" economico, finanziario, commerciale imposto dal governo degli Stati Uniti continua a soffocare le possibilità di ulteriore sviluppo economico e sociale di Cuba, la sua sovranità e i suoi processi di autodeterminazione.
Tutti gli interventi hanno sottolineato la piena solidarietà con le organizzazioni sociali dell'Honduras che hanno nuovamente proclamato lo stato di agitazione per imporre il ritorno del presidente Zelaya, la fine dello STATO D'ASSEDIO e il rispetto dell'ordinamento costituzionale, soprattutto stanno chiedendo a tutte le istituzioni latinoamericane e internazionali di pronunciarsi contro il COLPO STATO e hanno chiamato alla mobilitazione in tutto il mondo in solidarietà con il popolo dell'Honduras. Unanime è stata la condanna al regime militare imposto in questa nazione a chiamiamo all'applicazione di misure energiche e profonde, per ottenere il ritorno alla normalità e la restituzione del potere al suo Presidente eletto in maniera leggittima e democratica, come manifestazione della volontà del suo popolo.
Solidarieta' con le organizzazioni e i movimenti sociali honduregni che continuano ad esprimere con la resistenza la volontà popolare di modificare radicalmente la Costituzione honduregna, affermando pienamente l'indipendenza e affiancarsi al cammino di quei paesi come Bolivia, Ecuador, Venezuela, Nicaragua e tanti altri che anche se con forme diverse stanno cercando una loro soluzione e una loro autonoma via allo sviluppo autodeterminato e a processi reali di democrazia partecipativa, sempre con la Rivoluzione socialista di Cuba come riferimento imprescindibile.
Il nuovo governo ed amministrazione degli Stati Uniti non possono parlare di cambiamento delle loro politiche estere con nuovi processi democratici verso l'America Latina se prima non chiudono immediatamente tutte le loro minacciose basi militari installate sul territorio dell'America Latina, se non pongono da subito fine all'infame "bloqueo" contro Cuba, alla colossale ingiustizia contro i 5 cubani e se non si adoperano in tutte le maniere contro il golpe fascista e per ripristinare la piena libertà in Honduras e l'immediato reinsediamento del legittimo Presidente eletto Zelaya.
CONTINUA LA MOBILITAZIONE,
CONTINUA LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALISTA:
LIBERI SUBITO, facciamoli tornare a Cuba!!