La polemica è servita: cento musicologi, giornalisti, programmatori radiofonici, direttori di televisione e critici cubani sono stati interpellati dalla rivista Salsa Cubana affinché decretassero quali siano stati i dieci musicisti più importanti del XX secolo nell'Isola. Sono state stabilite tre categorie: compositori, interpreti e gruppi. Ognuno ha compilato la sua lista e il risultato, sulla base del più rigoroso conteggio dei voti, ha decretato un pareggio per i compositori Ernesto Lecuona e Silvio Rodríguez, e dominatori assoluti Benny Moré e l'Orchestra Aragón nelle altre due categorie.
L'esito delle votazioni offre molta materia di discussione. Si potrebbe dire che non tutti quelli che meriterebbero sono presenti, però quelli che sono presenti lo meritano pienamente. Relativamente ai compositori è emersa un'evidente rappresentatività delle aree di maggior sviluppo della creazione musicale cubana: la "Trova" intendendo il periodo che va dalla vecchia guardia alla maturità di coloro che negli ultimi quarant'anni l'hanno resa una realtà estetica innegabile; la musica da concerto che racchiude i valori dell'identità con una vocazione universale, e quelli che per il puro divertimento hanno rivoluzionato la musica da ballo.
Con Lecuona si premia colui che ha saputo essere il compositore cubano che più ha ottenuto riconoscimento universale e con Silvio colui che con maggior impegno ha saputo articolare lirismo musicale e letterario. Li seguono Miguel Matamoros e Sindo Garay, glorie della "Trova"; Leo Brouwer, il cui repertorio sinfonico, da camera, per chitarra e per il cinema lo accreditano a livello mondiale; Juan Formell che ha cambiato il corso della musica da ballo dagli anni '70; César Portillo de la Luz; il suo confratello José Antonio Méndez; Ignacio Piñeiro, il più grande compositore di son; Gonzalo Roig autore della zarzuela che meglio ci rappresenta e Amadeo Roldán, pioniere dell'avanguardia nazionalista (questi ultimi quattro piazzatisi ex-aequo al settimo posto); Pablo Milanés altro grande della Nuova Trova; Alejandro García Caturla e Harold Gramatges, simbolicamente legati al nono posto come per accentuare la continuità di una linea di avanzamento della musica da concerto; infine Manuel Corona, questo crepuscolare rappresentante della "Trova".
Un mito come Benny ha potuto battere con difficoltà solo un altro mito, Bola de Nieve. La selezione prosegue con Chucho Valdés, tra i migliori pianisti di jazz della seconda metà del secolo; Rita Montaner, in odore di leggenda; Elena Burke e Barbarito Diez, che dividono la quinta posizione; a seguire un altro pareggio: Ester Borja e Celia Cruz; un posto meritatissimo per Jorge Luis Prats; di nuovo Pablo Milanés e a chiudere Miguelito Valdés (Babalú) e Leo Brower, che ha fatto della chitarra, durante le sue interpretazioni, un sogno cubano.
La "Aragon" rappresenta nella memoria il culto della migliore tradizione da ballo, a capo di una lista in cui figurano "Los Van Van", il trio "Matamoros", il "Septeto Nacional", gli "Irakere", gli "Arcano y sus Maravillas", il gruppo di "Roberto Faz" e la "Sonora Matancera" (alla pari), il gruppo di "Arsenio Rodríguez", il "Septeto Habanero", e a pari merito al decimo posto un mosaico svariato: l'orchestra di "Antonio Maria Romeu", il "Grupo de Experimentación Sonora del ICAIC", il quartetto "Las D'Aida", "Los Zafiros" e la "Camerata Romeu".
Ci sarà sempre dissenso rispetto alle votazioni, tanta è la ricchezza della musica cubana, dei suoi autori, interpreti e dei suoi gruppi, tanti coloro che da diversi angoli creativi hanno centrato successi. Ci sarà sempre qualcuno che domanderà, solo per citare degli esempi, che ne è stato di Carlos Puebla che ha regalato al mondo una canzone come "Hasta Siempre, Comandante" o della "Banda Gigante" dello stesso Benny, o di Perez Prado, che ha fatto del mambo un fenomeno universale, o di Mario Bauzá e di Chano Pozo, responsabili del fatto che il jazz abbia un prima e un dopo, o di quello straordinario sinfonista che è stato Julián Orbón, o di Iris Burguet, la maggior cantante di lied del secolo. E perché non guardare a tanti preziosi contemporanei come Frank Fernández, Carlos Fariñas, Juan Blanco e Roberto Valera nella cosiddetta musica colta; a "Orfeón Santiago", al "Coro Nazionale" e a "Exaudi" sul versante del corale; a José Luis Cortés e Adalberto nella musica da ballo; a una Omara Puortondo, cubanissima e fantastica. Tutti loro sono stati molto votati, però spiazzati dalla tirannia statistica.
Nell'arte, si sa, la matematica non dice tutto; a volte non dice proprio nulla. Comunque l'impegno di "Salsa Cubana", che ci viene presentato nel suo ultimo numero, perlomeno smuove l'ambiente e ci ricorda che Cuba è anche l'isola della musica.