Cuba

Una identità in movimento

Cuba: un pianeta musicale

Pedro de la Hoz



Forse è nella musica, che con maggior forza si esprime la sintesi culturale che caratterizza l'identità cubana e il suo dinamico processo di formazione e sviluppo. Gli elementi della ispanità del sud della penisola iberica che erano a loro volta influenzati in quella regione dalla presenza della civiltà araba si fusero alla cultura di origine africana portata dalla mano d'opera schiava utilizzata per sviluppare l'economia, nelle piantagioni di canna da zucchero.

Il processo, in effetti, è molto più complesso: l'africano e lo spagnolo non sono categorie omogenee; sono mediate da specificità etniche, da spazi migratori, da interessi sociali ed economici diversi.

Quello che è certo è che sebbene la congiunzione di musiche venute da fuori ha dato luogo all'espressione musicale cubana, nella quale sono ben riconoscibili elementi ispanici e africani come punti di partenza fondamentali, pure bisogna dar conto delle molteplici influenze europee, latinoamericane, caraibiche e asiatiche, di maggiore o minore importanza.

Nella musica cubana, le frontiere tra il linguaggio colto e quello popolare si sono cancellate con il tempo. Le forme più elaborate della musica di concerto partono quasi sempre dal substrato popolare e nella musica popolare da ascoltare (canzoni) o ballare il discorso ritmico è di una tale complessità che si richiede necessaria una pratica colta per eseguirla e sfruttarla in pieno. Il secolo XX è stato decisivo per questo processo.

Il Son è il complesso musicale cubano per eccellenza. Nel Son si apprezza l'evoluzione di quello che è colto e di quello che è popolare nella musica cubana.

Nacque nella regione orientale dell'isola ed ebbe un inizio a carattere rurale. A Guantanamo ancora oggi esistono forme primitive del Son, come il Nengón e il Changuí, in cui si avverte comunque un trattamento ritmico difficile. Il Son in seguito passò alle città e già in questo secolo ebbe un'enorme diffusione a partire dalla nascita della radiodiffusione e dell'industria discografica. In questo modo conquistò tutto il paese.

I nomi chiave durante gli anni '20 e '30 furono Miguel Matamoros, Ignacio Píneiro e il Sexteto Habanero.

Insieme al Son godeva di grande popolarità il Danzón, promosso da orchestre piccole che avevano origine da gruppi che animavano i saloni della "aristocracia azucarera y cafetalera", imitatori a loro volta di quello che succedeva nei saloni europei.

Ma il risultato fu inconfondibilmente cubano: agli strumenti a vento degli inizi, seguiti da quelli a corda e dal pianoforte, si aggiunse una base ritmica di percussione. Nel Danzón, la parte centrale era una frase presa molte volte dal repertorio classico europeo.

Tornando al Son, l'assimilazione del formato delle orchestre jazz-band trasformò verso gli anni '40 il concetto di questo complesso musicale. Sono sorti gruppi come quello di Arsenio Rodriguez, il Conjunto Casino, la Riverside e altri che interpretarono la musica con nuovi suoni.

A sua volta, una orchestra di Danzón iniziò a variare la parte finale e nacque cosi il Mambo. Un altro ritmo che si è imposto fu il Cha cha cha, ma tutto ciò formò parte del complesso del Son.

Da questa epoca in poi Cuba ha influito molto sulla musica nordamericana: la percussione cubana fu quella che originò il Bebop all'intemo del jazz.

La immigrazione di musicisti cubani verso il nordamerica, nelle prime decadi del secolo fu quella che fissò i modelli affinché le espressioni del ballo trovassero uno spazio in questo paese. Anni dopo, questo costituirà la base della Salsa.

La rivoluzione cubana trovò una buona espressione nella musica, ma è con la creazione del sistema di insegnamento artistico, che al giorno d'oggi è diffuso in tutta l'isola (includendo anche l'Isola della Gioventù), che la formazione accademica ha raggiunto livelli inediti. Il livello eccezionale dei musicisti cubani è stato determinato dalla sua ampia cultura musicale.

Quasi tutti i musicisti che lavorano nelle orchestre cubane sono capaci di eseguire un Son o un Mambo, e allo stesso tempo interpretare Beethoven, Vivaldi o Liszt.

Il blocco degli Usa contro Cuba ha avuto una ripercussione persino nella musica. Il mercato naturale della musica cubana e la sua area di influenza, come ho detto precedentemente, trovavano uno sbocco negli Usa. Ci fu pertanto un periodo di isolamento dell'industria discografica cubana dai circuiti internazionali, dominati dalle multinazionali dei disco e dall'industria culturale in generale.

Malgrado queste difficoltà la musica cubana continua ad essere una presenza forte nel mondo di oggi. Si è imposta per l'altissimo livello delle sue esecuzioni, le caratteristiche formali, la sua funzione ludica, i suoi profili sintetici e la sua apertura verso altre musiche del mondo e verso ogni tipo di sensibilità.

Molte volte si apprezza superficialmente il valore della musica cubana, confondendola con una semplice immagine di congas, maracas e mulatte semivestite, quando non la si arriva a confondere con la musica di intrattenimento. È certo che la musica cubana intrattiene, ed è questa una virtù, ma è un intrattenimento colto che esige conoscenza, intelligenza.

E di più, non c'è musica cubana contemporanea senza che gli elementi emozionali, sentimentali e intellettuali si fondano in una stessa espressione.

La musica cubana è stata anche presente nei combattimenti del popolo ed è presente nella resistenza di questi giorni (periodo especial). La tradizione trovadoresca si è spostata sempre dalla canzone d'amore a quella di compromesso sociale, di solidarietà e patriottismo. Non è strano che Carlos Puebla, autore di molte guarachas (versione orientale dei Son) antologiche sia stato l'autore di "Hasta siempre, Comandante", la canzone dedicata a Che Guevara più conosciuta a livello internazionale.

E non è strano che i giovani cubani apprezzino le canzoni d'amore, combattimento, speranza ma apprezzino pure le lucide passioni critiche di Pablo Milanés, Silvio Rodriguez, Sara Gonzáles e altri trovadores.


Un po' di storia

Dopo lo sterminio della popolazione aborigena da parte dei conquistadores, si sviluppa una nuova popolazione cubana risultante dall'incrocio di africani, spagnoli e i pochi indigeni rimasti.

La danza e la musica cubana contengono elementi presi dai diversi gruppi etnici che costituirono questa popolazione.

Le tradizioni, le credenze ed i costumi portati da questi "immigrati", furono modellati attraverso i secoli dalle condizioni economiche, sociali e politiche del luogo fino a diventare quello che oggi rappresenta la cultura nazionale. Le principali radici sono ispano-africane e più tardi ebbero gli apporti franco-haitiani, asiatici e altri. Il popolo cubano, però, seppe arricchire questi diversi stili di vita integrando tutte le varie componenti.

Anche se la scoperta dell'America avvenne nel 1492, solo dal 1511, anno di inizio della conquista delle nuove terre, si impiantarono gli usi e i costumi spagnoli.

Gli schiavi negri furono portati a Cuba dagli inizi alla fine del secolo XIX e tra le centinaia di etnie africane che arrivarono nel nuovo mondo durante i secoli della tratta dei negri, solo cinque etnie hanno lasciato la propria impronta. Gli "Yoruba" o "Lucumí", originari della parte occidentale della Nigeria, gli "Abakuá" o i "Carabalies" dal sud della Nigeria, i "Congos" o "Paleros" provenienti dalla regione prossima alla foce del fiume Congo, gli "Arará" dal Benin ed i "Gangas" dal Sudan.

L'elemento religioso proveniente da queste etnie, profondamente legato a molte manifestazioni culturali (danza, musica, ecc.), coabitò con altre espressioni profane precedentemente installatesi.

Le percussioni e le danze folkloriche cubane riuniscono elementi africani ed europei, con un forte predominio dei primi. Le percussioni e le danze di origine "Yoruba" in Cuba si distaccano per varietà, espressività e ricchezza dei movimenti, costituendo attraverso i riti della Santería la più forte espressione di questi ritmi in Cuba.

Si può osservare che alcune danze hanno perso il proprio carattere esoterico, incorporandosi nel repertorio del complesso musicale di danze professionali e semiprofessionali. Inoltre, molti movimenti e passi di queste danze si sono integrati nelle danze popolari da saloon come il Mozambique, il Pilón e altri.

Le danze Congo di origine "Bantu" sono un mixer eterogeneo di gesti e passi, molto importanti nelle cerimonie dei "Paleros", come in tutte le manifestazioni di origine africana dove i canti sono primordiali, ma non hanno la ricchezza mimica degli "Yoruba".

Gli "Abakuá" si esprimono attraverso uno dei personaggi più pittoreschi del folklore cubano, il folletto o "lremé", le cui danze si localizzano tra le più caratteristiche del folklore in Cuba.

È necessario citare la nascita di una festa, di origine negra, ma di caratteristiche laiche, chiamata Rumba e che molto rapidamente si convertì in una danza chiamata con lo stesso nome. Esistono tre forme o stili principali di Rumba: lo Yambú, il Guaguancó e la Columbia.

Di origine africana è anche la Comparsa, danza di gruppo che veniva eseguita durante le feste profane degli schiavi e durante il carnevale. Alla danza e ai ritmi di percussione della Comparsa si richiama la Conga che si è convertita in danza tipica del carnevale grazie al suo carattere collettivo e alla semplicità dei suoi passi.

La musica e la danza che formano quello che viene chiamato ciclo popolare, vengono dalla Contradanza (deformazione della parola "country dance", danza di origine inglese) portata nel 1791 a Cuba dai coloni che provenivano da Haiti e Santo Domingo a causa della rivolta dei negri. Questo ciclo popolare è molto vasto.

Alla Contradanza seguirono più tardi la Danza, il Danzón, il Danzonete e poi il Mambo, il Cha cha cha, fino ad arrivare a tutti i ritmi e passi di danza elaborati durante questi ultimi anni grazie alla creatività delle orchestre di musica popolare e dello stesso popolo. Tra l'altro è possibile citare il Pilón, il Mozambique e il Songo. Il Son, originario dell'Oriente (sud-est dell'isola), è uno dei più antichi generi di musica popolare e viene direttamente dalla fusione dei canti di lavoro degli schiavi con le canzoni spagnole. La Danza, di origine campesina arrivò a La Habana adottando nuovi stili.

Per completare il panorama possiamo citare altre danze come la Tumba francese di origine haitiana e lo Zapateo di origine ispanica.

In questo modo le influenze musicali provenienti attualmente da Cuba ripercuotono al proprio interno differenti stili come il jazz, il rock, la musica classica e contemporanea, continuando ad essere punto di riferimento di compositori e musicisti di tutto il mondo.


I giovani musicisti cubani nel periodo "especial"

Può sembrare un paradosso, ma nei tempi più difficili dell'economia cubana, agli inizi degli anni '90, ha avuto luogo un'autentica esplosione della musica cubana nella quale occupano un ruolo privilegiato i giovani.

Il piatto forte della musica cubana risponde agli interessi e ai gusti dei "bailadores" (ballerini). Il Son più che un ritmo è un complesso culturale dal quale derivano vari generi. L'industria culturale internazionale ne ha tenuto conto e oggi, quando si parla di musica latina, Cuba figura assieme agli Usa (con la sua poderosa comunità ispanica) e al Brasile come una delle tre indiscutibili potenze musicali.

La differenza tra questi paesi si ha solo nella forma peculiare nella quale ogni nazione ha avuto il suo processo di transculturazione degli elementi africani ed europei, fino al raggiungimento di questi risultati.

In Cuba la musica popolare si è nutrita di elaborate forme che in nessun momento cessano l'autentica essenza dei suoni. Tale processo è stato ancora di più accelerato dopo il trionfo della rivoluzione, per la creazione di un sistema nazionale di scuole artistiche alle quali hanno avuto accesso tutti i talenti. Di fatto, tutte le orchestre cubane di ballo sono composte in maggioranza da musicisti con solida formazione accademica, capaci di interpretare Beethoven o Verdi e allo stesso tempo di rappresentare le più genuine delle espressioni popolari. La maturità dei musicisti educati nelle scuole d'arte create negli ultimi quarant'anni ha coinciso con l'aggravamento delle circostanze economiche dell'isola.

Nel campo della musica, tali restrizioni economiche si stanno ripercuotendo nella contrazione dell'industria discografica, l'impossibilità di accedere a nuove tecnologie che prima lo stato offriva ai musicisti, la carenza degli accessori per gli strumenti acustici e le difficoltà per un'adeguata promozione internazionale dei nostri valori musicali. Decine di musicisti cubani si sono trasferiti in altri paesi, però a dire la verità le motivazioni non sono state solo economiche; molti stipulano tramite lo stato cubano contratti di collaborazione tecnica all'estero. In America Latina i musicisti cubani sono molto richiesti come insegnanti ed esecutori.

L'adeguamento della politica culturale in questa ultima decade ha adottato la decentralizzazione dell'industria discografica; una parte dei migliori artisti cubani hanno firmato contratti con case discografiche straniere, alcune ubicate nell'isola, come apertura agli investimenti stranieri.

Il turismo offre allo stesso tempo un mercato lavorativo ampio per i giovani musicisti. È certo che a volte l'inserimento della musica nel circuito turistico tende a denaturalizzare le vere radici popolari, però esiste un'enorme pressione sociale e intellettuale per impedire che tali manifestazioni di degenerazione della "cubanía", perdano terreno. In tutti i casi il dibattito è di genere concettuale, non amministrativo.

Nel campo della musica da concerto, si apprezza un solido movimento generato da giovani figure di molto talento. L'orchestra sinfonica nazionale si è trasformata in un organismo giovanile; recenti professionisti dell'accademia hanno occupato i leggii di quelli che sono andati all'estero agli inizi della crisi economica.


Testo tratto da: FRANCESCO VESPOLI, Incontri cubani. Personaggi e interpreti della cultura di oggi, Calimera, Essenziale, 1998, pp. 215-221


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