Prima di tutto voglio salutare con molto affetto questo meraviglioso popolo di Cuba e voglio salutare con lo stesso affetto e il massimo rispetto Fidel Castro e tutto il governo di Cuba, un gruppo meraviglioso!
Vorrei dire che io mi sento come un cubano e voglio partecipare alle lotte che si combattono in questo paese: la battaglia delle idee e soprattutto la battaglia per la giustizia, perché il mondo ha fame di questa parola.
Voglio dirvi che io resterò qui sino all'ultimo istante della mia vita, perché anche se nessuno ci crederà, io vedo Fabio tutti i giorni per le strade dell'Avana e nello stadio dove giocava al calcio.
Io passo tutti i giorni davanti alla casa dove viveva e mi sembra così di prendermi cura di lui, perché un buon padre non abbandona mai i suoi figli.
Il Primo Maggio è una festa meravigliosa e voi siete un popolo felice che può viverla felicemente grazie a tutte le conquiste della Rivoluzione socialista cubana.
Gli altri paesi non hanno questa fortuna...
Ripeto che mi sento cubano senza dimenticare la mia patria e la mia terra. In questi giorni ho conosciuto a Cuba e ho scoperto un altro fantastico procedimento dei diritti umani e ve lo racconto in due parole: ho conosciuto la compagna Teté Puebla che mi ha chiesto nel Palazzo delle Convenzioni se la volevo adottare come figlia e io le ho dato un bacio sulla fronte, come si fa nel mio paese.
Questa bella festa è oscurata dagli assassini che camminano liberi per le strade di grandi città degli Stati Uniti.
Sono assassini che hanno provocato la morte di 3478 vittime in questa piccola Isola, come è avvenuto con le vittime delle Torri Gemelle di New York.
Io mi domando; perché tanto sangue se con la battaglia delle idee in politica ci si può confrontare?
Per questo io resto qui e farò intendere sempre e con tutti i mezzi a disposizione che l'unica alternativa per l'umanità è cambiare il sistema capitalista.
È duro, molto duro, ma è la verità e Fidel e il socialismo e Hugo Chávez e tutto il mondo progressista lo comprendono.