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Cuba |
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Una identità in movimento | ||
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Giulio Gioia: un artista positivo
Gioia Minuti
Giulio Gioia è nato a Piacenza, in Italia, e si è diplomato nell'Accademia di Belle Arti di Brera, la più emblematica — forse — scuola artistica italiana.
Pittore, ceramista e soprattutto scultore di enormi statue, come quella che si trova a 45 metri di profondità nel mare di Calampiso a San Vito lo Capo, in Sicilia e pesa 4 tonnellate ai piccoli preziosi e bellissimi gioielli che disegna e realizza con vari metalli e pietre dure o preziose.
Giulio Gioia vive da 8 anni a Cuba. Quattro anni fa si è sposato con Tania, la donna della sua vita e insegna con molta soddisfazione nell'Accademia di San Alejandro.
La sua produzione è sempre stata notevole e variegata — ha esposto in decine di gallerie di vari paesi e anche molte volte a Cuba, nel Museo dell'Arte Decorativa, nel Museo Nacional de la Plata, nel Museo Storico del Morro, nel Museo de la Revolución, in quello dell'Arte Coloniale, ecc. — ma mi dice:
A un certo punto non potevo più vivere in Italia! Non sopportavo più l'ambiente, mi sentivo soffocare! Ebbi la fortuna di conoscere uno scrittore della UNEAC a Milano ed inoltre ero amico, e a volte collaboravo, con Cambiaghi, l'allora presidente di Italia-Cuba. Mi parlarono lungamente della cultura e dello sviluppo artistico che c'era a Cuba e la cosa mi interessò molto. Avevo pensato di andare in Venezuela ma scelsi Cuba proprio perché mi avevano stimolato su quel fermento nonostante il blocco e tutto quanto. All'Avana conobbi poi Villa Soberon e Angel Ramirez e cominciai ad aiutare nell'insegnamento della scultura, perché serviva un professore nell'Accademia, nel laboratorio dei gioielli. Mi entusiasmai e oggi sono ancora più entusiasta! I giovani cubani sono molto interessati a questa espressione artistica che ha anche un respiro internazionale. Poi conobbi Tania, la donna della mia vita e fu una motivazione in più per vivere nell'Isola.
Fonte: http://www.granma.cu/italiano/abril03/vier11/guilio-it.html
Pagina segnalata da Gianfranco Ginestri, Bologna (Italia)
Cuba. Una identità in movimento
Io sono una persona positiva e in Italia stavo male perché mancava un rapporto con la gente come c'è qui. L'Italia è diventata una nazione negativa: la gente ha paura, vuole difendere con le unghie e coi denti alcuni "diritti" e conquiste, teme di perderli ed ha paura dell'arte che mette sempre tutto in discussione. I fascisti in Italia hanno vinto perché la gente ha paura del nuovo, del diverso... Oggi molti italiani vogliono i blocchi e le proibizioni, sempre per paura. Cuba è il contrario e Fidel è l'avanguardia. Mi impressiona sempre che in tutte le occasioni, quando incontra presidenti, ministri e grandi personaggi, Fidel non dimentica mai l'arte, promuove l'arte in tutte le sue sfaccettature perché sa che è la base della cultura.
Oggi a Cuba si sta formando una corrente — e questo è molto interessante perché nel mondo ormai da molti anni non nasce una corrente artistica nuova, ma a Cuba sta avvenendo. Non è una corrente di stile: si tratta di artisti che si esprimono con caratteristiche differenti, liberi, non vincolati al mercato. Non è una corrente di genere insomma ma di positivismo.
D'amore e positività che si irradiano dall'arte del naïve alle espressioni più raffinate.
Io credo che l'arte cubana abbia uno sviluppo sempre maggiore attualmente e non si fermerà di certo... per questo sono entusiasta di vivere qui e di insegnare qui e di imparare qui. Se vedi una rivoluzione che nasce come ti senti? Sicuramente eccitato, partecipe di qualcosa di grande. Per me la nascita, la formazione di questa corrente artistica è esattamente come la creazione di una rivoluzione che in più è sostenuta dal Governo e dalla popolazione. In nessun altro paese la gente è tanto interessata, va alle mostre, critica, guarda, parla con gli artisti... Addirittura hanno messo un personaggio pittore anche nella telenovela, per dire come l'arte è popolare, è di tutti.
Io vivo a Los Pinos, a Arroyo Naranjo, che è un quartiere povero, ma molto vivo. Le famiglie vengono da me e mi dicono: "Mio figlio disegna benissimo, posso farle vedere quello che fa ?" e così nascono vincoli, legami, amicizie con tante persone aperte, umane, piene di talento. Qui non c'è il pericolo di sentirsi vuoti o soli o abbandonati per fortuna e si sa ridere e sorridere...
Webmaster: Carlo Nobili — Antropologo americanista, Roma, Italia
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