Cuba

Una identità in movimento


Fidel, l'eterno ribelle

Joaquín Oramas


Fidel, l’eterno ribelleIl presidente Fidel Castro, durante una cerimonia tenutasi nell'Aula Magna dell'Università, ha ringraziato la vita per mantenergli ancora vivo lo spirito ribelle che sentiva quando entrò nell'Ateneo dell'Avana 60 anni fa.

Il leader della Rivoluzione Cubana ha detto che gli studenti sono il simbolo della vita e li ha ringraziati per la loro presenza come invitati a questo atto, in un momento nel quale il paese mantiene più di 1.000 medici ad aiutare un popolo fratello in Centroamerica che ha sofferto uno dei peggiori disastri naturali della sua storia e mentre altre brigate mediche cubane stanno aiutando un altro popolo di un paese situato a migliaia di chilometri di distanza (Pakistan), dove sono morte circa 100.000 persone e decine di migliaia hanno riportato gravi ferite.

    "Fatti quasi contemporanei, mentre il mondo insensibile spreca 1.000 miliardi di dollari ogni anno in pubblicità per prendere in giro l'immensa maggioranza dell'umanità che, inoltre, paga le menzogne che si dicono e che trasformano l'essere umano in una persona che non sembra avere la capacità di pensare", ha detto.

    "Questo mondo insensibile che sperpera 1.000 miliardi di dollari in armi. Questo mondo insensibile che trae dalle masse impoverite, dall'immensa maggioranza degli abitanti del pianeta, varie migliaia di miliardi di dollari ogni anno e rimane indifferente quando gli dicono che sono morte 100.000 persone, tra le quali forse 20.000 o 30.000 bambini e che più di 100.000 sono rimaste ferite, la grande maggioranza delle quali ha riportato fratture ossee e delle quali forse solo il 10% sono state operate", ha detto il Presidente cubano.

    "Questo è il mondo nel quale stiamo vivendo" ha aggiunto, per poi segnalare che "non è un mondo pieno di bontà, è un mondo pieno di egoismo; non è un mondo pieno di giustizia, è un mondo pieno di sfruttamento, soprusi, saccheggi, dove un gran numero di bambini potrebbe essere salvato, ma muore semplicemente perché gli mancano centesimi per medicinali, per un po' di medicinali, pochi dollari per alimenti sufficienti a vivere".

    "E ogni anno ne muoiono tanti quasi quanti ne morirono nella Seconda Guerra Mondiale", ha detto.

Facendo riferimento alla politica dell'Amministrazione Bush ha segnalato:

    "Che mondo è questo, dove un impero barbaro che proclama il suo diritto ad attaccare improvvisamente e preventivamente 70 o più paesi, è capace di portare la morte in qualsiasi angolo del mondo utilizzando le più sofisticate armi e tecniche di morte. Un mondo dove regna l'Impero della brutalità e della forza con centinaia di basi militari in tutto il pianeta, tra le quali una nella nostra terra, nella quale intervenne arbitrariamente quando il potere coloniale già non riusciva a sostenersi e quando centinaia di vite dei migliori figli di questo popolo — composto da appena un milione di persone — era morto in una lunga guerra di circa 30 anni".

Fidel ha ricordato il ripugnante Emendamento Platt, che dava diritto agli USA di intervenire in questa terra quando, secondo loro, l'ordine non fosse sufficiente. Ha sottolineato che

    "... è passato più di un secolo e ancora gli USA stanno occupando un pezzo di territorio cubano (la Base Navale di Guantánamo), che è diventata la vergogna e l'orrore del mondo da quando si è divulgata la notizia che si è trasformata in un antro di tortura, dove sono recluse centinaia di persone provenienti dalle più svariate parti del mondo. Non vengono portati nel territorio degli Stati Uniti perché lì potrebbero esistere leggi che impedirebbero di mantere illegalmente sequestrati quegli uomini".

Il leader cubano ha aggiunto che, riempiendo di orrore l'opinione pubblica mondiale,

    "... questi prigionieri sono stati sottoposti a brutali e sadiche torture. Il mondo lo ha saputo nello stesso momento in cui in un carcere iracheno stavano torturando centinaia di prigionieri del paese invaso con tutto il potere del colossale Impero nordamericano, dove centinaia di migliaia di persone hanno perso la vita".

Ha anche segnalato le notizie riguardanti le carceri segreti del Governo USA nei paesi satelliti dell'Europa dell'Est, gli stessi che votano a Ginevra contro Cuba e l'accusano di violazione dei diritti umani, ma dove nessuno ha mai conosciuto un centro di tortura nel corso dei 46 anni di Rivoluzione. Ha sottolineato che mai nel nostro paese è stata violata quella tradizione senza precedenti di non torturare un solo uomo e che mai siamo stati a conoscenza della tortura di un solo uomo.

    "Anche se non fossimo noi sarebbe il nostro popolo, che ha un concetto altissimo della dignità umana, ad impedirlo", ha sostenuto.

Fidel ha sottolineato la condanna al blocco contro Cuba votata nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con 182 voti a favore della Risoluzione cubana e 4 contrari e ha criticato l'appoggio agli USA da parte dello stato pro nazi di Israele, che commette quel crimine nel nome di un popolo che per più di 1.500 anni ha sofferto persecuzioni ed è stato vittima dei più atroci crimini durante la Seconda Guerra Mondiale: il popolo d'Israele "che", ha segnalato,

    "... non ha nessuna colpa di quella selvaggia politica imperiale che mira a provocare l'olocausto del popolo palestinese".

Il Presidente dell'Isola ha criticato le minacce degli USA contro l'Iran per indurlo a non sviluppare combustibili nucleari,

    "... che non sono armi nucleari, non sono bombe nucleari, ma il combustibile del futuro. È come vietare a qualcuno di cercare il petrolio".

Fidel Castro ha detto che Cuba possiede si armi nucleari, ma che queste sono

    "... le nostre idee, la forza della giustizia per la quale lottiamo, in virtù del potere invincibile delle armi morali".






Fonte: Granma Internacional Digital
http://www.granma.cu/italiano/2005/noviembre/vier18/fidel.html

Granma. Órgano Oficial del Comité Central del Partido Comunista de Cuba

L'Avana. 18 Novembre 2005


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