All'inizio del secolo XIX nelle piantagioni cubane il rapporto tra donne (hembras) e uomini (varones) era di 1 a 4, poiché gli schiavisti importavano perlopiù uomini.
Secondo lo storico Manuel Moreno Fraginals erano pochissimi gli ingenios che avevano negre; nella logica economica dell'hacendado dell'inizio del secolo XIX raramente si compravano donne, in quanto considerate di basso rendimento.
La giustificazione offerta però per spiegare il profondo disequilibrio numerico tra uomini e donne schiavi era spesso religiosa: non si compravano negre per evitare il peccato e il contatto sessuale tra persone non sposate.
Nel 1811 Francisco de Arango y Parreño, nella sua difesa a favore della Tratta (Documentos de que hasta ahora se compone el expediente que principiaron las Cortes Extraodinarias sobre el tráfico y la esclavitud de los negros) così scriveva:
No hay una hacienda que tenga las hembras que corresponden al número de sus varones. Más diremos: que son poquísimos los que tienen hembras, porque así son nuestras cosas; porque hasta hace ahora poco era mal recebido entre nuestros moralistas tener los dos sexos en nuestros predios rústicos sin que procediera el matrimonio y no era pecaminoso condenar a perpetuo celibato a los que habían nacido y vivido en absoluta poligamia.
Sempre sull'argomento Manuel Moreno Fraginals (El Ingenio. El Complejo Económico Social Cubano del Azúcar, Tomo I, 1760-1860, La Habana, Comisión Nacional Cubana de la UNESCO, 1964) ha detto:
[…] eran poquísimas las haciendas que tenían negras. Dentro de la lógica económica del hacendado de principios del siglo XIX non tenía sentido comprar negras, ya que eran consideradas semovientes de bajo rendimiento. […] Algunos hacendados trataron de ofrecer una excusa religiosa por este desequilibrio y afirmaron que no llevaban negras para evitar el pecado de contacto sexual entre personas no casadas.
È possibile azzardare una percentuale della presenza femminile nelle piantagioni; sempre secondo lo stesso autore:
... las mujeres solo conforman del diez al treinta por ciento de la población y no son raras las plantaciones de hombres solos.
Quando Alexander von Humboldt visita Cuba le donne tra gli schiavi impiegati nelle piantagioni sono in relazione di 1 a 4, mentre nel resto del paese si ha un rapporto di 1 a 1,7, ossia 170 uomini per 100 donne; nelle città dove gli schiavi sono impiegati come domestici la relazione è di 1 a 1,2, ossia 120 uomini per 120 donne.
José Garcia de Arboleya, nel suo Manual de la Isla de Cuba (pubblicato nel 1852), offre invece questi dati: su un totale di 283.625 schiavi dei campi gli uomini rappresentano ben il 63,44% e le donne il 36,56%; nelle città, su un totale di 16.121 schiavi urbani il 47,57 è rappresentato dagli uomini e il 52,46% dalle donne.
Nel 1899, a causa delle perdite dovute alla Guerra d'Indipendenza la situazione vede invece un rapporto di 93 uomini per 100 donne; il censimento del 1907 indica 96 uomini per 100 donne; nel 1919, finalmente, si arriva ad una situazione più equilibrata: 99,4 uomini per 100 donne.