Cuba

Una identità in movimento


Decime e ottave: la poesia che si fa musica

Keke Orun


    Yo soy un hombre sincero
    de donde crece la palma,
    y antes de morirme quiero
    echar mis versos del alma.

Chi non la conosce? È la prima strofa di "Guantanamera", musicata da Joseíto Fernández.

Qualcuno sa il seguito? Eccolo:

    Mi verso es como un puñal
    que por el puño echa flor:
    mi verso es un surtidor
    que da un agua de coral.
    Con los pobres de la tierra
    quiero yo mi suerte echar:
    el arroyo de la sierra
    me complace más que el mar.
    Yo sé de un pesar profundo
    entre las penas sin nombre:
    ¡la esclavitud de los hombres
    es la gran pena del mundo!
    ¡Penas! ¿Quién osa decir
    que guardo yo penas? Luego,
    después del rayo, y del fuego,
    tendré tiempo de sufrir.
    Oculto en mi pecho bravo
    la pena que me lo hiere:
    el hijo de un pueblo esclavo
    vive por él, calla y muere.
    Yo quiero salir del mundo
    por la puerta natural:
    en un carro de hojas verdes
    a morir me han de llevar.
    No me pongan en lo oscuro
    a morir como un traidor;
    ¡yo soy bueno, y como bueno
    moriré de cara al sol!
    ¡Verso, nos hablan de un Dios
    a donde van los difuntos:
    verso, o nos condenan juntos
    o nos salvamos los dos!

Ho voluto riportare questo testo perché ho letto un bell'articolo dedicato alla decima cubana. Si parlava di come uno stile poetico essenzialmente popolare stesse tornando a fiorire grazie al lavoro di giovani autori che la stanno rivitalizzando con tematiche e vocabolari moderni.

Come dice la parola, la decima è una composizione di dieci versi di otto sillabe. Con questo stile sono state scritte la maggior parte delle composizioni di musica popolare cubana, moltissime rumbas, ma soprattutto le controversie del punto guajiro, le guajiras, i sones...

Parlando di decime, però, mi è venuta in mente un'altra forma di composizione, più classica e colta, forse, ma altrettanto prolifica a Cuba: l'ottava. Mi è venuta in mente quella in assoluto più celebre, il passaporto musicale dell'isola caraibica, la canzone più conosciuta, più storpiata, più improvvisata, più richiesta... la "Guantanamera".

Si tratta di un brano che ha una storia davvero interessante e anche un po' misteriosa. Vale la pena (se si capisce un po' lo spagnolo) dare un'occhiata al lavoro di María Argelia Vizcaíno, "La Guantanamera", che ne ha ripercorso la storia e ricostruito le tappe che l'hanno portata ad essere la prima "hit" cubana internazionale.

A me piace, però, ricordare che il testo di questa canzone, almeno originariamente, è una poesia di José Martí, tratta dalla raccolta Versos Sencillos. In questo caso si tratta di una composizione di ottave, ma Martí è stato anche un eccellente autore di decime.

Per trovare, però, eccellenti esempi di questo stile non c'è bisogno di scomodare autori accademici. Questa decima, per esempio, è stata composta da Plácido per commemorare un amico morto:

    Vi un niño, por diversión
    formó un globo astuto,
    introduciendo un canuto
    en misto de agua y jabón;
    del Iris la variación
    en sus colores denota,
    y cuando de su derrota
    tocaba al mayor aumento
    sutil ráfaga de viento
    lo convirtió en leve gota.
    Ese globillo lucido,
    tan bello cual desgraciado,
    como fue de agua formado
    quedó en ella convertido;
    así el hombre divertido
    sigue la senda dorada
    de bien o de mal sembrada
    que le prepara la suerte,
    y en nada al fin se convierte
    porque nació de la nada.

La trovo bellissima. E anche se non sono una fan del "punto guajiro" (da brava "capitolina" non amo moltissimo la musica del campo), va detto che moltissimi improvvisatori in decima non hanno nulla da invidiare alle liriche di grandi autori come Martí o altri. Perciò sono contenta che giovani compositori rispolverino questo stile tradizionale e chissà che anche i turisti stranieri un po' alla volta si accorgano che "uanta na mela" o "one tonomira" è un pezzo di arte e di cultura che merita di essere letto e capito.


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