Maria Giulia Alemanno divide vita e lavoro tra Torino, dov'è nata, e Crescentino, il paese tra le risaie del vercellese dove ha trascorso la giovinezza e che ancora considera la sua oasi ed il suo rifugio.
Laureata presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino, si è diplomata in Giornalismo e Grafica Pubblicitaria. Ha collaborato a lungo con diverse testate con articoli e illustrazioni. Continua tuttora ad occuparsi di critica d'arte. Le sue opere sono state esposte a Cuba, Argentina, Messico e Canada, oltre che in Italia.
Nel 2003 inizia la sua ricerca pittorica su temi della cultura religiosa cubana ed espone suoi quadri ispirati alla Santería in numerose mostre personali in Piemonte.
Nel gennaio 2004, in occasione del VIII Convegno Scientifico di Antropologia Sociale e Culturale in ricordo di Fernando Ortiz organizzato dal Museo Casa de África per celebrare il quindicesimo anno della sua fondazione, espone una personale nel Convento di San Francisco dell'Avana, città che ospiterà altre sue personali presso il Museo Casa de África, la Associación Cultural Yoruba e il Taller del Papel Artisanal.
Ritornata a Cuba nel 2005, le sue opere verranno esposte presso la Casa Museo Alejandro de Humboldt in una personale, Mis Orishás, organizzata dal Museo Casa de África e dalla Oficina del Historiador de la Ciudad, quale evento centrale del IX Taller di Antropologia Sociale e Culturale sulle radici afoamericane.
Nell'ottobre 2005 espone due grandi tele su Yemayá e Ochún alla Università IULM e all'Università degli Studi di Milano nell'ambito del Convegno Internazionale di Studi Cecilia Valdés tra mito e realtà — variazioni multidisciplinari sul tema della mulatta nelle Americhe.
L'immagine di Yemayá, riprodotta su locandine e programma, viene scelta a simbolo dell'evento.
