Cuba

Una identità in movimento


La cohoba

Carlo Nobili


Cohoba, allucinogeno (Piptadenia peregrina, Anadenanthera peregrina; famiglia delle Mimosacee, ordine delle Leguminose) per mezzo del quale (e di un miscuglio di tabacco e polvere di conchiglia che ne aumentavano l’alcalinità) i Taíno raggiungevano la trance.

La cerimonia della cohoba era riservata a cacique, behique e nitaínos.

Fra' Bartolomé de las Casas così descrisse la cerimonia della cohoba nella "Apologética Historia":

    L'inalazione della cohoba. Rappresentazione pittograficaIo li ho visti qualche volta celebrare la loro cohoba, ed era da vedere il modo come la prendevano e quello che dicevano. Il primo a cominciare era il signore e, mentre egli lo faceva, tutti stavano in silenzio; presa la sua cohoba (che è aspirare per le narici quelle polveri come si è detto), e si prendeva seduti su dei panchetti bassi, ma molto ben lavorati, che chiamavano duhos (la prima sillaba lunga), la testa stava un po' voltata di lato e le braccia messe sulle ginocchia, e dopo alzavano la faccia al cielo dicendo alcune loro parole, che dovevano essere le loro orazioni al vero Dio, o a quello che credevano tale; allora rispondevano tutti quasi come quando noi rispondiamo amen, e facevano questo con un tono alto di voci o di suoni, e poi gli rendevano grazie, e dovevano fargli qualche lusinga, accattivandosene la benevolenza e pregandolo che dicesse quello che aveva visto. Quello gli dava conto della sua visione, dicendo che lo zemi gli aveva parlato o lo aveva informato di tempi buoni o avversi, o che dovevanmo avere figli, o che avevano da morire, o che dovevano avere qualche contesa o guerra con i loro vicini.

Ramón Pané, frate catalano dell'ordine di San Geronimo, scriveva nella sua "Relación acerca de las antigüedades de los indios":

    ... per purgarsi piglia[no] una certa polvere, chiamata Cohoba, tirandola a se per il naso, la quale gli imbriaga in tal maniera, che non sanno quel, che si fanno: et così dicono molte cose fuori di ordine...

E Fernando Colombo nella "Historia del Almirante" annota:

    Non ho potuto verificare l’esistenza di idolatria o di sette presso di loro, anche se tutti i loro re, che sono molto numerosi, sia nell’isola Española che nelle altre isole e sulla terra ferma possiedono una casa propria separata dal villaggio, nella quale si trovano delle immagini di legno, in rilievo, che chiamano cemí. In questa casa hanno una tavola ben lavorata, di forma rotonda, come un tagliere, nella qual sono alcune polveri, che da loro son poste sopra la testa de’ suddetti Cimi, facendo certa cerimonia: poi con una canna di due rami, che si mettono al naso, succiano questa polvere. Le parole che dicono, non le intende alcuno de’ nostri. Con la detta polvere vanno fuori di sentimento, diventano come ubriachi.


Cuba. Una identità in movimento

Webmaster: Carlo NobiliAntropologo americanista, Roma, Italia

© 2000-2009 Tutti i diritti riservati — Derechos reservados

Statistiche - Estadisticas