La Città di San Cristóbal de La Habana ha indossato i suoi abiti migliori per il suo 485° compleanno (16 novembre), esibendo i suoi gioielli architettonici che hanno recuperato il loro splendore grazie alla meraviglia del restauro. Uno di questi è il Convento dell'Ordine di San Francesco d'Assisi.
Nel 1575, l'Ordine dei Francescani chiese al Governo coloniale spagnolo a Cuba la concessione di un terreno per erigere un tempio religioso. Verso il 1579 venne collocata una croce nel terreno ancora da edificare del quale l'Ordine aveva preso possesso, a pochi metri dalla Bahía de L'Avana. Nel 1591 fu eretta sul posto una costruzione rustica, ma fu solo nel 1719 che l'Ordine iniziò la ricostruzione e l'ampliamento del Convento, che acquisì la sua attuale fisionomia nel 1739.
La promulgazione in Spagna della cosiddetta "Legge Mendizábal" — diretta alla messa in vendita dei beni degli ordini religiosi maschili — permise al regime coloniale della Maggiore delle Antille di farsi carico dell'immobile, attorno al 1846.
La prima repubblica cubana, nata dall'occupazione militare statunitense, utilizzò il Convento prima come sede dell'Ufficio Centrale delle Poste e dei Telegrafi, inaugurato nel 1907 e poi per molteplici usi, da magazzino della Dogana de L'Avana a frigorifero.
Nel 1964 iniziò il processo di recupero dell'immobile, il più importante del patrimonio immobiliare del secolo XVIII cubano. Per prima cosa fu installata la Fonte dei Leoni nella piazza attigua all'edificio, nel quale furono compiute ricerche archeologiche e tecnico-costruttive. Negli anni Ottanta, già con l'avallo di piani e scoperte, si entrò nella fase dei progetti, che iniziarono a concretizzarsi nel 1990, con il Sostegno del Centro di Conservazione, Restauro e Museologia (CENCREM), situato in un'altro non meno spettacolare edificio de L'Avana Vecchia: l'antico convento di Santa Clara.
Il CENCREM è stato creato dall'Ufficio dello Storico della Città con un apporto sostanziale del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD) e la direzione tecnica dell'UNESCO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura. L'opera di restauro del Convento di San Francesco d'Assisi è stata sostenuta anche dall'Agenzia Spagnola di Cooperazione Internazionale.
Aspetti di grande interesse dell'edificio sono il suo tetto a volta, la facciata a forma di arco rampante e striato ed i due chiostri con i loro rispettivi loggiati. Inoltre, un Museo di Arte Sacra ed una Sala da Concerti, quest'ultima installata nell'antica Basilica Minore del Convento.
Si dice che quando le luci si spengono, le porte si chiudono e, nella notte, non risuonano più le note di Shubert o Brahms, gli spiriti escono dai loro nascondigli e riempiono l'aria delle loro danze. Devono sentirsi molto a loro agio nella Sala dei Concerti, dedicata alla musica antica, da camera e corale, inaugurata da un decennio, il 4 ottobre 1994.
Diversi secoli dopo la sua costruzione come monastero, l'impressionante edificio è attualmente un luogo generatore di cultura ed uno spazio di partecipazione, che da dieci anni ha ricominciato a scrivere la sua storia. La Direttrice del Convento Gertraud Ojeda, afferma che:
"Il Convento si è trasformato in un centro culturale attivo, che non comprende soltanto il Museo e la Sala dei Concerti, ma che accoglie regolarmente esposizioni ed incontri di intellettuali ed artisti, veri forum di discussione su problematiche riguardanti la nostra società ed il mondo in cui viviamo. Un esempio di ciò è stata la Seconda Biennale di Architettura de L'Avana, che si è svolta nel maggio di quest'anno. Per questo il Convento è un luogo vivo, di scambio".
Quando, quasi tre secoli fa, i creatori di allora lavoravano a questa costruzione e collocavano sulla terra nativa le pietre che sarebbero servite da focolare al raccoglimento ed al silenzio, non immaginavano quanta emozione avrebbe dato rivivere l'opera. L'architetto e restauratore dell'installazione Daniel Taboada, Premio Nazionale d'Architettura 1998, condivide questo sentimento:
"Il recupero della Basilica", dice, "ha superato tutte le nostre speranze e sogni. Credo che si sia trattato di un'esperienza che tuttora ci sorprende. Ci siamo resi conto che è già divenuta il luogo abituale e preferito del pubblico, e che è un singolare punto di riferimento in ambito culturale".
Originariamente il Convento era una basilica a tre navate.
Una parte della sua Basilica Minore fu demolita verso il 1850 per fare spazio alla costruzione di una strada perimetrale della Bahía de L'Avana, oggi Viale del Porto. Ma un enorme murale in prospettiva, creato dall'architetto ed artista Juan Carlos Pérez Botello, copre adesso quello spazio e da il benvenuto al visitatore senza che questi noti al primo sguardo la sostituzione dei muri originali:
"Io credo che il murale sia in totale armonia con lo spazio architettonico perché, più che una pittura, è una risorsa del restauro che funge da sfondo neutrale per dare risalto alla figura del Cristo che si trova davanti".
L'elemento di maggior complessità per innalzare il murale è stato l'inclinazione della parete. Spiega il suo autore:
"La parete non è completamente parallela rispetto all'asse della navata centrale ed allora il mio disegno, eseguito in maniera speciale, permette di percepire il piano in maniera diversa a seconda del punto della Sala da dove lo si guardi".
Nel contesto urbano de L'Avana Vecchia, San Francesco d'Assisi risplende, consapevole del suo apporto e dei suoi valori. L'eleganza delle sue mura, piene di vita propria, risaltano nel contesto. Il professor Orestes del Castillo, Premio Nazionale di Architettura 2004, assicura:
"Per le sue dimensioni e la sua mole domina questo spazio pubblico aperto che è Piazza San Francesco. Di fatto, tra tutti gli edifici del Centro Storico de L'Avana, è quello di maggior rilevanza, con il suo campanile alto 42 metri e Santa Elena, sulla cima, che per un periodo fu il sito più alto della città".
Daniel Taboada aggiunge:
"Nel Convento sono stati collocati pezzi riuniti nel Museo di Arte Sacra, preziose testimonianze della nostra cultura, dell'immaginario e delle credenze che vivono nel sentire popolare e che gli conferiscono il suo carattere di punto di riferimento imprescindibile nella vita della città".
Per questo, quando le luci si spengono e le porte si chiudono, continua a emanare musica, storia e leggende. Una di queste è impersonata dal Cavaliere di Parigi, pittoresco personaggio che percorse per anni le vie de L'Avana ed i cui resti riposano nella Basilica. Lì continua a vivere, immortalato in una statua che si erge sul marciapiede, accompagnando gli innamorati ed i passanti, sentinella dei giorni e delle notti.
Camminare per i corridoi e sentire che il mistero delle pareti ci sta sfiorando; scoprire dal campanile con quanta tenerezza il Cristo guarda la sua città; incontrare in uno dei giardini la figura in bronzo di Madre Teresa di Calcutta, piena di fiori sempre freschi nelle mani e nell'anima; guardare una bambina ai suoi primi passi felice tra le colombe della Piazza... Tutto ciò è sufficiente per percepire nel Convento di San Francesco d'Assisi e nella sua Basilica Minore questa magia unica racchiusa nel cuore coloniale de L'Avana.
Fonte: http://www.granma.cu/italiano/2004/noviembre/mar16/47basilica-it.html
L'Avana. 16 Novembre 2004