Cuba

Una identità in movimento


Conoscere La Divina Cultura e la lingua italiana a Cuba

Mireya Castañeda


Non saprei dire se è vero che un direttore del Museo del Louvre abbia definito una volta l'italiano come "la lingua ufficiale dell'Arte". Ma sicuramente nessuno mette in dubbio che la definizione è giusta.

Gli italiani possiedono una vasta e universale cultura ed è una fortuna che sin dal XIXº secolo si siano pronunciati per la sua difesa e la sua promozione.

Grazie al patrocinio del poeta e Premio Nobel della Letteratura Giosuè Carducci si fondò a Roma una società i cui obiettivi principali erano e sono rimasti sempre gli stessi: diffondere la lingua e la cultura italiana.

Il nome è sicuramente il più adatto: Dante Alighieri (1265-1321), l'autore della La Divina Commedia, nei cui cento canti scrive l'allegoria della vita umana.

La Dante Alighieri non solo si è estesa in alcune città italiane, ma anche in molti paesi stranieri tra i quali Cuba. Nel dicembre del 1994 venne creato il Comitato dell'Avana, il cui presidente è lo Storico della Città, Eusebio Leal.

Due anni fa l'Ufficio dello Storico ha concesso alla Dante una sua sede permanente: l'antica residenza di una delle figure più rilevanti della prima metà del XIXº secolo all'Avana, il vescovo De Espada.

Per destare ancora maggiormente l'interesse urbanistico diremo anche che la sede si trova a pochi metri dalla Chiesa del Angel, quella dove si sviluppa una delle più drammatiche scene del romanzo paradigma Cecilia Valdés di Cirilo Villaverde.

In quell'atmosfera, nel Centro Storico dell'Avana, Patrimonio dell'Umanità, abbiamo conversato con la direttrice della Dante, la professoressa italiana Emanuela Favoino e con il segretario, il giovane cubano Lázaro Hernández.

Il presidente onorario della Dante — dicono — è l'ambasciatore italiano Sig. Elio Menzione; la vice presidentessa la professoressa Marina Maioli e il tesoriere si chiama Sergio Bassani.

"Noi facciamo lo stesso lavoro che si fa in qualsiasi luogo del mondo dove esiste una società Dante Alighieri", ha affermato Emanuela Favoino che ha parlato di caratteristiche singolari al di là dei corsi di base o di approfondimento e per i professori, le conferenze e i festeggiamenti.

Eusebio Leal chiese di cominciare ad insegnare l'italiano ai bambini delle scuole elementari che vivono nel Centro Storico, e ogni anno si insegna ad alcuni scolari di una scuola differente.

È per via del forte numero di turisti italiani — ha spiegato la Favoino. Vogliamo che il mondo del turista non sia estraneo ai bambini, che non li vedano come una cosa fantastica o come nuovi Cristoforo Colombo, ma che si possano avvicinare a un mondo nuovo attraverso la conoscenza della lingua e della cultura.

Non si ferma qua il lavoro con i bambini. È cominciato un nuovo progetto con bambini italo-cubani poiché, come nel suo caso personale, il numero di matrimoni tra cubani e italiane o cubane e italiani è aumentato.

Abbiamo cominciato questo corso con sei bambini perché non perdano la possibilità di conoscere la lingua italiana. Noi siamo un referente culturale della comunità italiana, non siamo né imprenditori né politici.

Attualmente la Dante ha quattro corsi di base e due di approfondimento della lingua che offrono professori italiani.

A partire da quest'anno — ha affermato la direttrice del Comitato Cubano — abbiamo contrattato professori cubani perché pensiamo che ci sia una capacità professionale notevole. Siamo più collegati alla parte cubana e questo è un successo che ci garantisce la continuità. Gli italiani invece rimangono un anno o due come massimo.

Nel tema dello studio dell'italiano, la sede di Roma della Dante offre ogni anno una borsa di studio di tre mesi a studenti o professori per perfezionare la lingua. È il caso di Lázaro Hernández. Egli ha cominciato come studente nel 1998. Si è innamorato della lingua e della cultura, ha lavorato nella biblioteca che ha circa 1500 titoli e adesso è il segretario del Comitato dell'Avana.

Per la Dante è una priorità che la lingua non sia soltanto uno strumento di lavoro ma anche un avvicinamento a un mondo e una cultura nuovi, perciò promuove quattro significativi eventi ogni anno.

Il primo: il Colloquio sulla vita e l'opera di Dante Alighieri nella sua terza edizione. Durante l'evento verrà studiato il trattato in latino incompiuto De vulgaris eloquentia, scritto tra 1304 e il 1307, nel quale il Divino Poeta analizza il mosaico di dialetti che a quell'epoca si parlavano nell'Italia con lo scopo di ottenere una lingua comune, l'italiano ideale, e mostrare come si dovrebbe usare il vernacolo nella composizione lirica.

A maggio si svolgerà il seminario degli italianisti cubani che va acquistando il suo spazio, al quale partecipano istituzioni come l'Università dell'Avana e le scuole di lingue.

È importante perché si apre al mondo accademico dell'Italia, ad esempio abbiamo avuto invitati dell'Università di Siena.

La Dante offre inoltre conferenze mensili — quest'anno sono dedicate al Barocco, nel 2002 fu il Rinascimento — che vengono tenute dalla Favoino che fa l'introduzione e dal professore Giampietro Schibotto (di Letteratura e Filosofia), dalla professoressa Marta Cardoso (sull'Arte) e da Emanuela Marcante (sulla Musica).

Uno spazio speciale nel programma del 2003 lo occupa il seminario dedicato alla scrittrice Alba de Céspedes, dopo l'evento promosso a Cuba l'anno scorso dall'Università di Roma. Durante l'incontro verrà presentato il suo libro Nessuno torna indietro.

La Settimana della Cultura italiana, che il prossimo novembre arriverà alla sua 8ª edizione, è anche centro di interesse della Dante.

Emanuela Favoino è arrivata a Cuba nel 1995 con un gruppo di Amicizia Italia-Cuba e vi è rimasta alcuni mesi. Poi ha tenuto alcune conferenze.

Cuba mi affascina, mi piace il lavoro e soprattutto l'interesse degli studenti alla mia cultura. Ci sono ragazzi che ti dicono: "Voglio imparare l'italiano per leggere Dante". Questo lascia un'impronta in una persona che ama la letteratura. Mi sono detta: questo è il mio paese e vi sono rimasta.

G.I.: È vero che la Società Dante Alighieri sviluppa a Cuba lo stesso lavoro che in qualsiasi parte del mondo?

In un senso generale si, ma con alcune "affettuose" differenze.




Fonte: Granma Internacional Digital
http://www.granma.cu/italiano/marzo03/lun24/11dante.html

Granma. Órgano Oficial del Comité Central del Partido Comunista de Cuba

Pagina segnalata da Gianfranco Ginestri, Bologna (Italia)


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